“Dove inizia una storia, Willie?”, chiesi. Rimase in silenzio per un po’. […] “Dove inizia un’onda sull’oceano?”, rispose. “Dove lascia una cicatrice sulla pelle del mare, per gonfiarsi ed espandersi e precipitarsi a riva”
Quando una storia è degna di essere raccontata? Quando si insinua nelle pieghe di ciò che è tenuto segreto, facendo cadere il velo dell’ipocrisia e raggiungendo il cuore delle tensioni e passioni umane. Probabilmente risponderebbe così lo scrittore William Somerset Maugham, o almeno quello ricostruito da Tan Twan Eng nel suo ultimo libro, La casa delle mille porte, edito da Neri Pozza.
Nel 1921, William Somerset Maugham è in viaggio nei mari della Malesia in compagnia di Gerald, un giovane americano che lo segue come un’ombra nelle lontane terre del Sudest asiatico, dove si consumano gli ultimi giorni dell’Impero britannico.
Lo scrittore è uno dei protagonisti di questo intricato romanzo ambientato nella prima metà del Novecento, in un angolo di mondo dominato dall’Impero inglese, ormai in decadenza. Siamo a Penang, attuale Malesia, all’epoca avamposto della Gran Bretagna nell’Asia sudorientale, sotto il cielo monsonico dell’Equatore. Tan Twan Eng immagina di ricostruire le storie e le vite che hanno ispirato la raccolta di racconti dello scrittore britannico, The Casuarina Tree, nata dai viaggi di Maugham in Malesia insieme al suo amante Gerald Haxton.
Lesley è memsahib, una giovane donna di origini britanniche nata a Penang. Ha sposato l’inglese Robert Hamlyn, affermato e rispettabile avvocato più grande di lei, da cui ha avuto due figli. La coppia è abituata ad accogliere nella loro splendida casa in riva al mare, Cassowary house, tra alberi di baniano, casuarine e fiori di frangipane, personalità di spicco del Novecento: artisti, scrittori, politici. Tra questi, anche lo scrittore William Maugham e il suo segretario-amante Gerald. Proprio a William, alle prese con problemi finanziari e intrappolato in un matrimonio infelice, verrà consegnata la storia che Lesley custodisce nel cuore, sperando che possa essergli di ispirazione per un nuovo racconto: un legame nato grazie al sostegno fornito da Lesley a Sun Yat Sen, rivoluzionario cinese che lotta per una Cina moderna e democratica. A questo racconto si intreccerà quello dell’omicidio che vede coinvolta la sua amica Ethel Proudlock, accusata di aver ucciso un giovane locale per difendersi da un’aggressione sessuale, che si rivelerà complesso nella sua risoluzione, celando dinamiche familiari ambigue.
Attraverso una narrazione che si dipana lungo tre linee temporali, alternando la prima persona narrante di Lesley ad un narratore esterno che segue da vicino William – quasi a fornire una rappresentazione multidimensionale – La casa delle mille porte omaggia Maugham, indagando gli aspetti dell’umano che lo scrittore evidenziava nelle sue opere: la convivenza tra locali e britannici e la divisione in classi, le marcate differenze culturali, le passioni e i desideri umani soffocati dall’ipocrisia imposta dalle regole sociali, l’amore – per un uomo, per la lotta o per un ideale – che può essere vissuto solo di nascosto.
Tan Twan Eng è abilissimo nella costruzione di un romanzo in cui Storia e finzione si confondono, dove i personaggi storici sono piegati in funzione della narrazione attraverso uno stile preciso ed elegante in grado di restituire, attraverso descrizioni accuratissime, colori e odori di un luogo del mondo in quella precisa epoca.
Ogni personaggio è uno specchio dell’altro e i destini personali di ognuno si intrecciano e si incontrano, in un quadro narrativo che si rivela per episodi.
“Il compito dello scrittore è riempire gli spazi vuoti. E decidere il finale.” Era un pensiero che non mi aveva mai sfiorato: tutti avevamo il potere di cambiare il nostro passato, il nostro inizio […] ma nessuno poteva decidere come sarebbe finita la nostra storia
In quello che può essere definito un metaromanzo, si indaga il potere della scrittura e della memoria: Lesley e William sono alter ego dell’autore, perché si interrogano sull’utilità e le modalità del raccontare e sanno utilizzare l’immaginazione quando la verità non può essere rivelata.
Un racconto ambizioso e memorabile, che ci coinvolge in un girotondo in cui la fine trabocca nell’inizio e lo riempie di senso, dopo essere stati condotti, attraverso le mille porte che compongono il libro, nel cuore della casa, la stanza più remota, dove i più profondi sentimenti e desideri umani vengono conservati.
Una storia, come un uccello della montagna, può portare un nome al di là delle nuvole, persino al di là del tempo. Fu Willie Maugham a dirmelo, molti anni fa
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