Un lavoro perfetto di Kikuko Tsumura

Un lavoro perfetto è un viaggio.  

È un viaggio, anche in parte critico, all’interno di un ironico e intrigante romanzo che ci trasporta nella quotidianità giapponese e nella vita di un’anonima protagonista con “la voglia di scappare da un lavoro in cui un tempo credeva” per mettersi alla ricerca del miglior modo per provare a ricominciare, sperando in una vita con, possibilmente, meno problemi. Tutto questo si traduce in un licenziamento e nella ricerca di un lavoro; in pochi mesi vive esperienze molto diverse tra loro che però la fanno crescere man mano, aggiungendo al suo bagaglio nozioni e conoscenze necessarie a farle poi vedere la sua strada.

Il romanzo affronta una tematica interessante: non solo la ricerca di un lavoro in qualche modo perfetto, ma anche il percorso di crescita personale della protagonista, il viaggio più superficiale e materiale, legato al suo impiego, e quello più profondo della ricerca della sua vocazione.

Il peregrinare della protagonista è legato alle diverse esperienze lavorative che compie in un breve periodo che la portano inevitabilmente a comprendere che “non si può mai sapere” come andrà a finire e che “i problemi sono sempre dietro l’angolo” ti colgono alla sprovvista ma è necessario accettarli, accettare i propri alti e bassi, affrontare la vita con umiltà e coraggio per mettersi in gioco e aprirsi alle opportunità.

La scrittura in prima persona e l’assenza quasi totale d’informazioni sulla protagonista ci fanno velocemente immedesimare in lei ed entrare nel suo mondo, ci possiamo sentire molto vicini a lei nei sentimenti e nelle emozioni e nei gesti quotidiani.

Il testo è piacevole, il narratore direttamente coinvolto all’interno di una narrativa surreale e verosimile.

Il viaggio di Un lavoro perfetto è condito abilmente da Kikuko Tsumura con elementi misteriosi, in alcuni tratti sembrano quasi soprannaturali, ci tengono con il fiato sospeso in un clima di tensione, azione ma anche comicità, la semplicità con cui l’autrice risolve gli enigmi, che s’incontrano man mano che il viaggio prosegue, è genuina e avvincente, mai banale.

Il percorso che Kikuko Tsumura fa vivere alla sua protagonista, e indirettamente anche a noi lettori, è una parentesi nella vita di una persona che si rende conto di non essere nel posto giusto in quel determinato momento della sua vita. Non è detto che quel determinato posto non sia giusto per lei, forse e più semplicemente non è giusto in un preciso momento, niente vieta il riprendere a camminare su quella strada dopo aver intrapreso e oltrepassato le deviazioni necessarie, come niente esclude l’imboccare un nuovo sentiero.

L’avventura della giovane donna protagonista del romanzo ci insegna che, nel tentativo di allontanarsi dalle responsabilità e dai problemi, se si agisce con il cuore, la passione e anche un pizzico di curiosità ci si lascerà coinvolgere, scoprendo in qualcosa dalla quale si voleva fuggire, una fonte di arricchimento personale.

Un lavoro perfetto è un romanzo da scoprire pagina dopo pagina, lasciandosi trasportare dai misteri e dalle difficoltà, cercando di trarre tutti gli insegnamenti possibili e di crescere assieme alla protagonista comprendendo che, a volte, “allontanarsi da un percorso quando capisce che non è più quello giusto da seguire” è la strada migliore da intraprendere per trovare non solo il proprio lavoro perfetto ma anche la strada perfetta.