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La morra cinese di Marco Malvaldi

Per gli assidui avventori – o meglio lettori – del BarLume, i protagonisti dell’ultimo libro di Marco Malvaldi edito da Sellerio sono ormai vecchie conoscenze. C’è come al solito Massimo, «il barrista» del locale più movimentato del comune di Pineta (in Toscana, seppur immaginario), affaccendato dietro al bancone e alle prese con i ritardi della burocrazia comunale per la concessione di occupazione del suolo pubblico. E poi la bella Tiziana, sua socia in affari, il compagno di lei Marchino, disoccupato e babbo a tempo pieno e infine Alice, vicequestore e fidanzata di Massimo. Insieme a loro, gli irriducibili nonni del BarLume: Ampelio, Pilade, Aldo e il Rimediotti, quattro pensionati e onnipresenti frequentatori del bar di Massimo.

La morra cinese
La morra cinese Di Marco Malvaldi;

Incontenibile umorismo e suspense avvincente, tra politica, lotta sociale e studi letterari un nuovo intrigo coinvolge i Vecchietti e il barrista Massimo, protagonisti della fortunata serie tv Sky «I delitti del BarLume».

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Dovresti venire di qua al bar per una mezz’ora e occuparti del reparto geriatria

Ancor prima che piombi la notizia di un nuovo morto ammazzato, nel La morra cinese due altri eventi sembrano catalizzare l’attenzione generale dei vegliardi del BarLume. Il primo, non certo in ordine di importanza, è il risultato delle elezioni comunali, che fanno schierare su fronti contrapposti i quattro, intenti a punzecchiarsi tutto il tempo tra una mano di briscola e un caffè, trascinando il lettore in comici battibecchi coloriti e senza freni. A poche pagine dall’inizio del romanzo, infatti, si scopre che dopo decenni la destra si è insediata a capo della giunta comunale e Ampelio, sopravvissuto a «una pandemia, una guerra mondiale e un decennio di terrorismo», non riesce proprio a farsene una ragione: «dovevo arriva’ a novant’anni solo per vedemmi di novo circondato da’ fascisti». Al BarLume, però, davanti al biliardo e al bancone, le opinioni a riguardo sono divergenti. Pilade è della sua stessa idea, mentre Aldo e il Rimediotti, la pensano diversamente: «Tanto è sempre così. Quando arriva qualcuno che non la pensa come te, è un fascista».

Il secondo evento, invece, molto più lieto degli esiti delle amministrative, distrae quasi a tempo pieno i quattro vecchietti, decisamente più avvezzi a fare i nonni di Michele e Matilde, i due nipotini arrivati in famiglia, che gli investigatori per diletto. E così, quando i due pargoli irrompono nel bar, non che i quattro nonni smettano di blaterare di politica e lamentarsi, ma a quei sorrisi infantili e gorgoglii, gli anziani non sanno proprio resistere. Al punto che quando Alice annuncia di dover indagare sulla misteriosa morte di uno studente di dottorato della Normale, precipitato nella notte dal quarto piano del palazzo comunale, i quattro nonni quasi non ci fanno neppure caso.

Il tutto nell’indifferenza generale dell’assemblea, che ormai ai morti ammazzati con una nuora vicequestore ci abbiamo fatto il callo, mentre invece due nipotini nuovi di zecca sono tutta un’altra cosa

Il lettore, però, viene subito rimbalzato nel vivo dell’indagine. Senza attardarsi più di tanto, infatti, la vicequestore molla la figlia al papà dietro al bancone e parte per andare a interrogare i primi sospettati. Nel frattempo al BarLume tutto procede come al solito. Tiziana armeggia con i bambini e Massimo per un attimo si sofferma sulla scena che gli si apre davanti, quasi fosse un «presepe vivente»: «Ci sono due persone che lavorano, due marmocchi e quattro pensionati. Un ritratto statisticamente fedele dell’Italia, direi. Manca qualcuno?». All’appello, in effetti, manca l’assassino. Ma come in ogni giallo che si rispetti, se non ci fossero le indagini a tenere il lettore incollato fino alla fine, il romanzo durerebbe solo poche pagine. Certo, quelle scritte da Malvaldi si leggono in un soffio, ma senza trattenere il respiro, altrimenti non ci si potrebbe abbandonare a qualche sonora risata.

