Sotto le copertine

ABOCA: l’editore dei libri a Km0

Incontra Mauro Garofalo

2 febbraio ore 19.00

All'Ostello Bello Grande - Milano Centrale, via Lepetit 22, vi aspetta la presentazione del libro "L'ultima foresta" (Aboca Edizioni). Presentazione di Bruno Arpaia

Simone Barni

Sembra una frase fatta, ma la casa editrice ABOCA non è come le altre.
Tanto per cominciare, è nata all’interno di una delle più vitali e interessanti aziende italiane di healthcare, andando ad aggiungersi alla “struttura cultura” dell’impresa – che comprende anche una biblioteca e un museo.
Il tutto accade a Sansepolcro, all’interno del palazzo rinascimentale Bourbon del Monte.

Oltre al luogo sono insolite anche le circostanze della nascita:

Alcuni prodotti Aboca sono nati dallo studio di antichi erbari conservati nella nostra bibliotheca antiqua. Le nostre prime pubblicazioni sono state proprio riproduzioni di questi volumi del Seicento o Settecento, in copie anastatiche numerate. Oggi non le facciamo più, ma sono ancora reperibili in commercio. La casa editrice è nata anche dal desiderio di diffondere un messaggio sociale, una chiave di interpretazione dei nostri tempi, guardando come modello alle Edizioni Comunità di Adriano Olivetti. L’obiettivo è offrire ai lettori un approfondimento di qualità nelle tematiche che ci appartengono – la salute, il bene comune, la sostenibilità, i nuovi modelli di impresa e molto altro – con il supporto di grandi scienziati e pensatori.

Simone Barni, coordinatore delle attività di Aboca Edizioni

Aboca Edizioni è così entrata a pieno titolo a far parte dell’ecosistema dell’azienda, con alcune grandi firme del catalogo come Fritjof Capra o Stefano Mancuso che non sono solo autori ma anche consulenti che contribuiscono con le loro ricerche allo sviluppo dei prodotti e dell’azienda.
Una contaminazione reciproca, un circolo virtuoso.
E se l’innesto ha funzionato così bene è anche perché quella di Aboca, con il mondo della cultura, è una frequentazione di lunga data.
Eventi, corsi, iniziative, conferenze sono tutti elementi costitutivi di un percorso coerente che precede la nascita della casa editrice.

E a proposito di coerenza: dal 2018 Aboca è una Società Benefit. Ha modificato lo statuto impegnandosi a perseguire, oltre all’utile economico, anche obiettivi di beneficio comune.
La certificazione internazionale B Corp ottenuta nel 2019 garantisce i più elevati standard di sostenibilità, trasparenza e di governance; il 100% della catena di approvvigionamento della carta è certificato FSC. Last (but not least, visto che la scelta comporta costi più alti), tutti i libri sono prodotti a “Km0”. 

Il catalogo Aboca Edizioni ha all’attivo sette collane, fra varia, saggistica e narrativa.
L’ultima nata è Aboca Kids, «evoluzione naturale del nostro pensiero e della nostra spinta a incuriosire evitando le semplificazioni». 

Alla fondazione della casa editrice Aboca, Simone Barni ha iniziato da commerciale, curando il rapporto diretto con le singole librerie.
Oggi si occupa di coordinare le varie attività del comparto editoriale.

Maremosso: Come descriveresti in sintesi la tua professione?

Simone Barni: Userei la parola ricerca. Da un lato perché ricercare nuove idee, voci autorevoli, percorsi di riflessioni sul nostro rapporto con la natura è esattamente lo scopo con cui è nata Aboca Edizioni; dall’altro perché quello editoriale è un lavoro in costante divenire.  Ogni libro è una creatura a sé che – proprio come le piante – ha bisogno del giusto clima, del terreno adatto, delle cure migliori.

MM: Hai sempre sognato di lavorare nell’editoria?

SB: Vengo da una famiglia di professori, forse anche per quello inizialmente il mio sogno era insegnare filosofia. Poi, un po’ per caso, all’università mi sono ritrovato a fare il selezionatore per concorsi letterari. Così sono cominciati i rapporti con le case editrici e alla fine ho deciso di restare in questo settore, nonostante gli inizi piuttosto faticosi, come sanno tutti quelli che cercano di farsi strada nel mondo dei libri.

