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Nera schiena del tempo di Javier Marías

Sono troppi quelli che nascono ed è come se non fosse avvenuto e come se non fossero mai esistiti; sono così pochi quelli di cui si conserva memoria e ci sono tanti che muoiono presto come se il mondo non avesse la pazienza di assistere alla loro vite o avesse fretta di liberarsene

Dietro un titolo originale, tratto dalla Tempesta di Shakespeare, si nascondono moltissimi personaggi che attraversano, quasi come schegge impazzite che l'autore non riesce a "tenere a freno", le pagine del nuovo romanzo (ma si può davvero definirlo tale?) di un autore molto amato (e molto venduto) in Italia: Javier Marías.

Come una manciata di biglie scivolate sul pavimento le storie sembrano sfuggire allo stesso autore in direzioni diverse, intersecandosi, scontrandosi e poi rotolando ognuna verso il proprio angolo, senza un percorso preciso. Ma il lettore più attento, che conosce l'opera dello scrittore spagnolo, riconoscerà in queste storie personaggi già visti, situazioni già narrate, brani di vicende già sentite. Cambia la prospettiva con la quale l'autore racconta.

Dopo poche pagine parrebbe indispensabile la conoscenza dell'opera omnia dello scrittore e, in particolare, di quel romanzo apparentemente autobiografico (ma che autobiografico non è, come afferma lo stesso Marías) che si intitola Tutte le anime. Ma dopo poche pagine ancora, si scopre che non è affatto necessario aver letto e ricordare "al dettaglio" quelle pagine. Perché Marías ce le racconta nuovamente e le presenta sotto un altro punto di vista.

Nera schiena del tempo
Nera schiena del tempo Di Javier Marías;

Questo romanzo raccoglie episodi di vita di Marìas, alcuni veri, altri inventati. Alle volte appare come un memoir, altre come un'opera di pura fantasia, e tutto è tenuto insieme dalla sua maestria di autore e inventore. La meraviglia non è scovare cosa c'è di vero, ma lasciarsi andare a credere che tutto lo sia.

È un compendio, talora un po' troppo autocelebrativo, di quello che è stato il percorso dell'autore, specie nei dieci anni che dividono la creazione di Tutte le anime e l'uscita in libreria di Nera schiena del tempo. Chissà quanto di realmente autobiografico c'è in questo libro e quanto invece è divertimento e invenzione. Difficile dirlo anche perché Marías non ce lo svela mai. Però c'è una buona dose di "reale" che arriva attraverso alcuni nuovi protagonisti, le persone che in questi anni hanno "tormentato" il narratore chiedendogli conto delle coincidenze tra loro stessi e i personaggi inventati in Tutte le anime. 

Insegnanti, studenti, amici che riconoscendosi, a torto o a ragione, in quei cloni letterari, hanno voluto in qualche modo prendere la parola e ai quali Marías ha offerto uno spazio in queste pagine, senza intervenire sui fatti già accaduti. «Non si può correggere il passato», e anche nella scrittura l'autore si attiene ai principi di conoscenza che reggono la vita. Dunque, parzialmente protagonista del romanzo è proprio il rapporto tra realtà e finzione, a volte lineare, a volte molto complesso. Il parlare di sé viene mescolato con i fatti vissuti, con il "saputo", con ciò che si è sentito dire, in un libro che si mantiene narrativo, nonostante tutto.

E dalle pagine emergono prepotentemente alcuni personaggi "storici", altri scrittori, avventure originali: biglie che rotolano in tante direzioni. Una storia per tutte, quella dell'isola di Redonda, passata di proprietà da scrittore in scrittore, sino allo stesso Marías. La ricostruzione della intricata vicenda ha per protagonisti Matthew Shiel, autore del capolavoro La nube purpurea, e John Gawsworth, già citato in Tutte le anime, personaggi reali che sembrano fantastici, così come immaginario appare il regno di Redonda, ora governato dal suo unico suddito: Marías.

Pietro Citati ha scritto: «Nera schiena del tempo di Javier Marías è il libro più singolare che abbia mai letto nella mia lunga vita di lettore. Per un verso, è un libro brutto: oso dire molto brutto... Per l'altro verso è bellissimo e rarissimo».

Non perdetelo.

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Conosci l'autore

Javier Marías è stato uno scrittore spagnolo. Nato da da una famiglia di intellettuali anti-franchisti, si laurea all'Università Complutense di Madrid, è considerato uno degli esponenti più significativi della generazione contemporanea. Esordisce nel 1971 con Los dominios del lobo, un romanzo atipico nel quale trasforma in opera narrativa 85 pellicole cinematografiche nordamericane visionate durante una permanenza a Parigi nel 1969. La rottura con la tradizione letteraria spagnola e il desiderio di sperimentalismo sono ancora più marcati in El monarca del tiempo (1978) e El siglo (1983), anche se il suo stile si consoliderà con L’uomo sentimentale (1986, vincitore del Premio Herralde de Novela), romanzo centrato sul tema dell’amore e della morte, ambientato nel mondo dell’opera. Il tema è al centro anche di Un cuore così bianco (1992), che rappresenta un’ulteriore svolta nella scrittura dell’autore, e in Domani nella battaglia pensa a me (1994). Tra le altre opere pubblicate si citano i romanzi Tutte le anime (1984, Premio Ciudad de Barcelona) e Nera schiena del tempo (1998), la raccolta di articoli Selvaggi sentimentali: parole di calcio (1999) e le raccolte di racconti Quand’ero mortale (1996) e Malanimo (1996), Vite scritte (2004), Traversare l'orizzonte (2005), la trilogia de Il tuo volto domani: Febbre e lancia (2003), Ballo e sogno (2007) e Veleno e ombra e addio (2010). Seguono Interpreti di vite (2011), Gli innamoramenti (2012), Così ha inizio il male (2015), Berta Isla (2018), Vite scritte (2019) e Tomás Nevinson (2022). All’attività di scrittore affianca quella di traduttore. Tra le altre, ha tradotto opere di Vladimir Nabokov, Laurence Sterne, William Faulkner, Thomas Hardy, Jerome David Salinger, Robert Louis Stevenson e Seamus Heaney.Numerosi anche i riconoscimenti ricevuti in Italia, tra cui il Premio Grinzane-Cavour, il Premio Mondello e il Premio Flaiano.Javier Marías è morto a Madrid l'11 settembre 2022 per una polmonite causata dal Covid.«Non si dovrebbe mai raccontare niente, né dare dati né tirare in ballo storie, né fare in modo che la gente ricordi degli esseri che non sono mai esistiti né hanno mai messo piede su questa terra né attraversato il mondo, o che invece ci sono passati ma erano già in salvo nell’orbo e incerto oblio.»Fonte immagine: Edizioni Einaudi, Effigie

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