Siamo abituati a considerarci al centro del mondo, conoscitori e dominatori dell’ambiente circostante. Per capire la storia del mare, però, dobbiamo farci da parte, cambiare prospettiva. La nostra specie nasce dall’acqua, vive grazie a essa e noi umani intratteniamo con il mare un rapporto viscerale, che dura da millenni: dall’approvvigionamento del cibo alle esplorazioni, dal dominio commerciale delle tratte marittime fino alle vacanze che tanto amiamo oggi. Siamo parte del mare, la nostra storia è intrecciata alla sua. Ma questo, in fondo, lo sappiamo. Ciò che facciamo maggiormente fatica a percepire è quanto l’intera storia della specie umana sia un niente in confronto a quella del mare. Alessandro Vanoli, esperto di storia mediterranea, lo mette in chiaro dalle prime pagine:
Facciamo finta che tutta la storia della Terra, quattro miliardi e mezzo di anni, si possa riassumere in un anno solare. Beh, su questa scala, i batteri di cui abbiamo parlato comparirebbero più o meno a marzo; sino ad ottobre non ci sarebbero forme di vita; i primi vertebrati, forse dei pesci ossei, farebbero capolino solo attorno al 20 novembre; i dinosauri arriverebbero alla spicciolata più o meno a metà dicembre; mentre la nostra intera evoluzione, dall’Australopitecus all’Homo sapiens, starebbe tutta quanta nelle ultime dieci ore del 31 dicembre. E i tempi storici in un niente: le piramidi, l’impero romano, Leonardo e Napoleone, scorrerebbero a una velocità vertiginosa negli ultimi secondi prima della mezzanotte; e in quell’ultimo fotogramma, con lo spumante in mano, noi. Così, risolto alla radice il problema del nostro egocentrismo, proviamo a riprendere il racconto dando alla storia dei mari la dimensione giusta
Così ecco il grande libro del mare: comincia in un infinito passato, quattro miliardi di anni fa, raccontando una geologia antica e gli inizi della vita, i dinosauri e i pesci primitivi, i mari scomparsi e le grandi catastrofi. E poi giù negli abissi, per riemergere tra barriere coralline, zone acquitrinose, scogli o spiagge di sabbia. Quindi naturalmente la storia. Quella delle prime colonizzazioni, dei mezzi e delle antiche imbarcazioni per affrontare il mare e della nascita dei porti. La storia dei grandi miti, quelli biblici e quelli omerici. E le civiltà: i fenici, i greci, i romani; e attorno a questo le rotte dei mercanti, le storie delle anfore, del corallo; i racconti dei pellegrini e dei vichinghi in America e dei cinesi nell'Oceano Indiano.
Quel che Vanoli vuole raccontarci è la storia di un mare che ha ben quattro miliardi di anni, un mare di cui pensiamo, erroneamente, di sapere molte cose. In realtà, la nostra conoscenza del mare è sì largamente aumentata nel corso degli anni, ma rimane molto limitata:
Negli ultimi anni si è arrivati a mappare circa 250.000 specie marine; e non è tanto questo, quanto il fatto che le stime dicono ne manchino all’appello almeno un milione…in fondo è comprensibile: finora è stato esplorato solo il dieci per cento degli oceani. E se parliamo di ispezione effettiva dei fondali, è ancora peggio: si arriva a poco più di dieci chilometri quadrati!
In questo libro, Vanoli costruisce un grande racconto che abbraccia sia l’aspetto scientifico di quel che il mare era alle origini e di ciò che è oggi, sia ciò che il mare ha rappresentato per la nostra storia, dalla civiltà minoica all’Atene dei tempi d’oro, dal Mare Nostrum romano alle repubbliche marinare, da Cristoforo Colombo ai sottomarini della Seconda Guerra Mondiale: commerci, battaglie, esplorazioni, uomini, animali, grandi scoperte, navi, commerci marittimi, battaglie, trattati, carte geografiche, la tratta degli schiavi, le donne del mare, il naufragio del Titanic, l’origine del sushi e delle vacanze in spiaggia e ultime, ma non per importanza, le storie.
Il mare, infatti, sconfinato e sconosciuto, è sempre stato, come tutto ciò che è ignoto, oggetto della più fervida immaginazione: sin dai tempi più antichi, del mare si tramandano miti, leggende, storie di spaventosi mostri, insidiosi pericoli negli abissi e città sommerse. Da Poseidone al Kraken, dall’Olandese volante a Moby Dick.
Non aspettatevi una cronaca pedante di eventi e informazioni: non la troverete, fortunatamente. Questo libro è un viaggio, leggendo scopriamo tutto quel che dal mare è nato, si è sviluppato o ha tratto ispirazione, senza tralasciare mai quel che il mare significa per noi: vita, bellezza, sogno, potere ( Chi controlla i mari controlla il mondo. È un vecchio adagio, ma funziona ancora oggi), ma anche sfida, paura, morte.
È infine un racconto che non può fare a meno di tirare le fila e guardare all’oggi, ai cambiamenti climatici in corso.
È come se non avessimo mai imparato niente. Per troppi secoli abbiamo pensato di essere al centro del mondo, di essere in qualche modo speciali, rispetto al mondo, agli altri viventi. Una delle cose più cieche e fastidiose con cui abbiamo alimentato la nostra retorica è l’idea che tutto ciò che ci circonda sia stato creato per noi. E certo possiamo raccontarcela anche così la nostra storia. […] Oppure possiamo guardare con più attenzione a ciò che ci ha sempre circondato, provando per un istante a condividere quello spazio immenso con chi lo ha sempre abitato assieme a noi, più di noi. E forse da quel punto di vista potrebbe almeno venirci il dubbio: che siamo stati sempre, solo, specie tra le specie, animali in lotta per lo stesso spazio […]
Spesso consideriamo noioso il mantra che da anni sentiamo ripetutamente, “prendersi cura dell’ambiente”; perdiamo di vista che siamo noi e altre sfortunate specie di vita da noi danneggiate a rischiare di sparire per sempre. La Terra muterà, come ha sempre fatto. Il mare probabilmente rimarrà lì, c’era prima di noi e ci sarà dopo di noi, ad assistere a una nuova e sorprendente evoluzione della vita e del Pianeta, scrivendo un altro capitolo della sua millenaria storia.
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