Tra i candidati al Premio Strega Europeo 2022 troviamo il secondo romanzo della spagnola Sara Mesa, Un amore. Potremmo forse parlare di un titolo limitante? Probabilmente sì, perché mette in primo piano il tema sentimentale e ottenebra la ricchezza tematica del libro che parla, innanzi tutto, della necessità di ricostruirsi e, in seconda battuta, del desiderio di affermarsi.
E come ci si ridefinisce un’identità? Si scappa dal proprio ambito e ce ne si costruisce un altro, in cui si può essere qualcuno di diverso. Questo è quello che fa Nat, la protagonista del libro, dopo aver deciso che è giunto il momento di rifarsi una vita, e «cambiare aria». Il luogo d’elezione è La Escapa, un piccolo paesino rurale della Spagna, in cui Nat prova a rimettersi in gioco attraverso la casa che affitta, che abbellisce come se fosse sua, e il lavoro di traduttrice.
Tuttavia, lavoro e casa non le bastano. Perché ogni individuo ha anche bisogno di essere incluso nella comunità che circonda le pareti domestiche. Peccato che quella di La Escapa non paia particolarmente accogliente. Pur essendo un villaggio in cui quasi tutti vengono da fuori – siano essi braccianti, villeggianti o immigrati come Nat ̶ lei ne viene bruscamente esclusa. Non solo perché è l’ultima arrivata e non capisce le leggi non scritte in cui si muovono i suoi abitanti, ma anche perché è una donna.
Sara Mesa ci mette di fronte ai limiti della moralità in un'opera ambiziosa, vertiginosa e audace in cui, come in una tragedia greca, le pulsioni più insospettabili dei suoi protagonisti emergono gradualmente mentre, allo stesso tempo, la comunità costruisce il suo capro espiatorio.
Da subito, si trova oggetto di diversi tentativi di prevaricazione da parte del misogino padrone di casa che non le fornisce alcun aiuto con i più elementari problemi domestici. Perciò, Nat sarà portata ad accettare le avances di un uomo del luogo che, però, in cambio dell’aiuto, pretende qualcosa: un accesso al corpo di Nat. La società di La Escapa vive di scambi primordiali, come quello del baratto, in cui tutto può essere oggetto di contrattazione. Persino, la sistemazione di alcune infiltrazioni in cambio di sesso.
In questo contesto rurale e grezzo, Mesa rappresenta la femminilità come vulnerabile, bisognosa di protezione. Non a caso, Nat cerca di risolvere furbescamente i suoi problemi, domestici e non, attraverso uomini del posto; figure autorevoli per la comunità grazie al privilegio dato dal loro sesso e dal loro essere arrivati prima di lei e, quindi, conoscere le regole del gioco.
La femminilità di Nat, tuttavia, non è solo fatta di bisogno, ma anche di desiderio di potenza che si manifesta attraverso un cinismo senza pari; ben espresso anche grazie alla scrittura piatta dell’autrice. Nat accetta la proposta del vicino Andreas, “il tedesco”, per convenienza: è un uomo, un locale, che potrebbe risolvere i suoi problemi, ma allo stesso tempo è qualcuno su cui può affermarsi, anzi l’unico. Andreas è un contadino, un uomo incolto, che da anni è privo della compagnia femminile. In breve, è qualcuno su cui Nat, l’outsider, può avere la meglio, può sentirsi potente. Non essere più l’ultimo anello della catena, ma il penultimo.
L’aveva attratta l’immagine che si era costruita di lui – no forse quella che lui stesso aveva voluto dare: un uomo di campagna, senza possibilità di cambiamento, […] che chiedeva che lei lo lasciasse entrare, come chi mendica davanti a una porta. L’inesperienza di lui ingigantiva lei, la rendeva potente. La carenza di lui era, per lei, la sua ricchezza
E l’amore del titolo? Ci sarà, e sarà proprio l’amore a stravolgere gli equilibri e a far precipitare di nuovo Nat in ultima posizione. Quella che le sembra fatalmente destinata sin da principio. Viene da dire che mentre la protagonista voleva servirsi, come da cliché, delle lusinghe del suo sesso per imbrigliare e costringere la mascolinità tossica che dilaga a La Escapa, viene sedotta dalle sue stesse trame. E forse, l’originalità di questo libro sta nell’essere un romanzo sui rapporti di forza tra i sessi, e solo in apparenza una storia d’amore che segue i pattern più triti del genere. Tra questi quello della damigella in pericolo, bisognosa dell’aiuto e della protezione di un uomo.
Nat è questo, ma non solo perché è un personaggio complesso, e non le basta essere salvata. Essendo stata vittima delle prepotenze della comunità di La Escapa e dei suoi meccanismi di prevaricazione, vuole soprattutto rifarsi: vuole affermarsi ed essere superiore almeno nel ruolo di amata, vincere anche solo una volta. Il desiderio di essere inclusa, di cavarsela e primeggiare la portano ad accettare la proposta “indecente” di Andreas, con una conseguenza imprevedibile: ritrovarsi, da amata ad amante, e perdere il poco potere acquistato nella gerarchia di questo impietoso villaggio rurale.
Da quando ha conosciuto Andreas nulla è andato secondo il copione. […] Andreas scava nella sua vulnerabilità, estraendo palate e palate della sua sicurezza. Lei diventa sempre più piccola, e lui più forte. Lei più dipendente, lui più libero
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