Scelti per voi

S3X Talk di Medmaki

Ma perché nessuno ce le insegna queste cose? Sappiamo a memoria la Rivoluzione industriale ma non sappiamo che pipì e mestruazioni escono da due parti diverse!

Un adagio popolare vuole che gli italiani facciano fatica a parlare di tre cose: soldi, politica e, indovinate l’ultima, sesso. Se non vi ritrovate in questa reticenza potreste essere o l’anima della festa o la persona cui più spesso viene detto «datti una calmata» o «quanto sei volgare», in ogni caso una personalità sui generis, divertente ma che non potrebbe sedere a un tè con il nuovo re Carlo. Ebbene, forse grazie a questo manuale si potrà svincolare dalle maglie del tabù almeno il sesso: forse, grazie al prontuario di Medmaki, di sesso si potrà parlare con serenità, competenza e una sana dose di leggerezza tra amici, conoscenti, persino genitori. Sul tè insieme a Carlo non garantisco.

S3X Talk è ciò che promette il titolo: una chiacchierata sul sesso. Immaginatevi di essere tra amici e di parlare delle diverse situazioni in cui vi trovate ogni giorno, delle difficoltà che incontrate e di quello che siete. Lo facciamo tutti. Qui, unica differenza, ci concentriamo su un tema specifico, perciò le chiacchiere che si fanno mirano a confortare, a rassicurare e a confrontarsi sulla propria sfera sessuale. Sono sette racconti, ma in realtà sono le storie di un gruppo di amici – Alice, Ludovica, Vanessa, Davide e altri – che mostrano il loro lato vulnerabile gli uni agli altri. E si liberano, non mi viene in mente altro termine per parlare della loro catarsi.

S3X Talk. Sessualità, orgasmi e relazioni non convenzionali

In queste sette storie si parla di sesso: lo si fa attraverso l'esperienza delle persone, con i loro disagi e le loro fantasie e curiosità, per avvicinarci a un tema sempre scomodo ma più che mai urgente. Un libro che è anche un manuale, ricco di informazioni e spunti per chiunque voglia saperne di più.

Non si tratta di stabilire se è normale o meno. Il punto è piuttosto: hai mai avuto la curiosità di provare a farlo?

Primo grande insegnamento di questo libro – ce ne sono parecchi e non li elencherò tutti: di sesso bisogna parlare. Facile? Non come sembra. Persino nel sesso, che è intimo, personale, significativo, persino lì noi siamo riusciti a imporre convenzioni, misure, tempi e modalità. E la cosa più semplice da fare, come sempre, del resto, è dirsi che c’è solo un modo giusto di farlo, ma non è così, ed è questo che Medmaki vuole raccontarci. Il punto però è che queste modalità diverse – da cosa, poi, decidetelo voi – e originali non devono essere motivo né di imbarazzo né di riluttanza: ognuno ha il suo modo di vivere il sesso (fosse anche non fare sesso) e ognuno deve poterne parlare senza sentirsi per questo giudicato.

Medmaki non affronta un tema facile, sia chiaro. È un’influencer, ma leggendo questo libro mi è venuto in mente un altro termine per definirla: divulgatrice. Le sue pagine sono semplici, e sono stato tentato di definirlo un libro per ragazzi, perché a chi rivolgersi se non alla Gen z, visto che le precedenti sono perse? E invece non è così. Medmaki parla a tutti e riduce a una semplicità straordinaria argomenti enormi, di cui a faticare di più a parlare sono “i grandi”.

Penso che liberarsi di tutte le vecchie convenzioni senza fondamento che ruotano intorno alla sessualità sia necessario

S3X Talk non è un libro militante, è un libro confortante. Tra le sue pagine si trovano le storie, che sono quelle che ci fanno dire, da sempre, «guarda, anche a lui succede come a me»; e poi si trova la scienza, in dei box pratici e intuitivi in cui sono illustrati i concetti fondamentali per parlare bene di sesso (dalla definizione di vagina a quella di fraysessuale). Ricorderete tutti il momento angoscioso – o l’attesa di quel momento – del discorso di mamma e papà dal titolo Come nascono i bambini. E chi ha avuto il piacere di sentirselo fare ricorderà l’impaccio e l’imbarazzo con cui si cercavano le perifrasi più creative per dire pene, vagina e penetrazione. Ecco, S3X Talk è il discorso che ci saremmo voluti sentir fare.

Un discorso libero in cui ogni cosa ha il proprio nome. Un nome che non è sporco, che può essere scientifico, o arbitrario, o divertente (sapete davvero cos’è un pinguino?), ma ce l’ha. E una volta che si hanno le parole, perché non usarle? Del resto, parliamo di una cosa che si fa da un bel po’ di tempo – se anche un alieno arrivasse oggi sulla terra, sarebbe sicuro al cento per cento che è stato fatto almeno sette miliardi di volte – dunque, perché continuare ad annoverarlo tra i discorsi di cui si fatica a discutere? Soprattutto perché il sesso ha ripercussioni su tante altre questioni importantissime: il bullismo, il revenge porn, il consenso, la libertà di esprimere il proprio orientamento sessuale, il ruolo di genere, il diritto delle donne a parlare della propria masturbazione e il dovere degli uomini di farsene una ragione, eccetera eccetera.

Dobbiamo invece essere attente a non tradire mai i nostri desideri e non permettere a nessuno di dirci cosa possiamo e cosa non possiamo fare, chi dovremmo e non dovremmo essere

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