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L'arma dell'inganno di John Madden

Al fine di confondere i nazisti circa lo sbarco in Sicilia nell'estate del 1943, un quartetto di patrioti inglesi prova a creare una falsa pista partendo da un cadavere e ingarbugliando la matassa dei servizi segreti del Reich.

Tratta da un libro di Ben Macintyre e sceneggiata da Michelle Ashford, la storia vera e incredibile – come sovente la realtà dimostra di poter essere – ha dalla sua la forza evocativa del cinema inglese quando si fa narrazione dei periodi bellici, un regista avente alle spalle qualche titolo prestigioso (su tutti, "Shakespeare in Love", ma anche “La mia regina” e “Il debito”) e un cast dominato dal dualismo e dalla complicità tra un Colin Firth vagamente imbolsito e un Matthew MacFadyen forse anche più convincente.

L'arma dell'inganno. Operazione Mincemeat (DVD)

Ispirato dall’omonimo romanzo di BEN MACINTYRE e diretto da JOHN MADDEN (Shakespeare in Love), L’Arma dell’Inganno - Operazione Mincemeat è l’appassionante racconto di una storia vera destinata a cambiare le sorti della seconda Guerra Mondiale

Meno incisivo il ruolo di Kelly MacDonald, mentre si ha la sostanziale sensazione che il Churchill di Simon Russell Beale sia in tono minore (ma dopo l’interpretazione resa da Gary Oldman ne “L’ora più buia” di Joe Wright sarà durissima per tutti cimentarsi con lo statista anglosassone). Peccato, invece, per un Jason Isaacs un poco monolitico.

La pellicola dura oltre due ore e forse pecca di velocità. Apre le porte a riflessioni laterali inerenti ai rapporti interpersonali, siano essi amorosi, di fratellanza o verso le figure genitoriali, ma comunica quasi incertezza nello sviluppo, come restando a metà del guado.

I nazisti sono a malapena sbozzati (ma quantomeno non sono meramente demonizzati come sempre) e in generale pare manchi un filo di leggerezza. Più precisamente, non che la presenza di una guerra mondiale potesse esigere allegria, ma nemmeno esclusivamente una seriosità appesantente che pare intravedersi in molti passaggi.

Curiosità: la vicenda era già stata portata al cinema, segnatamente da Ronald Neame (che divenne discretamente celebre per aver girato “Gambit – Grande furto al Semiramis” e “L’avventura del Poseidon”, entrambi poi oggetto di remake pochi anni or sono). Parliamo de “L’uomo che non è mai esistito”, anno 1956. I principali attori erano stati Clifton Webb, Gloria Grahame e Robert Flemyng. Interessante citare anche Cyril Cusack – futuro caratterista con Bud Spencer e Terence Hill – e Michael Hordern, poi strepitosa voce narrante del “Barry Lyndon” di Kubrick.

segreto del D-Day. La verità sulle spie che ingannarono Hitler

6 giugno 1944, D-Day. Il giorno che ha segnato le sorti della Seconda guerra mondiale e dell'Occidente intero. Un'immane operazione bellica. Dietro la quale c'è stata una prodigiosa azione di intelligence. O, meglio, di inganni. Al centro di tutta l'operazione c'era il sistema «Double Cross», volto a trasformare le spie dei tedeschi in doppiogiochisti e a creare una squadra di agenti che, con coraggio e spregiudicatezza, è riuscita a convincere i nazisti che l'attacco alleato avrebbe avuto luogo a Calais e in Norvegia.

In sostanza: il lungometraggio è corretto, girato con mano abile e forte di un soggetto a prova di bomba (è il caso di dirlo), accompagnato oltretutto dalle musiche del decano Thomas Newman e per svariati tratti anche avvincente, va ammesso. Resta tuttavia la sensazione che non sia stata ingranata la marcia utile per il salto di qualità. Forse una seconda visione aiuterà.

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