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Il segugio di Tana French

È questo che sono venuto a cercare, – dice. – Un piccolo villaggio in una piccola nazione. Mi sembrava che sarebbe stato più facile trovarci un senso. Ma evidentemente mi sbagliavo

Definirlo un thriller forse è sbagliato. Il segugio (Einaudi) di Tana French assomiglia più a qualcos’altro, è la ricerca irrequieta di un uomo deciso a trovare il suo posto nel mondo. Un uomo che tenta in ogni modo di stare fermo, ma gioisce solo dei dolori nelle sue ossa dopo il minimo sforzo, dopo quel movimento che lo coglie sempre impreparato, perché sono quei dolori a farlo sentire vivo fino a dargli la tanto agognata stabilità.

Ma chi è allora Cal Hooper?

Ritiratosi dopo venticinque anni di servizio nella polizia di Chicago, recentemente divorziato e padre di una ragazza ormai donna, Cal si trasferisce nel paesino di Ardnakelty, nella campagna irlandese, nel tentativo di ricostruirsi una vita.

Il segugio
Il segugio Di Tana French;

Il fratello di Trey, Brendan, è scomparso da mesi, e lui non si arrende nella sua ricerca. L'arrivo nella piccola cittadina irlandese di Ardnakelty di Cal Hooper, ex poliziotto di Chicago, sarà l'occasione per il ragazzino di ritrovare la speranza di ritrovare Brendan.

Ardnakelty ha i colori tipici dell’Irlanda, di un paesaggio che raramente ti delude, fagocita le tristezze e le insoddisfazioni dei suoi abitanti e le risputa in canzoni allegre da pub e cameratismi forse troppo forzati. Ardnakelty respira e agisce come un vero e proprio personaggio dalle sorti già segnate. Anche il nome risuona aspro come uno scioglilingua respingente, eppure Cal non impiega molto ad ambientarsi nella cittadina.

C’è Mart, il vicino dalle rughe scavate attorno agli occhi, tutto aneddoti e consigli; i compagnoni del pub, tra pinte e partite a Cinquantacinque, Noreen con la sua drogheria in centro, decisa ad accoppiarlo a tutti i costi con la sorella Lena, e poi proprio Lena, ermetica e affascinante, una presenza robusta, faticosa da ignorare. Ma l’incontro più importante è sicuramente quello con Trey, un ragazzino di tredici anni che si diverte a spiarlo tra i cespugli, durante i suoi tentativi di ristrutturazione della casa. Come i corvi appollaiati nella quercia che vegliano su di lui e gli tengono compagnia con il loro gracchiare incessante. Trey di parole ne dice poche, è testardo e di una magrezza che suggerisce le precarie condizioni in cui vive; ma soprattutto Trey ha uno scopo: vuole farsi aiutare nella ricerca di suo fratello, scomparso mesi prima.

L’arrivo di Cal altera quindi gli equilibri della piccola cittadina, scoprendo la polvere nascosta sotto il tappeto, come un moderno san Patrizio venuto da lontano a scacciare i serpenti. Cal tuttavia non fonda nessun Cristianesimo, la sua morale è fatta più di codici personali che non impone mai, ma suggerisce piano, con mezze parole soltanto accennate. Ed è proprio il suo codice a spingerlo a indagare, a riprendere taccuino e penna nel tentativo di ricostruire la storia del fratello di Trey, il giovane Brendan. Ma ben presto alle indagini si somma un senso di inquietudine crescente, la volontà persistente di tornare a casa, ma allo stesso tempo di ancorarsi a quella nuova realtà, facendola sua.

Sembra che io sia sempre alla ricerca di qualcosa che mi leghi. È solo che poi non funziona mai

Disincantato, apparentemente rinunciatario, eppure l’uomo questa volta non rimane fermo. Cal ristruttura una villa decadente per renderla il più accogliente possibile, rivive gli errori fatti nel passato con la figlia Alyssa per non ripeterli più nel suo indecifrabile rapporto con Trey, si avvicina a Lena goffamente, non vergognandosi di chiederle aiuto. Cal soprattutto indaga, fino a farsi nemici in un paesino che rappresenta una seconda possibilità, risolve un mistero che forse non è irto di colpi di scena e rivelazioni, ma si insinua nelle ossa fino a far crollare le sue certezze, dando una scossa a un codice morale che si beava della sua stabilità.

Sembra il tipo di cosa che dovrebbe capire all’istante, per istinto, invece non sa se sia giusto o sbagliato. E questo lo scombussola fino in fondo alla pancia. Implica che abbia perso la mano nel fare le cose giuste, fino al punto in cui non sa più quali siano

Il segugio non è il tipico romanzo giallo di Tana French. Non ci sono piste ingarbugliate, falsi moventi e botta e risposta tra poliziotti insoddisfatti e sempre arrabbiati. C’è delicatezza in questo libro, c’è la volontà di mettere la trama per un attimo in disparte e focalizzarsi su altri schemi e intrecci, quelli della mente.

Ed ecco che la ricerca di un ragazzo scomparso tra i boschi e quella di un uomo che si è perso finalmente camminando diventano due indagini che scorrono parallele fino a incrociarsi, fino a portare Cal Hooper alla fatidica domanda: sono più le ragioni per andarsene o quelle per restare?

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