Sapore di sala

Il sorpasso, i 60 anni di un cult di cui l’Italia può farsi vanto

Un sorpasso sessantennale quello pensato e creato da Dino Risi. L’iconico e memorabile film diretto da uno dei maestri della commedia all’italiana usciva nelle sale 60 anni fa.

Il sorpasso (DVD)
Il sorpasso (DVD) Di Dino Risi

Un grande affresco dell'Italia e degli italiani del boom sbozzato con sapida ironia dalle penne di Maccari e Scola e diretto con maestria da Dino Risi

Protagonista una coppia d’eccezione, Vittorio Gassman e Jean-Louis Trintignant, in una Roma calda e deserta nella giornata di scampagnata per eccellenza, il 15 agosto.

Spesso associato ai film che rievocano l’idea dell’estate, Il sorpasso ha avuto (e ha ancora oggi) una rilevanza particolare perché collocato in una precisa cornice storica del paese. L’estate del 1962 è, infatti, il momento in cui l’Italia sta vivendo un grande sviluppo industriale e le conseguenze del boom economico della fine degli anni ’50. Siamo di fronte a un’Italia in profondo mutamento antropologico che, attraverso le gioie della partecipazione consumistica, vuole tenacemente dimenticare il passato. E questo lo si comprende anche visivamente, nel film, con la presenza di lavatrici, televisori, Fiat 600, ma soprattutto grazie alla caratterizzazione dei personaggi.

Il Bruno Cortona di Vittorio Gassman, infatti, rappresenta il classico rampante senza arte né parte al quale basta un semplice oggetto da status symbol, come, in questo caso, la Lancia Aurelia decappottabile, e una bella faccia tosta per riuscire a sfangarla sempre.

L’incontro tra quelli che diventano due amici occasionali, uno studente universitario e un quarantenne immaturo, si trasforma fin da subito in un autentico cult di cui il cinema italiano può vantarsi.

Per certi versi potrebbe essere definito un road movie, dal momento che il fulcro della storia è lo spostarsi continuamente e il viaggiare a bordo di una macchina super per l’epoca. Ma la vera genialità della commedia di Dino Risi è l’idea di aver messo a confronto due generazioni in un momento, in un luogo e in una situazione apparentemente neutrale, quella della vacanza.

E da qui si dipana l’altro punto di forza del film, cioè il perfetto equilibrio tra commedia all’italiana e dramma sociale. Grazie alla complementarità dei due personaggi, tanto dirompente l’uno quanto dimesso l’altro, e alla geniale sceneggiatura, a opera di Scola, Risi e Maccari, Il sorpasso rappresenta nella maniera più semplice, più efficace e più immediata la realtà italiana dell’epoca.

Aiutato, in questo, da due interpreti che hanno fatto la storia. In primis Gassman che finalmente è libero da vincoli e regole di personaggi e caratterizzazioni rigide e classiche e può mostrare le sue incredibili doti, tanto da arrivare quasi a prevaricare l’altro protagonista con la propria fisicità dirompente, e che, al contempo, dà vita a un Bruno Cortona rimasto nell’immaginario comune, anche a distanza di 60 anni.

Dal canto suo, Trintignant, che interpreta il giovane Roberto Mariani, resta più nell’ombra, oscurato dal personaggio esuberante e sopra le righe che lo porta a conoscere Roma, il mondo e la realtà. Ciononostante dà vita all’altra faccia della medaglia, necessaria per comprendere anche il modo di vivere di un’ampia fetta della popolazione di quel momento.

Entrambi, però, sono troppo concentrati su loro stessi e sul rispettivo compagno di viaggio per accorgersi davvero di quello che succede attorno a loro. Le varie vicissitudini che li vedono coinvolti non li portano a una maggiore consapevolezza, ma, al contrario, pur essendo talvolta situazioni ridicole e mostruose, non vengono nemmeno notate dai due. Come se il sole battente del ferragosto romano li abbagliasse a tal punto da renderli ciechi.

Un film che, nonostante si possa classificare come commedia all’italiana, resta tragico e rappresenta l’emblema di una sconfitta di due personaggi che sembrano già condannati in partenza.

Ma è anche un film che, come detto, è entrato nella vita di chiunque, anche di chi lo ha visto in un secondo momento e non ha fatto parte della generazione che lo ha vissuto in prima persona; un film che continua, seppur nel suo piccolo, a influenzare la vita di ogni giorno con riferimenti, richiami e citazioni. Anche dopo 60 anni.

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