Anniversari e ricorrenze

Isaac Asimov: il padre della fantascienza

Illustrazione di Ilaria Coppola, 2022, studentessa del Liceo Artistico Volta di Pavia

Illustrazione di Ilaria Coppola, 2022, studentessa del Liceo Artistico Volta di Pavia

«La violenza è l'ultimo rifugio degli incapaci.»

Se la fantascienza non viene più da tempo ritenuta letteratura di serie B, il merito non può che essere attribuito a Isaac Asimov e alle sue fantasmagorie su intelligenze artificiali, mondi lontani e distopie. Scrittore estremamente prolifico, il leitmotiv di tutta la sua produzione è un'instancabile fiducia nell'umanità, nella razionalità scientifica, nel rifiuto delle superstizioni e della violenza: fiducia che lo portava a sperare che, un giorno, le generazioni future avrebbero potuto colonizzare l'universo.

Dai tomi di divulgazione scientifica - quasi mai accademici, ma scritti in un registro che fosse comprensibile anche alle masse - agli esperimenti letterari che strizzano l'occhio a Tolkien e al mondo del fantasy, i circa 500 volumi che compongono la produzione di Asimov sono un connubio di alta qualità narrativa e competenza tecnica; il background di scienziato dell'autore emerge in un world building che non ha uguali, arrivando a fare delle previsioni tanto accurate da essere quasi sconcertanti sullo stato attuale della tecnologia, della società e del pianeta, rendendo la lettura dei suoi "cicli" un rito di iniziazione fondamentale per chiunque si volesse avvicinare al genere.

Isaac Asimov nasce il 2 gennaio 1920 a Petroviči, in Russia, mentre imperversa la guerra civile: a soli tre anni i genitori, entrambi di origini ebraiche, decidono di attraversare l'oceano e trovare fortuna a New York, nei sobborghi di Brooklyn, gestendo una piccola bottega di dolciumi e riviste.
L'amore per la fantascienza si manifesta precocemente, e il giovane Isaac, vagando tra gli scaffali della bottega di famiglia, sembra decisamente più attratto dai periodici di divulgazione scientifica che dalle caramelle. Dopo una rapida ascesa scolastica, opta per la facoltà di biologia, che dopo poco cambierà scegliendo chimica, conseguendo la laurea nel 1939.

La dissezione del gatto

Durante gli studi di biologia, Asimov rimase particolarmente colpito, e inorridito, da un episodio che prevedeva la dissezione di un gatto:
«Il problema è che dovevamo trovare un gatto randagio e ucciderlo [...]. Come un pazzo, l'ho fatto. [...] Ma non mi sono mai ripreso. Quel gatto ucciso vive con me e fino ad oggi, più di mezzo secolo dopo, quando ci penso, la tristezza mi devasta. Ho abbandonato la zoologia al termine dell'anno. Questo, per inciso, è un esempio della divisione tra comprensione intellettuale ed emotiva.»

Nello stesso anno, la sua prima storia Naufragio al largo di Vesta viene pubblicata sulla rivista Astounding Stories; curiosamente, l'editore della rivista John W. Campbell - al quale si può attribuire il merito di aver pubblicato autori del calibro di Arthur C. Clarke o Poul Anderson - non è un volto nuovo per Asimov. Due anni prima, a soli diciassette anni, il giovane Isaac spendeva dieci centesimi per un biglietto della metropolitana che lo avrebbe portato nell'ufficio di Campbell, cercando di sottoporgli il manoscritto di Cosmic Corkscrew, che tuttavia non incontra il gusto dell'editore. Il rifiuto è solo parziale, sarà infatti lo stesso Campbell a incoraggiare il giovane scrittore a non abbandonare la scrittura, intravedendone il potenziale e diventando per Asimov un vero e proprio mentore.

Con questa pubblicazione si sta tracciando quello che sarà il preludio al Ciclo dei Robot, inaugurando la stagione della sua opera più celebre, il Ciclo delle Fondazioni.

Dopo aver conseguito negli anni '40 un master e un dottorato, Asimov presta servizio durante la seconda guerra mondiale come chimico presso la Naval Air Experimental Station di Filadelfia, in Pennsylvania, e diviene insegnante presso la Boston University School of Medicine. Contestualmente, la sua produzione letteraria non si ferma e in breve tempo viene considerato uno dei tre più grandi scrittori di fantascienza dell'epoca insieme a Robert Heinlein e A.E. Van Vogt.

Inventò il termine "robotica"

Karel Čapek, uno scrittore ceco, rese celebre il termine "robot" quando lo usò in un'opera teatrale nel 1921. Derivato da un termine slavo per definire il lavoro forzato di uno schiavo, la parola descriveva macchine simili a uomini che lavoravano in una catena di montaggio di una fabbrica.
Ma nel 1941, nel suo racconto intitolato "Bugiardo!", Asimov divenne la prima persona a usare la parola "robotica", riferendosi alla tecnologia posseduta dai robot.