Tra dialoghi sguaiati e una vivace comicità sui cui è costruita quasi ogni singola riga del romanzo, Malvaldi affida la narrazione a una voce terza, irriverente, anche questa, che agilmente si sovrappone ai punti di vista di Massimo e della vicequestore, Alice e che di tanto in tanto ammicca al lettore. Lo scopo: un invito a non volersi prendere troppo sul serio in questo polar che di fatto è una commedia in giallo, in cui ci scappa un morto ammazzato, un mistero da risolvere e le rocambolesche indagini di un quartetto di nonni, quasi sempre sul punto di chiudere il caso, ma senza mai beccare il vero colpevole.

– Non le stava troppo simpatico, vero? Se la domanda lo sorprese, Guido Salomone non lo dette a vedere. Si dice così, nei gialli, no?

Come tutti gli altri romanzi della serie del BarLume, il tema del gioco è una costante sin dal titolo, al pari dei protagonisti. Nell’ultimo romanzo di Malvaldi, la morra cinese, ovvero quel gioco che si fa con le mani, tirando sasso-carta-forbici, diventa quasi uno spunto investigativo, il cui meccanismo rimanda agli usi civici che insisterebbero su un terreno che la nuova giunta comunale sta per vendere a una holding, non senza un diffuso disappunto della cittadinanza. Cosa abbiano a che fare gli usi civici con la morte del povero Stefano Mastromartino, il conte Serra Catellani, nobile decaduto, nonché ultima persona ad aver telefonato alla vittima e una lirica di Leopardi (presumibilmente scovata da Mastromartino nel corso delle sue ricerche), è un fitto mistero. Un’intricata matassa che la vicequestore, e parallelamente i vecchi del BarLume, dovranno sbrogliare per far luce sull’accaduto. Ma alla fine, come al solito, sarà Massimo da dietro il suo bancone a vederci chiaro. E i quattro nonni – tranquilli, nessuno spoiler - torneranno a sfidarsi al biliardo, in attesa del prossimo avvincente caso da risolvere.

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Marco Malvaldi, laureato in chimica presso l'Università di Pisa, ha provato a fare il cantante lirico, ma ha abbandonato dopo poco per tornare alla professione di chimico. Esordisce nella narrativa nel 2007 con la serie dei vecchietti del BarLume, pubblicata da Sellerio: La briscola in cinque (2007), Il gioco delle tre carte (2008), Il re dei giochi (2010), La carta più alta (2012), Il telefono senza fili (2014); La battaglia navale (2016), A bocce ferme (2018), Bolle di sapone (2021), La morra cinese (2023). Da questa serie a partire dal 2013 è stata tratta una serie televisiva dal titolo I delitti del BarLume. Ha pubblicato anche Odore di chiuso (Sellerio, 2011, Premio Castiglioncello e Isola d’Elba-Raffaello Brignetti), giallo a sfondo storico, Milioni di milioni (Sellerio, 2012), Argento vivo (Sellerio, 2013), Buchi nella sabbia (Sellerio, 2015) e i saggi L' architetto dell'invisibile ovvero come pensa un chimico (Cortina Raffaello, 2017), Le due teste del tiranno. Metodi matematici per la libertà (Rizzoli, 2017), Per ridere aggiungere acqua. Piccolo saggio sull'umorismo e il linguaggio (Rizzoli, 2018), La misura dell'uomo (Giunti, 2018), e Vento in scatola (Sellerio, 2019).Suoi racconti sono inclusi nelle antologie di Sellerio: Un Natale in giallo (2011), Capodanno in giallo (2012), Ferragosto in giallo (2013), Regalo di Natale (2013, La tombola dei troiai), Carnevale in giallo (2014, Costumi di tutto il mondo).  Nel luglio 2013 vince il Premio letterario La Tore Isola d'Elba.Nel 2019 pubblica per il Mulino assieme a Stefano Marmi Caos.Nel 2023 esce per Giunti editore il giallo storico, Oscura e celeste.

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