Scelti per voi

Papyrus di Irene Vallejo 

Dopo aver intrapreso un avvincente e lungo viaggio nella memoria con questa opera che racconta e dà voce ai libri nel mondo antico e ne traccia scrupolosamente l’avventurosa storia millenaria, addentrandovi in libreria tirerete un sospiro di sollievo, anche soltanto guardando gli scaffali colmi ed assaporando quella gioia di libertà ritrovata nella complessità ed eterogeneità di titoli dopo aver letto di secoli di roghi, condanne e proibizioni. Dalle prime censure in Cina del 213 a.c. che portarono al rogo migliaia di libri per un atto folle dell’imperatore Shi Huangdi, che aveva deciso di “abolire il passato affinché la storia potesse iniziare con lui”, a quelle più recenti dello stalinismo e nazismo, fino alle censure legate ai nuovi fondamentalismi.

Ma assaporerete anche quella libertà più strettamente personale che abbiamo conquistato a fatica e che riguarda l’atto, oggi scontato, della possibilità della lettura individuale, avvolta nel silenzio e così intima. Atto che scopriamo da Papyrus essere il risultato di un lungo e travagliato percorso: dalla lettura a voce alta con testimoni e dall’ascolto di una voce altra da sé in un luogo pubblico a quello privato e solitario a cui siamo abituati, sono intercorsi infatti secoli e l’affermazione di autorevoli voci come quella di Sant’Ambrogio che, per primo, si ritagliò uno spazio di lettura introspettiva.

Papyrus. L'infinito in un giunco. La grande avventura del libro nel mondo antico

Questo è un libro sulla storia dei libri. Ma è anche un viaggio lungo le rotte del mondo antico, un racconto personalissimo dove l'esperienza autobiografica si intreccia a evocazioni letterarie, e una favolosa avventura collettiva che ha come protagoniste le migliaia di persone che nel corso del tempo hanno salvato e protetto i libri.

Papyrus è una storia del libro in tutte le sue sfaccettature. Prende avvio nel momento di passaggio dal ”tempo delle parole alate” di Omero ai primi segni di scrittura che erano veri “labirinti di simboli”. Ci descrive gli originari tentativi di lasciare segni su una “materia viva”, dapprima pietra argilla, poi rotoli di papiro del Nilo che hanno reso per millenni difficoltosa la salvaguardia di questi archetipi a causa delle intemperie, della voracità degli insetti e della difficoltà di trasporto.

Nel passaggio poi alla scrittura su cuoio, pelle di vitello, pecora, con questi “corpi abitati dalle parole”, ci mostra come il libro si sia macchiato anche di crudeltà, poiché ”un manoscritto di grandi dimensioni poteva significare la morte anche di un intero gregge”.

Dall’infanzia dei libri alla loro giovinezza, che coincide con la nascita della filosofia, la lunga storia si snoda in modo sempre avvincente, soffermandosi sulla nascita delle prime biblioteche, sulle loro distruzioni, da quella di Alessandria a quella Nazionale di Sarajevo. Ci porta dai primi segni alle loro prime traduzioni, dove, sottolinea l’autrice,“la traduzione ha costruito ponti” aprendo ad “una conversazione polifonica”.

La storia del libro nell’antichità ci parla dei suoi protagonisti, dei prima scriba, degli schiavi che per centinaia e centinaia di anni “facevano parte della catena di produzione delle opere letterarie” e dei monaci che, con l’arte della miniatura e con preziosi motivi ornamentali,  arricchirono i testi antichi salvando, nella clausura dei monasteri ,“mondi interi”.

Il viaggio continua e ci trasporta fino alla nascita delle prime librerie, originariamente semplici bancarelle, poi piccole botteghe, che realizzavano copie su commissioni, e a quelle più evolute negli anni che, nei secoli più bui dell’umanità, diventarono “sicuri nascondigli (…) per le parole ripudiate o scomode”.

Ricco di centinaia di aneddoti, evocazioni letterarie, ma anche di esperienze personali della filologa spagnola che si muove dalla misteriosa città di libri sotterranea di Oxford, alla biblioteca di Firenze, e lungo i percorsi della propria vita, che ne alleggeriscono la composizione, Papyrus si legge come un’emozionante avventura, un po’ fuori dagli schemi, dove ogni bibliofilo si sente vicino a tutti coloro che nella storia hanno lottato per salvare dall’oblio e dalla distruzione “ quel prezioso scrigno di scrittura che è il libro”.

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