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Tutta colpa di una canzone di Jane Sanderson

Premetto che non aspettavo altro che poter scomodare niente di meno che la fisica quantistica per poter dimostrare quanto nella vita umana l’amore sia la variabile più invariabile.

Mi spiego meglio: Einstein ci ha insegnato che il tempo e lo spazio non sono costanti fisse nell’universo, ma dipendono dal punto di osservazione, e questa prima tesi mi serve per dimostrare che, sì, 30 anni sono un bel po’ di tempo per noi umani e, sì , 16,000 km sono una bella distanza per noi bipedi, però è anche vero che tutto dipende con quale prospettiva li si guarda, da come li si percepisce, da quanto una cosa la si desidera.

Tutta colpa di una canzone
Tutta colpa di una canzone Di Jane Sanderson;

Daniel era stato il primo a regalarle una compilation. Dentro ci aveva messo i Police, Jimi Hendrix, i Talking Heads, i Beatles, David Bowie. Ma Alison un giorno era sparita senza lasciare spiegazioni. Ora, dopo tutti questi anni, il nome di Dan le compare sul telefono insieme al link per una canzone. Perché le canzoni dei sedici anni non si dimenticano mai.

Nella fisica quantistica, inoltre, la teoria dell’ interazione sostiene che due particelle interagendo tra loro per un periodo di tempo, una volta separate non possono più essere descritte come due entità distinte, perché quello che accade all’una influenza l’altra anche ad anni luce di distanza...ergo cosa saranno mai 16.000 km,, dico io!

E, giusto per affondare ancora di più il colpo, aggiungo che la velocità del suono su questo pianeta è più o meno di 330 metri al secondo, quindi per coprire, ipoteticamente ovviamente, la nostra famigerata distanza di 16,000 km, saranno necessarie “solo” circa 13 ore.

Ma tutto questo per dire cosa? Per dire che Alison vive ad Adelaide mentre Daniel ad Edimburgo, l’ultima volta che si sono visti avevano 17 anni, si scambiavano mix tapes e si amavano come ci si ama solo a quell’età: per sempre. La terra ha continuato a girare sul suo asse e intorno al sole, mentre loro diventavano grandi e si allontanavano sempre di più, mettendo chilometri, ricordi e quotidianità a dividerli.

Ma la musica, si sa, è magia udibile, palpabile e in alcuni casi anche edibile. Ci si può nutrire con la musica, si posso nutrire i ricordi per non farli morire, o fissarne di nuovi per celebrarli e renderli immortali. E sarà proprio una canzone linkata via Twitter da Daniel ad Alison dopo soli 30 anni a rimettere in moto ciò che sembrava congelato nel passato, a confermare che il tempo e lo spazio sono relativi e si piegano non solo alle leggi fisiche ma anche alle volontà umane.

Jane Sanderson ci regala un libro con una colonna sonora ricercata, ci racconta di come dall’adolescenza in fondo non si esca mai, ma si impari solo a recitare una parte e ci lascia la speranza di essere  ancora capaci di afferrare le cose belle che ci gravitano attorno prima che un buco nero le inghiotta per sempre, tutto questo con in cuffia quella canzone che ci fa vibrare l’anima in accordo con l’universo.

 

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