Consiglio d'autore

Chiara Valerio consiglia La figlia unica di Guadalupe Nettel

Adesso si può essere madri anche di gatti, di uova di piccione, di cani, di bambini per corrispondenza, forse addirittura di oggetti

Due anime conosciutesi a Parigi, si ritrovano in Messico, il loro paese d'origine, a vivere la loro vita da adulte. Sono Laura e Alina, due amiche che pur simili tra loro, sono molto diverse. Soprattutto in fatto di maternità

Laura e Alina vedono l'essere mamma come un ostacolo alle proprie vite, ma come sempre accade in un buon romanzo e nella vita, c'è qualcosa che sovverte il corso delle cose. Alina si innamora e con Aurelio percorre ogni strada per avere un figlio. Dopo svariate difficoltà, ecco che la donna rimane incinta di Inés. 

La figlia unica di Guadalupe Nettel è, però, un romanzo che, ogni volta intrapresa una strada, cambia rotta e scombussola il lettore. Al settimo mese di gravidanza, infatti, i medici comunicano ai genitori che il cervello di Inés non si è sviluppato: la bambina non sopravvivrà alla sua stessa nascita

E il destino non può stare a guardare. Sin dal momento in cui apre gli occhi, la piccola decide di lottare con tutte le sue forze per la sua esistenza. La vita e la morte si legano in questa vita fragilissima, in questa esperienza di maternità sofferta e dolorosa

La figlia unica
La figlia unica Di Guadalupe Nettel;

Laura e Alina si sono conosciute a Parigi quando avevano vent'anni. Ora sono tornate in Messico. Laura ha affittato un piccolo appartamento e sta finendo la tesi di dottorato mentre Alina ha incontrato Aurelio ed è rimasta incinta. Tutto sembra andare per il meglio fino a quando un'ecografia rivela che la bambina ha una malformazione e probabilmente non sopravvivrà al parto. Inizia così per Alina e Aurelio un doloroso e inatteso processo di accettazione. Non sanno ancora che quella bambina riserva loro delle sorprese.

Mentre Alina osserva ogni giorno quello che potrebbe essere l'ultimo respiro di sua figlia, Laura sembra rinnegare la maternità, rimanendo ferma nella sua posizione. 

Ancora una volta il destino interviene, questa volta sotto forma di un nido di piccione trovato sul terrazzo e bussando all'appartamento accanto. Qui abitano Doris e suo figlio Nicolás, orfano di un padre violento. Laura non vuole essere madre e ne è perfettamente convinta, ma sarà lei a occuparsi dei vicini quando sentirà delle grida e di quelle uova di piccione sul suo terrazzo, tanto odiate inizialmente, ma così tanto da proteggere. 

La figlia unica è una storia di grandi donne, grandi perché vissute nella loro quotidianità. Alina che, prima ancora della nascita di sua figlia, deve fare i conti con la sua morte. Inés che ogni giorno si aggrappa disperata alla propria vita. Laura che rappresenta tutte quelle donne, spesso incomprese, che scelgono coscientemente di non vivere la maternità nel senso più ovvio del termine, ma non per questo sono anaffettive o non in grado di prendersi cura degli altri. Doris che deve combattere non solo contro la violenza del figlio, ma anche contro la sua depressione.  

Con il suo primo romanzo, Guadalupe Nettel parla di maternità, di voglia di vivere, di morte. Ci racconta di quanto sia normale cadere, perdersi, ma sempre rialzarsi e ritrovarsi. Il suo stile autentico e coinvolgente indaga temi universali come l'amore, l'amicizia, la famiglia tradizionale e quella non. Le sue parole sono di empatia, mai di giudizio e sempre con una fede nella vita, un fede laica e non spirituale, che da lettore è impossibile non accogliere. 

La figlia unica è un romanzo che con la sua protagonista, Laura, ci appassiona, ci fa piangere, ci fa sperare. Ci fa vivere

Racconta la maternità come un’esperienza per gli esseri umani, indipendente che si sia maschi o femmine, indipendentemente che si abbia figli o non si abbia figli

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È autrice di quattro raccolte di racconti tra cui "Pétalos y otras historias incómodas" (2008) e "El matrimonio de los peces rojos" (2013); e di un romanzo: "El huésped" (2006). Ha ricevuto diversi riconoscimenti tra i quali il premio franco-messicano Antonin Artaud (2008), il premio tedesco Anna Seghers (2009) e il Premio de narrativa breve Ribera del Duero (2013). Il corpo in cui sono nata (Einaudi 2014) è il suo primo libro tradotto in italiano, a cui sono seguiti Quando finisce l'inverno (Einaudi 2016) e Bestiario sentimentale (La Nuova Frontiera 2018).

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