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Tangerinn di Emanuela Anechoum

Non mi fido dei miei ricordi, sono sempre infettati dal presente. Sono schivi, io li inseguo....Non so mai se una cosa la ricordo per come è stata, per come mi ha fatta sentire, o per come mi conviene raccontarla in quel preciso momento. Nessuno mi ha mai rassicurata che i miei ricordi corrispondano a come sono andate realmente le cose

È uscito in questi giorni in libreria, pubblicato dall'editore E/O il libro d'esordio di Emanuela Anechoum Tangerinn. Ho voluto iniziare dall'inciso sopracitato perché penso che sia esplicativo per calarsi nel modo migliore nel senso di questa storia, cioè quanto i ricordi possano assumere nel tempo significati variabili rispetto alla realtà.

Tangerinn
Tangerinn Di Emanuela Anechoum;

Un libro brillante in cui lo sradicamento dei figli si confronta con lo sradicamento dei padri, l’essere “expat” con l’essere “migrante”, e la vita è espressione di un arbitrio, l’abilità e la fortuna di trovarsi dalla parte giusta del mondo.

Mina, la protagonista del libro, vive già da qualche anno a Londra, dopo aver lasciato la propria casa per avventurarsi alla ricerca "di una nuova me", come ci spiega lei stessa. Una nuova realtà dove scoprire la propria identità. Ma quando la scomparsa del padre la catapulta all'indietro nel tempo, ecco che i ricordi prendono una nuova forma e sostanza. E quello che aveva rilegato in un angolo della propria anima si riaccende di una luce nuova e la costringerà a fare definitivamente i conti con il proprio passato e cambiare prospettiva per i propri progetti presenti e futuri. 

Mina è costretta a lasciare la sua vita londinese, costruita con tanta forza e voglia di equilibrio per fare ritorno a casa, dove la aspettano la sorella, Aisha, e la madre Berta. Con la morte del padre Omar, dovrà calarsi di nuovo in una difficile situazione familiare.

Una scrittura essenziale, pura, diretta che si rivolge al padre declinando al passato le sue azioni e vicende. Ma è affascinante e profondamente coinvolgente come la nostra scrittrice, allacciando passato e presente, realtà esterna e realtà interiore di ognuno dei familiari di Mina, riesca a descrivere quei sentimenti che è facile ritrovare in dinamiche appartenenti anche alle vite di tutti noi.

Tenevo in mano le tue ultime volontà. Erano parole che non cercavo e che non volevo. Mi avevi tradito ancora una volta...e che non t'importava nulla di cosa fosse meglio per me. (...) Non avevo fatto quello che volevi, vero papà? Avevo seguito le tue orme, avevo lasciato il nido. Mi ero fatta la mia vita. Mi ero reinventata

Senza voler esagerare, mi sembra di catturare in queste parole di Mina il cuore del romanzo. Infatti, ripercorrendo la vita del padre, la nostra protagonista ci racconta il viaggio di questo giovane uomo marocchino, che dalla difficile realtà della periferia di Casablanca proverà a inseguire i suoi sogni sulle strade dell'Europa, fino ad approdare in un paesino del sud Italia, dove apre un bar chiamato Tangerinn, appunto.

Nel descrivere questa costruzione dell'identità del padre, tra mille difficoltà, Mina si rivolge in fondo anche a sé stessa, e fondamentalmente a tutti noi, esplorando quanto sia difficile realizzarsi nella vita, e quanto i rapporti umani siano l'impalcatura di questa realizzazione. 

E poi c'è l'importantissima eredità del bar Tangerinn a darci una forte rappresentazione del mondo d'oggi. Perché il padre lo aveva pensato, ideato e costruito per dare un luogo fisico di rifugio e libertà a tutti quei ragazzi che come lui erano scappati da una situazione drammatica per cercare una dimensione più umana. Perché non si deve correre via da qualcosa, ma verso qualcosa.

Al bar, quel pomeriggio, c'erano tutti. Tutti i volti che mi erano diventati sorprendentemente familiari, e altri che forse riconobbi da ricordi non miei. Era trascorsa appena qualche settimana, ma solo in quel momento mi resi conto di essere dentro quel mondo, che mi si era cucito addosso come una nuova pelle. Senza che all'esterno nulla cambiasse...ero diventata chi sono!

Una storia vera, ma inventata, forse semplicemente la storia di tutti. I rapporti umani, in modo particolare quelli familiari, che crescono e si modificano secondo le ambizioni di ognuno; i ricordi che ritornano e ci danno nuove prospettive perché nel frattempo siamo cambiati dentro. E per ultimo il nostro bisogno di conoscerci e capirci, di trovare il giusto luogo, fisico e inconscio, dove realizzare le proprie identità, senza aver paura di accontentarsi.

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Conosci l'autrice

Emanuela Anechoum è nata a Reggio Calabria da una famiglia di origine maroicchina e vive a Roma. Dopo gli studi ha iniziato a lavorare nel mondo dell’editoria prima a Londra e poi a Roma nel ramo della vendita dei diritti internazionali. Ha scritto per Vice, Doppiozero, Marvin Rivista. Il suo primo romanzo, intitolato Tangerinn, è stato pubblicato da e/o nel 2024.

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