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L'isola dei battiti del cuore di Laura Imai Messina

Per quanto dolore si possa aver accumulato, capita che la vita ricominci da capo

In quel magico e pur reale paesaggio giapponese che fa sempre da sfondo ai romanzi di Imai Messina, si apre questa incantevole storia, che si legge come una fiaba e che ci porta, nello stesso momento, a compiere un viaggio lontano e dentro di noi, avvolti in quella sottile nostalgia sottesa al racconto. Sentimento che, come scrive l’autrice, «è come un accoccolarsi davanti al fuoco dopo un acquazzone e aspettare di asciugarsi completamente, pur sapendo che un piccolo punto bagnato resterà per sempre».

Ancora con l’eco delle voci trasportate dal vento e dai colori che si facevano alfabeto nei suoi romanzi precedenti, entriamo in una realtà che si fa mano a mano più ampia, dove la memoria riporta in vita ricordi assopiti insieme ai volti delle persone amate e scomparse, e l’immaginazione entra nel gioco del tempo dando un nuovo spessore al presente.

L' isola dei battiti del cuore
L' isola dei battiti del cuore Di Laura Imai Messina;

Shūichi è un illustratore, ha quarant'anni, ed è ossessionato dai battiti del proprio cuore. Non ha passato, o meglio, ne ha uno vago da cui la madre ha sempre tentato di proteggerlo. Serviranno l'innocenza di un bambino e la caparbietà di una donna per ricongiungerlo a sé stesso e al mondo di cui ha tanta paura.

Il tempo è scandito dall’alternarsi delle stagioni, dove l’autunno è predominate e preannunciatore degli eventi più importanti che accadono nella vita di Shūichi, che sembra sempre «trattenere il respiro mentre vive in apnea» con la sua paura del nuovo e del rischio. Vaghi sono i ricordi della sua infanzia, poiché la sua memoria passa attraverso il filtro manipolatore della madre, che per amore e per timore gli ha sempre tenuto lontana l’eco dei dolori passati, salvo poi vedere lei stessa, attraverso il figlio, che «i ricordi se ne stavano buoni e zitti per anni per poi esplodere insieme, come i bambù dello stesso ceppo che, ovunque fossero stati piantati nel mondo, fiorivano nel medesimo giorno». E nell’accadere di questa esplosione anche i momenti di tristezza passata diventano preziosi, perché solo trovando la forza di affrontarli si può divenire adulti e imparare a «immaginarsi felici».

Una cicatrice sul petto ricorda a Shūichi, famoso illustratore di albi per l’infanzia (grazie a quello «sguardo stralunato» che già aveva da bambino e che sua madre ha saputo coltivare), un’operazione passata e della sua piccola anomalia, da cui nasce una cura e un’attenzione particolare ai battiti del cuore, così unici e differenti per ognuno di noi ma che sembrano congiungersi armoniosamente con quelli del cosmo e dell’umanità.

Dopo la morte della madre, in un vano tentativo di «disfarsi del superfluo e della memoria», tornerà a Kamakura, nella casa della sua infanzia, e qui, contro ogni aspettativa, la sua vita cambierà corso grazie a Kenko, un bambino che ridarà un senso ai ricordi facendogli capire che anche le bugie «servono a migliorare la propria memoria», e a una donna che gli insegnerà come «il mondo attraverso due paia di occhi possa acquistare colore». Qui, nella piccola cittadina che lo ha visto crescere, verrà a sapere che anche i battiti del cuore hanno un luogo da abitare, luogo che per quanto magico possa apparirci è assolutamente reale: nell’isoletta di Teshima, scossa dal ritmo delle onde, un artista ha creato un archivio dei battiti del cuore, e, proprio qui, Shūichi troverà la risposta alle domande del passato, facendosi carico dell’eredità dei ricordi.

Il confronto con i fantasmi del passato e quello tra mondo dell’infanzia di Keiko e l’universo adulto di Shūichi attraverso i tentativi, a volte fallimentari, ma sempre necessari, di trovare un contatto, una lingua comune per accorciare la distanza fra i loro due piani, spesso paralleli, almeno in apparenza, segnano le pagine più intense della narrazione, insieme alle digressioni che si susseguono tra un capitolo e l’altro del romanzo.

Dai primi tentativi di Shūichi di avvicinarsi al bambino «con pezzetti di sé», alle poetiche lezioni sui caratteri di scrittura, dove i kanji, che sembrano «animaletti vivi», tracciano la sera con «un ideogramma che tiene sotto il tetto la luna», vediamo che il rapporto tra il bambino e l’adulto si aprirà a uno scambio che arricchirà e che farà crescere entrambi. Crescita che avverrà nel rispetto e nella fiducia del mondo dell’altro, universi fatti di «liste per affrontare gli 8 anni», per difendersi dai bulli della scuola, o di paure nel condividere la propria vita con la persona amata.

Shūichi imparerà ad «aprire la via del ritorno», ad attraversare «i naufragi» della vita senza timore; Kenta conoscerà il significato di fiducia e capirà come prendere le distanze da quel «pensiero magico (che) nell’infanzia si carica di poteri straordinari così come di colpe». I due mondi, quello della maturità e quello della fanciullezza in cui è così facile «sentirsi sbagliati», riusciranno a trovare le parole per mettere a confronto le proprie solitudini e paure, poiché entrambi non sono poi così lontani, ma usano solo nomi differenti per affacciarsi a dare un senso alla realtà.

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Conosci l'autrice

Laura Imai Messina è un'autrice italiana. Nata a Roma, a 23 anni si è trasferita a Tokyo dove ha conseguito un PhD presso la Tokyo University of Foreign Studies. Insegna in alcune delle più prestigiose università della capitale. Ha esordito con successo nel 2014 con Tokyo Orizzontale (Piemme). Nel 2018, sempre per Piemme, è uscito Non oso dire la gioia e nel 2022 L' isola dei battiti del cuore . Altre sue pubblicazioni: il best-seller Wa, La via giapponese all’armonia (Vallardi, 2019), Quel che affidiamo al vento (Piemme 2020), Tokyo tutto l'anno (Einaudi 2020), Le vite nascoste dei colori (Einaudi 2021), Il Giappone a colori (Einaudi 2023), Tutti gli indirizzi perduti (Einaudi 2024). Il suo stile raffinato e lo sguardo privilegiato sul Sol Levante, ne fanno una voce inconfondibile del panorama letterario italiano.

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