Ti è mai capitato di chiederti: “cosa c’è al centro della mia vita?”
Lavoro, amore, famiglia, vizi, il calcetto con gli amici, il corso di nuoto, le passioni, viaggiare senza essere mai a casa... qual è quell’elemento che ti fa andare avanti senza pensare che la vita sia una monotonia assoluta?
Questa è una di quelle domande che ti accompagna dalla nascita, è sempre lì, come quello strato di polvere sul comodino, che si riforma appena passi lo straccio.
La bambina lo guardava e stava zitta. "Non parla." "Come 'non parla'? E perché?" chiese Galassi. "E che sono, un medico? I medici costano, e se fossi un medico non starei qua. Non parla. Capisce tutto, in due lingue, reagisce, ci sta con la testa... Però non parla. Se la vuoi, è tua!" Angelo Galassi aveva approfittato al volo di un errore burocratico che lo dichiarava deceduto.
Appena metti piede nel mondo, sei costretto a compiere delle scelte. Certo, da bambino qualcuno lo fa per te, non sei tu che stabilisci le “priorità”.
Io ho sempre detestato che qualcuno decidesse per me. Andare alla lezione di Karate o andare al compleanno del mio compagno di scuola? Ci pensava la mamma, così da togliermi questo enorme macigno, che a me sembrava solo un sassolino come un altro. Solo che poi si diventa adulti, la mamma ti lascia scegliere e le decisioni non sono più così facili. Diventa sempre più complicato capire quali sono le priorità. Allora ti metti lì, ci ragioni, valuti, e finalmente arrivi a capire cosa c’è al centro di tutto.
Il fatto è che, appena pensi di aver trovato la risposta, ecco che la vita cambia completamente i tuoi piani. Tutto si stravolge, e in un millesimo di secondo ti ritrovi a dover rivalutare ogni cosa.
Questo è quello che succede a Galassi, protagonista del romanzo di Tiziano Ferro La felicità al principio (Mondadori).
Lui ha sempre pensato che la sua vita fosse in qualche modo già scritta, con un finale scontato, e l’assoluta certezza che tutto sarebbe rimasto sempre uguale, un giorno dopo l’altro.
Il mondo, però, non funziona così.
Lui doveva essere il classico cantante caduto, che va avanti senza chiedersi il perché delle cose.
Quando sei stato niente, rimani niente
Certo, troppo facile così. No, non serve a niente rinchiudersi nello spazio (sicuro) del “niente”, un posto creato da qualcun altro, dove ti adagi e non pensi più a nulla. Infatti, qualcuno ha deciso che la vita di Galassi meritasse un finale diverso.
In un giorno di normale amministrazione, la vita di Galassi cambia per sempre. Non si abbandona più ai suoi demoni interni, non con la facilità di prima. Qualcosa lo frena, gli impedisce di farsi totalmente del male.
Galassi ritrova la voglia di vedere i film di Fantozzi, preparare una colazione abbondante, rivedere un suo concerto.
Non è più in un vortice oscuro che lo sta portando a essere un fantasma dimenticato, in un paese lontano da casa, che aspetta che la morte bussi al campanello.
Improvvisamente, davanti a Galassi si presenta l’opportunità di una nuova esistenza, la possibilità di essere una persona diversa.
Improvvisamente arriva Sophia.
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