Ho attraversato la vita senza guardarla. So cos'è la mia vita. Il pubblico è mio marito. Le canzoni sono i miei figli
Il 17 gennaio 1933 nasceva Iolanda Cristina Gigliotti, in arte Dalida.
Una delle cantanti e attrici più amate dal panorama italiano e francese degli anni '60, passò la sua infanzia tra le strade del Cairo, dove nacque da padre violinista e madre sarta.
Furono la sua tenacia e il grande desiderio di affermarsi nel mondo dello spettacolo, a spingerla a lasciare l'Egitto a 20 anni per trasferirsi a Parigi e tentare la fortuna in Europa.
Il primo vinile da lei registrato fu la versione francese di Barco negro di Amália Rodrigues, che le spianò la strada quando pubblicò Bambino, traduzione francese della canzone napoletana Guaglione, di Aurelio Fierro. Questa le fece vincere il suo primo disco d'oro e la consacrò al successo in Francia.
Ben presto cominciò a recitare, mentre la sua carriera come cantante continuava a crescere, affiancata da grandi nomi come Domenico Modugno e Milva.
Iniziò ad incidere in italiano e come non citare I ragazzi del Pireo, 'O sole mio e L'arlecchino gitano.
Dal disco d'oro passò, nel 1964, a quello di platino grazie alla vendita di oltre 10 milioni di dischi.
Proprio in quel periodo, memorabile e sulla bocca di tutti fu il suo avvicinamento a Luigi Tenco, incontrato durante la partecipazione al programma Scala Reale.
Dopo aver inciso insieme a lui Bang Bang, che diventò una hit, partecipò a Sanremo nel gennaio 1967, ma fu l'inizio della tragedia.
Dopo l'improvvisa morte di Tenco, proprio durante lo svolgimento del programma di musica, Dalida tornò a Parigi, sopraffatta dal dolore.
Cantò Ciao amore ciao, la canzone con la quale avrebbe dovuto partecipare a Sanremo insieme a Luigi, e il 26 febbraio tentò il suicidio nello stesso albergo dove aveva soggiornato con lui prima del Festival italiano, venendo salvata da una cameriera.
Cercò di riprendersi, viaggiando tra Francia e Italia e partecipando a programmi musicali come Canzonissima, e il suo successo ripartì. Nel 1968 ben tre singoli erano ormai delle hit: Mama, Dan dan dan e L'ultimo valzer.
Parallelamente, recitò nel film Io ti amo di Antonio Margheriti e all'inizio degli anni '70 partecipò a spettacoli con Little Tony e Alain Delon.
Ormai artista internazionale, risultò tra i personaggi più amati e, nel 1981, raggiunse il picco massimo: viene creato appositamente per lei il disco di diamante.
Sembrerebbe tutto perfetto: l'enorme successo, le opere di volontariato come la partecipazione alla campagna contro l'AIDS, i dischi in classifica... ma dentro di lei tutto sembrava essere rimasto a 20 anni prima.
Inoltre, tra il 1970 e il 1980, altre perdite avevano costellato la sua vita: il suicidio di Lucien Morisse, suo ex marito, e quello di Richard Chanfray, suo ex compagno.
Dal 1987 Dalida inizierà a ridurre progressivamente gli appuntamenti e il 2 maggio 1987, dopo aver imbucato una lettera al fratello, una al compagno e una ad un amico, tornerà a casa e ingerirà un bicchiere di whisky accompagnato da un'elevata dose di barbiturici, lasciandosi morire.
"La vie m'est insupportable. Pardonnez moi" scriverà nel biglietto lasciato sul comodino.
La vita mi è insopportabile. Perdonatemi
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