La vita da ricchi è noiosa. Ma io ho due cose a farmi compagnia: tu e i miei libri
Il nuovo romanzo di Sveva Casati Modignani comincia dalla fine, e, dal momento che non è un giallo, possiamo farlo anche noi. Raimondo Clementi è un gioviale pensionato ottantenne con alle spalle una carriera brillante e straordinaria: è stato presidente della Borsa di Milano. Non un presidente qualsiasi, però, perché lui, con la finanza, ci sapeva fare, e non ha perso il suo acume neppure ora.
Lo vediamo, nelle prime pagine, alle prese con una consulenza privata a un collega e amico di vecchia data, Giulio Dossena, che, come tanti da tanto tempo, gli chiede una mano per le sue compravendite. Raimondo gli dà un suggerimento, l’amico non lo accetta e le cose vanno male. Perciò, Dossena impazzisce, e il giorno dopo ha bisogno di un’altra consulenza privata. Ma quando chiede a Raimondo di raggiungerlo fuori da casa sua, con sé ha una rivoltella, e spara all’ex presidente della Borsa lì, sulla strada, come a un cane.
Quando il suo amico e collega tenta di assassinarlo, Raimondo Clementi, storico presidente della Borsa di Milano, capisce di dover raccontare la propria vita straordinaria. E noi la leggiamo in queste pagine, riportata dalla grande penna di Sveva Casati Modignani.
Questa la partenza, violenta, senz’altro, e questo romanzo sarà costellato di episodi ad alta tensione. Ma Raimondo si riprende, perché, oltre ai suoi soldi, Dossena deve aver perso anche la mira, e Modignani qui mette in scena un escamotage letterario tanto potente quanto commovente: l’urgenza di raccontare la propria storia.
Nonostante il carattere socievole, infatti, Raimondo non ha mai rilasciato nessuna intervista, e l’occasione gli si presenta quando il direttore del mensile “Number One” gli propone di svelare il suo passato alla giornalista Giovanna Vitali, professionista nel cavare fuori anche dal testimone più restio i segreti più nascosti. Scopriamo così, pagina dopo pagina, i risvolti più intimi della vita di un uomo che ha avuto tutto, ma che ha anche lottato per averlo. Sia contro i casi della fortuna, sia, soprattutto, contro sé stesso.
«Questo, cara ragazza, dipende da lei che non smette di fare domande», precisò Raimondo. «Invece dipende da lei, che è un narratore straordinario e non sa di esserlo»
Ogni capitolo porta il nome di una donna. Credo sia importante sottolinearlo, perché, nonostante il fulcro della narrazione sia Raimondo, le sue vicende si flettono sempre su una donna. Vale a dire che Tilli, Francesca, Diletta sono il motore della storia di Raimondo, che ha una linea narrativa tutta sua, ovviamente, ma costantemente determinata da una figura femminile che in un modo o nell’altro equilibra il romanzo. Cominciamo scoprendo la giovinezza di Raimondo, dove emerge la predisposizione innata alla finanza e alla vita altoborghese: agi, fiuto per gli affari, e una vita già avviata su binari prestabiliti dalla società e dalla famiglia. Ma le cose non sono così semplici: Raimondo è destinato al matrimonio con Violetta, sua amica e compagna d’infanzia, ma è innamorato di Francesca, una prostituta elegante e affascinante che, però, troverà la sua strada sposando un uomo ricco e potente.
Questi intrecci di vite e di amori non si esauriscono qui, ma sarebbe un peccato svelarli: le connessioni tra i personaggi sono uno dei punti di maggior forza del libro. La complessità psicologica – di cui Modignani è maestra – si riflette qui nella fitta rete di relazioni che si crea e si disfa di continuo. Crediamo di sapere tutto di un personaggio, ma poi questo ci delude, o ci stupisce, o entrambe le cose. Sono, nella loro coerenza, tutti attori così imprevedibili da farci domandare cosa accadrà a ogni pagina, e l’abilità dell’autrice si riflette soprattutto nella capacità di sfumare il confine tra verità e apparenza.
Lo fa sin dalla prefazione, avvertendoci che la storia che si appresta a raccontare l’ha ascoltata a una cena tra amici, ma che ha modificato situazioni e personaggi per renderla più accattivante. Il nucleo di verità c’è, ma dove finisce e comincia la penna dell’autrice? È questo, tra le altre cose, che ci chiede di scoprire Modignani con Mercante di sogni. Ma ci chiede anche di sederci e goderci, semplicemente, una storia straordinaria.
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