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La deriva dei continenti di Russell Banks

Dobbiamo attraversare deserti e spesso perire lungo il cammino, dobbiamo andarcene e ricominciare la nostra vita altrove e, quando arriviamo, dobbiamo continuare a bussare alla porta, gridando e battendo i pugni finché quelli che si ritrovano a fare i guardiani siano anch’essi mossi ad ammirazione e aprano. Il pianeta siamo noi, tanto quanto lo sono acqua terra fuoco aria, e se il pianeta sopravvive sarà solo grazie all’eroismo

Quando comincia la storia della sua vita, Bob Dubois ha trent’anni, è felicemente sposato con Elaine, ha due figlie di sei e quattro anni che lo adorano, alcuni amici che pensano abbia un buon senso dell’umorismo. Vive a Catamount, New Hampshire da sempre e dalla fine delle superiori ripara bruciatori a nafta per la Abenaki Oil Company. È un uomo parsimonioso, vive in una casetta trasandata in un quartiere operaio, ha una station wagon che fa un po’ di bizze e una barca da pesca costruita da un kit.

Vota per i democratici e crede in Dio come ai politici: sa che esiste, ma non conta su di lui. Ha un’amante e odia la sua vita, ma non si lamenta perché viene da una famiglia povera e sa di avere molto rispetto a chi sta in fondo, a chi è meno fortunato. Però alla vecchia metafora della vita come una scala su cui si fonda il sogno americano non ci crede più.

Così Russell Banks introduce il protagonista del suo più noto e apprezzato romanzo La deriva dei continenti, finalista al Pulitzer e Premio Dos Passos per la Letteratura, edito per la prima volta in Italia da Einaudi nel 2013. Siamo agli inizi degli anni ottanta – la prima edizione americana è del 1985 – ma è un romanzo che pare essere stato scritto oggi. 

Bob Dubois odia la sua vita perché avverte di non avere futuro. Ogni giorno che passa è uguale al precedente. La felicità della sua famiglia non può impedirgli di pensare al fatto che non potrà mai arrivare più in alto, che fra trent’anni sarà ancora al punto in cui è adesso. Sogna quello che ogni uomo medio sogna: una vita confortevole, borghese, soddisfacente. Eppure ha fatto la fine di suo padre, per quanto da ragazzo si sentisse destinato a grandi cose. Suo fratello Eddie invece se n’è andato in Florida e ha fatto fortuna con la vendita degli alcolici.

Alla fine, Bob si convince che anche per lui è arrivato il momento di trasferirsi. Ma in Florida la vita non sarà facile come quella immaginata. Lavorando al negozio di alcolici del fratello conoscerà Marguerite, una giovane donna nera che diventerà sua amante. Una sera due uomini neri cercheranno di rapinarlo dell’incasso. Le tensioni sopite con il fratello esploderanno di colpo rivelando infine loschi traffici e un segreto nascosto. Bob si metterà in affari con un vecchio amico ritrovato quasi per caso in Florida, ma il bisogno di soldi lo spingerà a prendere in considerazione nuove strade pericolose.

Vanise Dorsinville scappa da Haiti con il figlioletto e un nipote adolescente dopo che l’isola è stata colpita da un forte uragano. Scappa dalla miseria, dalla schiavitù e dall’oppressiva presenza di Aubin, il padre di suo figlio. Mentre Bob si lascia trasportare da quello che gli accade come privo di qualsiasi vincolo morale, Vanise lotta con tutte le sue forze, subendo violenze e soprusi di ogni genere, per riuscire a raggiungere l’America. E proprio lungo la strada verso la Florida le strade di Bob e Vanise si incroceranno.

Russell Banks ci presenta due vite e due destini molto diversi, eppure simili nel desiderio di affermarsi e realizzare il proprio sogno. In confronto alla drammatica storia di Vanise e al problema della tratta degli esseri umani, il dramma esistenziale di Bob appare irrilevante. Entrambi saranno cambiati dalle situazioni che si troveranno ad affrontare durante il percorso e dovranno scendere a compromessi, perché «nulla è gratis nella terra della libertà». 

Quello di Banks è uno stile inconfondibile che si caratterizza pagina dopo pagina nel cogliere le vite di chi vive ai margini con distacco e con eccezionale profondità psicologica allo stesso tempo. Non tradizionale è il punto di vista del narratore, esterno ma non lineare: procede come lo zoom di un apparecchio digitale, avvicinandosi progressivamente e mettendo a fuoco singoli momenti e aspetti.

La deriva dei continenti è un romanzo che vuole raffigurare la realtà nella sua crudezza, la tragedia quotidiana della vita umana, l’estremo materialismo e individualismo americano in contrasto con un sogno di riscatto sociale che non è davvero destinato a tutti.

Nel romanzo di Banks non c’è condanna né redenzione per nessuno.

La prospettiva cambia continuamente, e le cose assumono altro valore e significato. Gli uomini, indaffarati continuamente alla ricerca della felicità, sono solo un sottosistema insignificante, preda di forze naturali invisibili, all’interno dei grandi movimenti dell’universo, delle correnti, delle maree, dei continenti. Tutto si muove, si trasforma, va avanti per sfuggire all’entropia e seguire l’unico imperativo morale: perpetuarsi. È questo uno spettacolo eccezionale che rivela tutta la grandezza della vita cosmica, qualcosa che ha dell’eroico. «Non eroismo sporadico [...] ma eroismo costante, sistematico, eroismo come principio dominante».

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Conosci l'autore

Russell Banks è universalmente considerato uno dei piú grandi narratori americani degli ultimi trent’anni. Di origini operaie, ha svolto molti lavori saltuari (idraulico, commesso di libreria) e i suoi libri raccontano l'America piú vera e profonda, la quotidianità, la fatica di vivere. Tra le sue opere, spesso tradotte per il cinema, ricordiamo alcuni titoli pubblicati da Einaudi: i romanzi "Tormenta", "Il dolce domani", "La legge di Bone", "I tradimenti"; per Stile Libero è uscita l’antologia di racconti "L’angelo sul tetto". Con "La deriva dei continenti" (Einaudi 2013) Banks è stato finalista al Pulitzer e ha ottenuto il Dos Passos Prize per il miglior romanzo. È scomparso nel 2023, a 83 anni.Nello stesso anno esce per Einaudi il suo ultimo romanzo, La terra della magia.Fonte immagine: Einaudi editore

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