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La stirpe e il sangue di Lorenza Ghinelli

È il 1442. Radu nasce durante la notte, a Sârgsor. Quando i suoi occhi di ragno vedono la luce, fuori s’incendia l’albero più antico del villaggio.

Il bambino è gracile e pallido e il padre vorrebbe abbandonarlo nel bosco, ma la madre, Maria, e la sorella Anna lo stringono a loro in una catena di carne e tenacia. Il villaggio viene invaso dai turchi: le due riescono a fuggire e portano con loro Radu nella foresta.

La foresta li accoglie, li nasconde, li inghiotte. La foresta è matrigna: li graffia

La stirpe e il sangue
La stirpe e il sangue Di Lorenza Ghinelli;

Lorenza Ghinelli si misura con la letteratura gotica reinterpretandola e offrendo ai suoi lettori un racconto nerissimo, ma anche un potente inno alla sete di riscatto degli esuli e alla forza indomita delle donne capace di vincere ogni cosa.

A trovarli è un uomo che li porta a cavallo nella cittadina di Târgoviște. Qui una casa in pietra sovrasta tutte le altre, e l’uomo che le ha salvate, che ci abita, fa lo stesso in mezzo a tutti gli altri uomini. Anche lui vorrebbe per Radu il destino predetto dal padre, ma Anna e Maria combattono per la sua sopravvivenza. Il segreto che lo fa andare avanti è nel sangue:

Non fosse stato per il sangue apparterrebbe alla terra

La stirpe e il sangue è una storia di esuli, di oppressi che come strumenti hanno l’ingegno di ciascuno e la forza che deriva dal sostenersi a vicenda. Maria, Anna e Radu trovano nella stirpe, la loro, qualcosa che li lega in modo indissolubile, che li spinge a proteggersi e a lottare per affermarsi. Le azioni di tutti i personaggi, dei deboli come dei potenti, sono regolate in qualche modo dal sangue: il sangue porta la morte tanto quanto permette la vita, diventa la ragione per la quale e grazie alla quale si sopravvive.

Lorenza Ghinelli parte dalla figura che ha ispirato uno dei personaggi più diffusi nell’immaginario comune, Dracula, per creare una storia del tutto nuova e in un certo senso complementare alla leggenda che conosciamo.

Il risultato è un libro dalle atmosfere perturbanti, che porta con sé gli echi delle fiabe più crude. Le parole dell’autrice ci conducono nel villaggio, nella foresta e nella casa in pietra, nella capanna; ne sentiamo gli odori e i rumori. E, come fanno le fiabe, la storia riesce a parlare di noi pur raccontando di tempi e luoghi lontani.

Parte integrante sono le meravigliose illustrazioni di Darkam, che a ogni capitolo impreziosiscono il racconto e accompagnano la lettura, contribuendo a evocare le tinte gotiche e sempre più cupe del libro.

Maria alza lo sguardo: solo case sbilenche, strade vuote, un paio di cani segnati dalla rogna. Continuerà a camminare fino alla fine del villaggio, lungo i confini più estremi dove si diventa animali, forse. E forse meno bestie

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È diplomata in grafica pubblicitaria, fotografia, web design e montaggio digitale. Laureata in Scienze della Formazione, ha conseguito presso la Scuola Holden di Torino il Master in "Tecniche della narrazione". Autrice di vari racconti, opere teatrali e cortometraggi, ha scritto Francis degli specchi, un romanzo disegnato da Mabel Morri. Nel 2010, insieme a Simone Sarasso e Daniele Rudoni, ha pubblicato J.A.S.T. (Marsilio). Vive a Roma dove lavora come editor e sceneggiatrice per la Taodue.Il suo primo romanzo è Il Divoratore (2011). La colpa (2012) è entrato nella cinquina dei finalisti del Premio Strega 2012. L'anno successivo sono usciti Sogni di sangue e Con i tuoi occhi. Nel 2014 il suo racconto "Un diavolo per capello" appare nell'antologia Delitti di Capodanno. Questo, come tutti i suoi precedenti libri, sono editi da Newton Compton. Altre sue pubblicazioni sono: Almeno il cane è un tipo a posto (Rizzoli, 2015), Anche gli alberi bruciano (Rizzoli, 2017), Tracce dal silenzio (Marsilio, 2019) e Bunny Boy (Marsilio, 2021).

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