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Le stazioni della luna di Ubah Cristina Ali Farah

Era un sapere riservato solo agli uomini, ma l’intelligenza viva e la curiosità della figlia l’avevano persuaso che non ci fosse niente di male a insegnarle i nomi degli astri e dei pianeti e a sentirla ripetere poesie e indovinelli, la cui memorizzazione era fondamentale per risolvere gli enigmi del cielo

Nata nel mese in cui la stella Shaula si congiunge in cielo con la luna, un mese pregno di femminilità, tempo di abbondanza e latte, ma cresciuta nella conoscenza e nella libertà riservata ai soli maschi; con lo sguardo sempre rivolto verso il cielo, ben oltre l’orizzonte, Ebla studia e interpreta quei corpi celesti che sembrano osservare i comuni mortali con siderale distacco, ma in realtà incombono su di loro e interferiscono nelle loro esistenze più di quanto si creda.

La divinazione degli astri non è mera superstizione, ma neanche pura razionalità scientifica; lei sa leggere nella loro posizione tanto l’arrivo della pioggia quanto, secondo la stazione della luna in cui è nato, l’essenza più profonda di un uomo.

Ma quando l’amato genitore non ha il coraggio di rifiutare per lei un matrimonio combinato per non andare contro il volere del consiglio, Ebla decide per sé e scappa via nel cuore della notte, sicura che le stelle la proteggeranno dalla maledizione del padre, il peggio che una figlia possa temere.

 

Le stazioni della luna
Le stazioni della luna Di Ubah Cristina Ali Farah;

Ebla è una bambina somala con qualcosa di speciale: riesce a leggere le stelle e ama la libertà più di qualsiasi altra cosa. È per questo che quando il padre decide per lei chi dovrà sposare, scappa da tutto ciò che conosce per intraprendere una nuova vita. Ma l'amore per il suo paese resterà per sempre, e per farla tornare, un giorno.

Voleva essere libera per davvero, perseguire i propri desideri

Ambientato nei primi anni Cinquanta, gli anni delle lotte per l’indipendenza somala, Le stazioni della luna di Ubah Cristina Ali Farah non è solo la storia di Ebla, ma anche di Clara, sua figlia di latte, giovane italiana soltanto sui documenti e nel candore della pelle; nata a Mogadiscio durante il colonialismo fascista e cresciuta insieme ai figli della balia fino a quando gli italiani sono stati costretti a rimpatriare durante le ultime settimane del secondo conflitto mondiale, è finalmente tornata in Somalia per insegnare in una scuola elementare di lingua italiana e cercare, nel suo piccolo, di porre riparo alle ingiustizie del fascismo, ai danni di questa terra, e però ancora perpetrati, in modo più o meno velato, non solo da molti italiani, ma anche da somali stessi, conniventi e pronti a denunciare i loro connazionali desiderosi di libertà culturale e autonomia politica. Clara non ha mai dimenticato questo Paese, e ama tutto di Mogadiscio: i colori vividi, i profumi speziati e Kaahiye, il figlio di Ebla.

Si dice che i bambini siano puri alla nascita, che non conoscano vergogna e razzismo prima di essere corrotti dal tempo. Io ho visto Clara, sin da piccola, come una pozza d’acqua limpida dove si bagnano rami carichi di frutta e fringuelli smeraldo scendono per abbeverarsi. […] Gaal bianca dillo a tua sorella, questa è la mia bambina

Narrato all’interno di una cornice storica molto forte e oggigiorno in parte volutamente dimenticata, Le stazioni della luna è un romanzo sull’amore. Sull’amore per i propri cari ma anche per sé stessi, sull’amore per le proprie radici ma anche per la libertà, per la giustizia, per la bellezza della conoscenza. Per amore si fanno delle scelte difficili, e bisogna avere il coraggio di affrontare le conseguenze che ne derivano; Ebla, Clara e gli altri personaggi vivono tutti con grande intensità la loro personale vocazione, con una viscerale devozione, senza distinzione di sorta, anche coloro che hanno deciso di perseguire il male. Così l’autrice racconta l’intrecciarsi dei loro destini con uno stile molto visivo e dettagliato, carico anche di sensazioni olfattive e uditive; ciò che conta dei personaggi è come agiscono, le emozioni che li muovono e smuovono, poco viene detto del loro aspetto, ma è precisa e carica di sentimento la minuzia con cui l’autrice ci mostra le spiagge della Somalia o gli angoli più nascosti di Mogadiscio e di altre località.

La vita è semplice quando si adempie ai propri compiti, quando ci si adatta alle circostanze. Ma cosa rimane dei desideri, se non sappiamo tenerne conto?

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