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Il paradiso degli orchi di Daniel Pennac

La voce femminile si diffonde dall'altoparlante, leggera e piena di promesse come un velo da sposa.
– Il signor Malaussène è desiderato all'Ufficio Reclami.

Daniel Pennac ha pubblicato Il paradiso degli orchi, primo romanzo del ciclo di Malaussène (qui avevamo recensito l'ultimo libro) nel 1985.

Dopo quasi quarant'anni dalla sua prima uscita, le avventure della famiglia Malaussène ci tengono ancora incollati alle pagine, rapiti in un universo fatto di comica e fluida quotidianità, con il brillante ed immediato stile di Pennac e dei personaggi vivissimi e surreali allo stesso tempo.

Il paradiso degli orchi
Il paradiso degli orchi Di Daniel Pennac;

"Un eroe, Malaussène, che come lavoro fa il "capro espiatorio". Una famiglia disneyana, senza mamme e babbi, con fratellini geniali, sorelle sensitive, una "zia" maschio protettrice di vecchietti, ladri e travestiti brasiliani, una "zia" femmina super-sexy, ritratto irresistibile del giornalismo alla "Actuel", una misteriosa guardia notturna serba, un cane epilettico.

Vede, il Capro Espiatorio non è solo quello che, all'occorrenza paga per gli altri.
È soprattutto, e anzitutto, un principio esplicativo, signor Malaussène.

Protagonista del ciclo è Benjamin, Ben, primogenito dei Malaussène e capofamiglia in assenza della madre - che manca per lunghi periodi da casa, ritornando poi sempre incinta, un nuovo figlio da un padre sempre diverso -. Ben lavora come capro espiatorio per la casa editrice Grande Magazzino del quartiere Belleville di Parigi, un agglomerato urbano multietnico e strampalato, un microcosmo in cui si muovono le vite dei protagonisti e della famiglia Malaussène, unità familiare riflesso del luogo in cui si trovano a vivere.

Il lavoro di Ben - singolare, unico, socialmente necessario - è quello di sorbire le lamentele dei clienti del Grande Magazzino e provocare in loro così tanta pena da convincerli a non sporgere formale reclamo - a meno che,  ovviamente, non siano disposti ad assistere al suo suicidio. Lui, così buono e docile, rappresenta il perfetto bersaglio per le frustrazioni dei clienti; sfogo di una società in cui nessuno è soddisfatto, in cui si è sempre, alla costante ricerca di un capro espiatorio su cui scaricare i propri problemi e le proprie ansie.

Toglietemi il mondo dalle orecchie, mi piacerà. Tappatemi gli occhi, morirò.

Ben svolge il suo lavoro con precisione; rientrato a casa la sera riunisce la grande tribù che è la sua famiglia - fratelli e sorelle dotati di poteri soprannaturali, zii, amici, la giornalista e futura amante Julie, un cane epilettico - e racconta la storia, quella che lui stesso sta scrivendo e che riunisce tutte le microstorie che compongono la loro esistenza scombussolata.

Ma ecco che al Grande Magazzino si verificano degli spiacevoli inconvenienti: a cadenza regolare cominciano a scoppiare delle bombe, che mietono vittime fra gli innocenti anziani clienti del centro commerciale. E chi potrebbe essere accusato dei delitti, se non il capro espiatorio per eccellenza?

La peggior mostruosità è sempre figlia di una bambinata.

Durante il Noir in Festival che si terrà a Milano fra il 1° ed il 7 dicembre, Daniel Pennac verrà premiato con il premio Raymond Chandler Award 2023 e, in più, ci sarà la proiezione esclusiva del film Il Paradiso degli orchi di Nicolas Bary.

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Conosci l'autrice

Romanziere francese. Figlio di un ufficiale dell'esercito francese, dopo un'infanzia in giro per il mondo, tra Africa, Europa e Asia, si stabilì definitivamente a Parigi.Professore di lettere in un liceo parigino, dopo aver esordito con alcuni romanzi per ragazzi tra cui Abbaiare stanca (1982), L’occhio del lupo (1984) – genere cui ritorna con il ciclo del giovanissimo ispettore Kamo (Kamo. L’agenzia Babele, 1992; Kamo. L’idea del secolo, 1993) – si è conquistato un pubblico di fedelissimi tra i lettori adulti con i romanzi Il paradiso degli orchi (1985) e La fata Carabina (1987) che innestano sulla struttura del romanzo poliziesco una galleria di personaggi bizzarri e uno humour dirompente che sfiora l’assurdo. Le avventure di Benjamin Malaussène, «di professione capro espiatorio» continuano in La prosivendola (1989) e Signor Malaussène (1995), assumendo la dimensione di una saga, ambientata nel quartiere parigino di Belleville. Lo scopo dichiarato dell’autore è quello di restituire agli adulti il piacere di leggere; a questo tema Pennac ha dedicato un saggio dal titolo Come un romanzo (1992). Le opere più recenti non abbandonano la cifra ironica e confermano l’inventiva inesauribile di Pennac: Ecco la storia (2003) è una rocambolesca vicenda di sosia; Grazie (2004) è un omaggio ai suoi lettori, condito di disquisizioni morali; La lunga notte del dottor Galvan (2005) è un esilarante racconto ambientato in un ospedale, L'avventura teatrale. Le mie italiane (2007) e Diario di scuola (2008).Del 2010 l'audiolibro de L'occhio del lupo letto da Claudio Bisio (Salani) e il fumetto Lucky Luke contro Pinkerton scritto con Tonino Benacquista e Achdé (Nona Arte). Del 2011 l'audiolibro di Diario di scuola (Emons) letto da Giuseppe Battiston.Pennac si è cimentato anche come attore, portando tra l'altro in giro nei teatri di tutta Europa il suo spettacolo-lettura Bartleby lo scrivano, dal racconto di Melville.Nel 2002 lo scrittore ha vinto il premio internazionale Grinzane Cavour Una vita per la letteratura. Nel 2012 Feltrinelli ha pubblicato Storia di un corpo e l'anno successivo Ernest e Celestine (2013), dal quale è stato tratto anche un lungometraggio d'animazione. Del 2015 è invece L'amico scrittore. Conversazione con Fabio Gambaro (Feltrinelli). Nel 2018 è uscito il romanzo Mio fratello, scritto dopo la morte del fratello Bernard.

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