Ripartire tutti insieme dall’autorizzarci a essere quello che siamo, qualunque cosa significhi per ciascuno di noi, perché se riteniamo di dover essere solo perfetti, nessuno potrà mai diventare niente
La psicoterapeuta Stefania Andreoli, ormai notissima anche nel mondo dei social, dedica il suo nuovo libro a coloro che negli ultimi anni hanno varcato la soglia della sua “stanza delle parole” – i giovani adulti – permettendo al lettore di sbirciare dal buco della serratura e di riflettere sui temi che ruotano intorno allo smarrimento del giovane che si sta avvicinando all’età adulta.
Che cosa significa essere adulti oggi? E come diventarlo? Partendo dalle storie di chi si rivolge a lei ogni giorno, Andreoli mostra a tutti noi cosa voglia dire essere adulti in quest’epoca di disorientamento, e prova a tessere un filo per ricucire lo strappo che oggi separa i più giovani dai loro genitori e dalle generazioni che li precedono.
In un’epoca di trasformazione sociale, senza punti di riferimento, l’autrice prende in prestito le parole dei suoi pazienti, tratteggia bozzetti ricavati dalle mail e dalle lettere che riceve, dalle storie cliniche che ha modo di osservare, offrendosi come megafono della voce dei giovani adulti per ragionare sulle questioni che portano oggi a interrogarsi sul proprio Sé e sulla direzione verso la felicità.
La famiglia, il lavoro, il futuro, l’amore, gli amici e la ricerca della propria identità: i giovani svelano la crisi esistenziale, il viaggio nel girone infernale della giovane adultità in cui - per capire chi sono e chi vorranno essere - devono vincere il braccio di ferro delle aspettative della società.
In questo percorso verso il compimento del vero Sé, il giovane adulto ha la consapevolezza che la bilancia della sua vita penderà sempre verso la felicità, a discapito della ricerca affannosa della perfezione. A differenza delle generazioni precedenti, non è disposto ad abdicare alla qualità della vita, all’autenticità, in nome dell’eccellenza dei risultati.
Stefania Andreoli affronta l’analisi del segmento di popolazione che va dai venti ai trent’anni, mescolando aneddoti con teorie e principi psicologici: ne deriva una trattazione profonda, una prospettiva sulla società contemporanea in tutta la sua complessità, in cui il giovane adulto, seppur immerso in un clima di incertezza, emerge come portatore di modelli rivoluzionari, capaci di aiutare tutte le generazioni a fare un passo in avanti verso la felicità.
Le parole dell’autrice costringono il lettore a fermarsi un attimo, a esplorare i suoi spazi interiori e cercare di fare ordine tra le emozioni.
Perfetti o felici (Rizzoli) è un libro per tutti: per chi può rispecchiarsi e ritrovarsi tra le righe delle storie raccontate, per gli addetti al mestiere interessati a indagare il fenomeno della crisi dei giovani adulti, ma anche per i più adulti che vogliono capire da dove derivi il divario intragenerazionale, con spunti di riflessione e ragionamenti non semplicistici, e la piena fiducia di Andreoli nelle potenzialità dei giovani – in divenire – adulti.
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