In una cittadina poco distante da Grosseto un bambino viene ritrovato nudo e spaesato, mentre cammina per la strada. Valentina De Medici, la più giovane commissaria del Servizio Centrale Operativo, ha il compito di indagare: non dovrebbe essere un caso troppo difficile perché Fosco, il ragazzino, é fuggito di casa già altre volte.
Valentina però ha un brutto presentimento e, quando vicino Volterra è un altro bambino a essere rapito, questa volta a seguito di un efferato omicidio, le cose si complicano.
Mi chiamo Valentina Medici, sono il più giovane commissario del Servizio Centrale Operativo, e questa è la mia prima, vera indagine. E rischia di essere anche l'ultima della mia vita. Perché nessuno può precipitare in un pozzo così nero, così profondo, e sperare di riemergerne indenne.
Non sono in molti a crederle e ad avere fiducia in lei, alcuni colleghi non apprezzano il suo intuito, o meglio temono che abbia ragione. Pensano che ricopra quel ruolo solo perché: “C’era bisogno di una donna immagine che sapesse anche fare il mestiere del poliziotto […]”. Soltanto il suo capo, Angelo Zucca, e Fabio Costa, il commissario dal passato complicato e su cui si posa una nube oscura, la stimano e la convincono a seguire le sue intuizioni: i casi di Volterra e di Grosseto sono collegati.
Pisa e Volterra distano quasi ottanta chilometri. Un’enormità per chi si occupa di criminalità e di controllo del territorio. L’ambiente naturale che circonda le due città è molto diverso, pianeggiante e dolce intorno al capoluogo, aspro e suggestivo ai piedi della cittadina etrusca. La prima assegnazione di Valentina, da giovanissima funzionaria, era stata in un commissariato in Calabria, in un contesto geografico simile. Aveva esordito indagando su una faida familiare: morti ammazzati, rancori sedimentati nei decenni
Sicuramente grazie al suo lavoro nella SCO e al suo lavoro come Commissario Capo di Polizia, De Franchi è abilissimo nel descrivere le dinamiche interne alla polizia, ma anche le suspense, l’ansia e l’angoscia e la diffidenza che tutti i personaggi vivono.
La scrittura è vivida, alcune scene richiamano le ambientazioni di Criminal Minds, con uno spruzzo de Il Codice da Vinci, il che lo rende il thriller perfetto per chi è appassionato del genere e cerca un romanzo ambientato nel nostro territorio, dalla struttura solida e ben articolata.
In La condanna dei viventi, Marco De Franci, è riuscito nell’intento più difficile: sorprendere senza annoiare e senza cadere in scene prevedibili o stereotipate.
Un thriller come pochi che, nonostante la lunghezza, cattura ad ogni pagina. I capitoli brevi e i frequenti colpi di scena, suscitano una fame nel lettore che non può fare a meno di continuare a leggere e a sfogliare le pagine per scoprire se Valentina e Fabio sono arrivati finalmente a capire chi è il killer.
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