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Wicked. Vita e opere della perfida strega dell'Ovest di Gregory Maguire

«Il Leone vuole il coraggio, il Boscaiolo un cuore e lo Spaventapasseri un cervello. Dorothy vuole tornare a casa. E tu?». […] La Strega non poteva rispondere “il perdono”, non a lui. […] Ciò che le uscì di bocca lasciò di stucco entrambi. «Un’anima»

Cosa succede quando un universo narrativo si colora delle ambiguità del mondo reale e alla perfida strega delle favole viene dato un nome? Cosa c’è oltre l’arcobaleno?

Tutti noi abbiamo fatto esperienza di quel senso di sicurezza che ci pervade quando varchiamo la magica soglia di un «C’era una volta…». Sebbene nel mondo delle fiabe le coordinate di spazio e tempo tendano a svanire, insieme alle chiavi di questo universo ci viene consegnata una mappa carica di certezze: ci aspettiamo che quel mondo sia minacciato da una forza oscura e che il protagonista troverà in sé la forza di sconfiggere il male e diventare così un eroe, al prezzo più o meno caro di un sacrificio personale.

Wicked. Vita e opere della perfida strega dell'Ovest

Se conoscessimo l'infanzia felice, le turbolenze dell'adolescenza e le delusioni dell'età adulta della strega dell'Ovest, la considereremmo ancora "perfida"? E se le dessimo un nome, Elfaba, e la osservassimo mentre lotta con la sua natura, non ci sentiremmo più empatici? Gregory Maguire dà al cattivo per eccellenza una dimensione tutta umana e ci regala una fiaba al contrario straordinaria.

Eppure, la terra di Oz tratteggiata da Gregory Maguire è ben lontana dalla rassicurante indeterminatezza della fiaba: è una terra complessa, con le proprie tradizioni e le proprie leggi, in precario equilibrio tra pagane superstizioni e ortodossia religiosa; una terra impoverita dallo sfruttamento delle risorse naturali, infestata da pericolosi congegni a ingranaggi dotati, forse, di volontà propria e dilaniata da tirannia, leggi razziali e azioni terroristiche; una terra dove i confini tra scienza e magia sono labili e ogni scoperta deve passare attraverso le strette maglie della censura del regime.

E la Perfida Strega dell’Ovest non è meno complessa della sua Oz. È facile provare repulsione per il male assoluto e godere della sconfitta di un mostro, ma quando veniamo a sapere che quel “mostro” si chiama Elfaba siamo chiamati a scoprirne l’infanzia con i suoi traumi e le sue tenerezze, l’adolescenza con le sue ribellioni e i suoi ideali, gli anni dello studio, delle compagnie di amici, dell’amore; e poi le paure, il dolore, il disincanto, l’odio viscerale per le ingiustizie e l’ossessione di essere una pedina di un gioco più grande di lei, pericoloso e inintelligibile.

«Nella memoria popolare, il male precede sempre il bene. […] non abbondano forse favole che iniziano con “C’era una volta una vecchia strega che abitava nel mezzo della foresta”? […] I poveri e i derelitti non hanno bisogno di storie sul pourquoi il male attecchisce: attecchisce e basta, come ha sempre fatto. Nessuno ci spiega come la strega divenne perfida, né se fu la scelta giusta per lei: ma lo è mai, dopo tutto?»

Ogni cosa diventa così spaventosamente realistica, caricandosi della complessità e delle ambiguità del nostro mondo, ben più vicine e inquietanti di draghi, streghe e malefici. Nel romanzo che ha ispirato uno dei musical più a lungo rappresentati a Broadway e a Londra, Gregory Maguire ci conduce in una Oz dalle tinte tetre di una moderna distopia e ci spinge a interrogarci, al pari dei suoi personaggi, sull’origine del male, sulla natura della colpa e del perdono e sull’esistenza di un mondo metafisico e di un disegno superiore.

Forte della sua esperienza nel campo della letteratura per bambini e ragazzi e delle suggestioni provenienti da grandi classici come Andersen e C.S. Lewis, Maguire ci dona un retelling per adulti de Il meraviglioso mago di Oz di L. Frank Baum, in cui schiera come protagonista uno dei villain più noti delle favole. Un genere molto amato a livello transmediale, che l’autore declina in maniera originale e innovativa: in questo romanzo non troverete giustificazione, redenzione e spesso nemmeno comprensione; e soprattutto, non troverete risposte, ma piuttosto tante domande, su noi stessi e sul nostro mondo.

Ma perché dedicarmi al fantasy, allora? […] La risposta, forse, è il sottotitolo originale dello "Hobbit": There and Back Again (“Andata e ritorno”). […] Il Mondo Accanto ci è indispensabile per sopravvivere a Questo Mondo. Abbiamo bisogno di una Terra di Mezzo per ogni Al-Qaeda. Abbiamo bisogno di andarci e tornare indietro, per capire meglio dove ci troviamo e cosa dobbiamo fare

Gregory Maguire

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