Aveva provato un colpo al cuore, un sussulto ben più forte del solito. Percepiva in quel messaggio una misteriosa minaccia. Le parole erano state scelte indubbiamente di proposito, e Tony si sforzava di tradurle. Il termine 'nostro' non rivelava forse il pensiero recondito di Andrée
Protagonista assoluto di questo romanzo in cui la passione travolgente si coniuga con la morte fin dalle prime pagine è l'amour fou. Le scene di sesso dalla fortissima carica erotica che aprono la storia non sono descritte nel loro avvenire ma narrate dal protagonista che ben presto sappiamo trovarsi in carcere in attesa di giudizio per un delitto di cui il lettore non è informato, e tenuto sotto pressanti interrogatori.
Perché Tony è imprigionato, di che cosa lo si accusa?
Lentamente il lettore è guidato a capire quello che è successo, a sentire che si sta perpetrando un errore giudiziario, che l'accusato non è reo dell'orribile delitto che gli viene imputato, ma è solo vittima della perfida macchinazione di una donna pazza d'amore. Non si può, per correttezza, annunciare il finale anche se è facilmente intuibile, non si prova simpatia per Tony, il debole amante della sensualissima Andrée, ma una certa forma di pietà o meglio di commiserazione.
Tony e Andrée sono amanti, e la loro passione e l'amore che li lega sono sfrenati. A tal punto fuori controllo che questa relazione turbolenta comincia a lasciare dietro di sé un'inquietante scia di sangue, di cui inizialmente sarà accusato Tony, poi Andrée, poi entrambi, in un comune destino di disperazione.
Giganteggia la figura della femme fatale, il cui corpo statuario riempie le prime scene e il cui sorriso beffardo le chiude. A suo modo trionfa, ottiene ad ogni costo, pagando ogni prezzo, ciò che vuole: non separarsi mai più dall'amante. La figura del marito di lei è in penombra nel racconto, personaggio solo accennato, insignificante; diverso invece il ruolo e l'immagine della mite moglie di Tony.
Narrativamente questo appare logico, dato che è lui a ricordare, a ricostruire la vicenda, a ripercorrere le diverse tappe della relazione e il tragico epilogo. Gisèle, la pallida moglie, è una donna dolce e forte, serena e intelligente che sa gestire in silenzio la consapevolezza (assolutamente probabile) del tradimento del marito. E questa sua presenza silenziosa e affettuosa è indispensabile a Tony che in ogni momento dichiara, e pensa davvero, di non essersi mai voluto separare da lei, realtà calda e rassicurante, affetto solido e non messo in discussione dall'attrazione fortissima per l'altra donna. La famiglia e il tradimento: impossibile far convivere queste due dimensioni dell'amore se una di queste è violenta, assoluta, divorante.
Simenon è sempre magistrale nel descrivere i sentimenti, le contraddizioni, la sofferenza dell'anima straziata dalla passione. C'è qualcosa in questo romanzo che ricorda la cinematografia di Trouffaut le sue donne belle e oscure, le passioni che travolgono e il connubio amore morte sempre in agguato. La Camera azzurra è un romanzo assolutamente straordinario, come capita di pensare spesso leggendo l'opera narrativa di Simenon, perfetta nell'orchestrazione della trama, nella costruzione dei personaggi e infine nella capacità di penetrare con pietà ogni oscuro luogo del cuore.
Questa recensione arriva da Wuz, il social network del libro
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