MM: Come comincia e come finisce la tua giornata lavorativa?

SB: Ogni giornata è diversa dall’altra e soprattutto è imprevedibile. Mi piacerebbe molto iniziare leggendo una bozza in tutta tranquillità, ma quasi sempre le urgenze prendono il sopravvento e sistematicamente mi trovo a modificare il mio programma. Dedico molto tempo al rapporto con la promozione, la distribuzione e le librerie; c’è un confronto costante con editor e con chi si occupa di comunicazione, grafica, eventi. E poi ci sono le tante eccezioni: le visite in tipografia a alle librerie, la partecipazione a presentazioni e fiere – preziosi momenti di incontro con i lettori. Finisco la giornata cercando di riordinare (con risultati spesso non eccelsi) il caos della mia scrivania.

Il bosco degli scrittori - Salone del libro di Torino 2022

MM: La vostra narrativa italiana trova spazio nella collana Il bosco degli scrittori che raccoglie «storie che raccontano il mondo a partire da un albero». I titoli si somigliano nella grafica e nel publishing, ma l’ispirazione ha portato ogni autore del bosco in luoghi molto diversi fra loro. Il 27 gennaio arriva in libreria L’ultima foresta di Mauro Garofalo. Ce ne vuoi parlare?

SB: Mauro Garofalo è stimato non solo come romanziere ma anche come autore di reportage su tematiche ambientali. Qui racconta l’esodo di una famiglia di migranti climatici: il respiro di fondo è quello de La Strada di Cormac McCarthy, ma lo scenario non è distopico: quella raccontata ne L’ultima foresta è un’apocalisse tutt’altro che distante: è un fenomeno reale che riguarda l’Europa da molto vicino.

Aboca museum

MM: E fra le uscite di prossima pubblicazione, c’è qualche titolo che vorresti segnalare ai lettori di Maremosso?

SB: Uno è sicuramente Ragionare meglio per vivere meglio di Woo Kyoung-Ahn: uscirà in dieci paesi e siamo felici di essere noi a portarlo in Italia. Parla del modo in cui guardiamo la realtà, dei nostri bias cognitivi, preconcetti e pregiudizi. Orientare e affinare il nostro sguardo è il primo passo da compiere per vivere meglio e comprendere la realtà che ci circonda.

Un altro titolo che segnalo è L’arte di dormire bene (sarà in libreria a metà marzo). L’autore, Russell Foster, è professore di Neuroscienze Circadiane, direttore dell’Istituto di Neuroscienze del Sonno a Oxford e capo del laboratorio di Oftalmologia dell’Università di Oxford.
I problemi di sonno riguardano un numero enorme di persone. Foster ha uno straordinario piglio divulgativo, e con grande autorevolezza affronta il tema da molti punti di vista, offrendo prospettive, soluzioni, e soprattutto conoscenza.

MM: Tornando indietro nel tempo, qual è stato il libro che ha acceso la tua passione per la lettura?

SB: Mia mamma era una grande lettrice, avevamo tantissimi libri in casa. Anche se non li leggevo ancora mi piaceva sfogliarli, imitando il gesto che faceva lei. Questa è stata la prima fascinazione. I titoli di cui ho il ricordo più vivido sono Cipì, per il senso di avventura e l’impazienza di conoscere il mondo. Poi Pinocchio, a cui devo la scoperta del senso di colpa. E infine Il Barone Rampante.  

Bibliotheca Antiqua

MM: In questo periodo cosa stai leggendo?

SB: Arabia Felix di Thorkild Hansen (Iperborea). Un romanzo d’avventura, il racconto di una spedizione scientifica e un’intima meditazione sulla condizione umana. Ma è anche e soprattutto una riflessione sul significato e il senso della felicità: “Non esiste un luogo della felicità, esistono solo luoghi dove siamo stati felici”.

MM: Ci vuoi suggerire una colonna sonora per quest’intervista?

SB: Mi piacerebbe Enjoy the Silence dei Depeche Mode oppure qualcosa di Leonard Cohen, un autore che ascolto molto volentieri in questo periodo (per esempio Hey that’s no way to say goodbye).
Ma anche Rhapsody in blue di Gershwin, dentro ci sono più generi e stili e regala più sensazioni e emozioni (e poi mi fa pensare al meraviglioso film di Woody Allen).

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