Dopo la pubblicazione del primo romanzo Paria dei cieli nel 1950, saranno i racconti di Asimov incentrati sui robot e sull'intelligenza artificiale, in particolare Io, Robot (da cui verrà tratto, nel 2004, il film omonimo con Will Smith), Abissi d'acciaio e Il sole nudo a sancire l'entrata della fantascienza nella letteratura cosiddetta "alta". Lo stile di Asimov, che conferisce alla narrazione un andamento estremamente fluido anche nelle parti più "tecniche" è ciò che lo solleverà di diverse spanne più in alto rispetto ai colleghi, entrando nelle librerie anche di chi non si era mai avvicinato alla fantascienza fino a quel momento e creando un immaginario universalmente riconosciuto. Di tutte le sue innovazioni, forse quella che permane maggiormente nella cultura di massa è la creazione delle celebri tre leggi della robotica:

 

  1. Un robot non può recare danno a un essere umano né può permettere che, a causa del suo mancato intervento, un essere umano riceva danno.
  2. Un robot deve obbedire agli ordini impartiti dagli esseri umani, purché tali ordini non vadano in contrasto alla Prima Legge.
  3. Un robot deve proteggere la propria esistenza, purché la salvaguardia di essa non contrasti con la Prima o con la Seconda Legge.

Il Ciclo delle Fondazioni

La recensione di Marco Barretta

Videomaker e sceneggiatore di fumetti Marco Barretta è co-autore (assieme a Lorenza Di Sepio) di storie ironiche e ricche di riferimenti alla vita quotidiana. Oggi Marco ci consiglia un libro dal quale è stato decisamente catturato. E – trattandosi di uno dei capolavori della fantascienza di tutti i tempi - come non essere d’accordo con lui?

Tra il 1951 e il 1953 vedono le stampe Il tiranno dei mondi, Le correnti dello spazio e e il già citato Abissi d'acciaio, oltre alla Trilogia della Fondazione (di cui è bene ricordare almeno il racconto Notturno). Inoltre, nella poliedrica attività letteraria di Asimov non poteva mancare un ciclo dedicato interamente ai ragazzi, e infatti il 1952 è anche l'anno in cui pubblica Lucky Starr, il vagabondo dello spazio, primo volume della serie su Lucky Starr pubblicata con lo pseudonimo di Paul French.

Fino al 1957 Asimov alterna l'attività di docente a quella di romanziere, ma, resosi conto di voler "fondere" queste due attività, abbandona definitivamente la didattica universitaria per dedicarsi alla divulgazione scientifica, trattando gli argomenti più disparati di chimica, biologia, fisica e astronomia, andando a toccare argomenti ben oltre il didascalico, come la teorizzazione dell'esistenza di vite extraterrestri o una forte denuncia sul cambiamento climatico e il riscaldamento globale.

Il terrore degli aerei

Curiosamente, nonostante si fosse immaginato in molte delle sue opere un’umanità in viaggio nel tempo e nei più remoti spazi interstellari, Asimov amava poco viaggiare ed era terrorizzato dagli aerei (ne prese solo due in tutta la sua vita).

Nel 1969 viene pubblicato Neanche gli dei (che sembra fosse, tra tutti, il suo romanzo preferito) che gli varrà un quantitativo di premi non indifferente, ovvero un Premio Hugo, un Premio Nebula e un Premio Locus. Dopodiché, la produzione di Asimov subisce un rallentamento e torna a focalizzarsi principalmente sulla divulgazione. Dopo aver ricevuto l'ultimo dei suoi sei Premi Hugo per il racconto Gold, nel 1992 muore di arresto cardiaco, dovuto a delle complicanze in seguito a una trasfusione. Sarà soltanto nel 2002 che verrà reso noto che fu proprio con quella fatidica trasfusione a contrarre il virus dell'HIV.

L'amore-odio con Star Trek

Nel 1966, Asimov scrisse una pungente critica nei confronti di Star Trek, definendo lo show "una rappresentazione della fantascienza imprecisa".
Gene Roddenberry, il creatore del popolarissimo show, dopo aver ammesso di essere un grande fan del lavoro dell'autore, si difese spiegando che nella realizzazione di Star Trek aveva assunto diversi consulenti scientifici per garantirne l'accuratezza e che sia lui che Asimov stavano puntando a un fine comune, ovvero l'avvicinare le persone alla fantascienza.
Dopo le iniziali scaramucce i due uomini diventeranno grandi amici e Asimov sarà addirittura uno dei principali consulenti di Star Trek, affiancando Roddenberry.

La capacità innata di Isaac Asimov di proiettare l'umanità in futuri distanti ha continuato a fare scuola per tutta la letteratura sci-fi che è venuta dopo di lui: pilastro incrollabile del genere, è senza dubbio l'autore che in maniera più completa è riuscito a fondere un ideale positivista con le problematiche della società attuale.

E se diverse sue previsioni di decine di anni fa sono la nostra realtà attuale (iconico è il caso in cui ipotizzò che entro il 2019 "l'oggetto computerizzato mobile sarebbe penetrato nelle case di ognuno di noi"), in un panorama desolante in cui la foresta amazzonica brucia, le coste vengono inghiottite inesorabilmente dagli oceani, l'ombra di una terza guerra mondiale imperversa e una pandemia globale sconquassa la civiltà, c'è da sperare che, almeno sulle distopie e i futuri post-apocalittici, si sbagliasse.

«Se la conoscenza può creare dei problemi, non è con l'ignoranza che possiamo risolverli.»

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