Attenendosi alla classifica redatta da Rolling Stone nel 2011, Jimi Hendrix è stato il più grande chitarrista di tutti i tempi.
Non c’è da dubitarne: ha rivoluzionato l'approccio allo strumento creando un nuovo stile con la sua Fender Stratocaster, ha sfruttato a pieno la tecnologia a disposizione negli studi di registrazione, ha esplorato l'utilizzo di effetti e amplificatori come nessuno fino ad allora.
Nella sua musica, anche il feedback e altre impurità del suono acquistano un senso e trovano il loro posto.
Sarebbe però ingeneroso non riconoscere a Jimi Hendrix la sua statura artistica anche come autore e compositore.
Grande fan di Bob Dylan, i testi dei suoi i brani sono frutto della stessa passione e della stessa dedizione destinate alle sei corde: creativo, visionario e sempre pronto a lasciarsi guidare dall'immaginazione, chi lo ha conosciuto da vicino ha raccontato di come qualsiasi intuizione, pensiero o idea fossero annotate per essere rielaborate in un secondo momento e poi utilizzate.
La sua indole curiosa e la necessità di sperimentare cercando nuove strade lo portarono a registrare ore ed ore di musica che emerge ancora oggi dagli archivi. Sono decine le pubblicazioni postume.
Rappresentata spesso attraverso i cliché dell'estetica rock (vita frenetica, denaro, droga, sesso...), la figura di Jimi Hendrix come simbolo della cultura pop ha in alcuni casi impedito che il suo valore artistico fosse compreso pienamente.
Ma oggi è chiaro a tutti: è stato uno dei geni della musica del ventesimo secolo.
Sono trascorsi ottant'anni (era il il 27 novembre 1942) dalla nascita a Seattle di James Marshall "Jimi" Hendrix, nato Johnny Allen Hendrix, musicista che con i suoi album e le sue canzoni rivoluzionò nel giro di poco tempo la scena musicale della propria epoca, lasciando un marchio indelebile e un'eredità artistica enorme.
Tre album in studio con la Jimi Hendrix Experience (Are You Experienced, Axis: Bold as Love e Electric Ladyland), un'antologia (Smash Hits) e uno dal vivo (con la Band of Gipsys): questi i dischi pubblicati da Jimi Hendrix dal 1967 al 1970 nella sua, purtroppo, fugace carriera.
Appena ventisettenne al momento della scomparsa, avvenuta nel settembre del 1970, ha impiegato meno di quattro anni per dare vita a capolavori che avrebbero avuto un impatto enorme su tutta musica della seconda parte del '900. Brani come Little Wing, Purple Haze, Third Stone from the Sun, The Wind Cries Mary, Voodoo Chile e le sue trasfigurate versioni della dylaniana All Along the Watchtower e Hey Joe sono oramai degli standard.
Quando Jimi Hendrix incontra la chitarra ha da poco compiuto undici anni. La scintilla scocca immediata, al punto che a 16 anni abbandona gli studi e prova ad intraprendere la carriera di musicista come membro di varie band di rhythm and blues. Assolti i propri obblighi militari come paracadutista, dopo i vent'anni si rimette in gioco come session-man, al fianco di musicisti affermati come Isley Brothers, Little Richard e King Curtis.
Trasferitosi a New York, nel 1966, fonda anche la sua prima band come leader, Jimmy James and The Blue Flames, in cui può dare maggiore sfogo al proprio stile chitarristico, già molto personale e affinato tecnicamente da anni di esibizioni live.
La svolta per la sua carriera avviene una sera del luglio '66: il bassista Chas Chandler, di passaggio a New York con i britannici Animals, assiste ad un'esibizione del gruppo al celebre Cafè Wah?, al Village.
La folgorazione è immediata, così come la proposta che Hendrix riceve subito dopo: fai la valigia, prendi la chitarra e vieni in Inghilterra. Ho in mente delle cose per te.
Da qui in poi è storia: una volta a Londra, vengono affiancati a Jimi il bassista Noel Redding e il batterista Mitch Mitchell.
La Jimi Hendrix Experience è nata e il confronto con questo trio sarà pericoloso per chiunque.
Nell'aprile 1967 l'uscita di Are You Experienced rende l'artista di Seattle una star di prima grandezza, prima in Inghilterra e poi in tutta Europa. Occorre però ritornare oltre Atlantico per la consacrazione definitiva, che avverrà il 18 giugno dello stesso anno al Festival di Monterey: un Hendrix ancora semisconosciuto in patria viene introdotto la pubblico da Brian Jones e strabilia gli astanti con una performance devastante che si conclude con lo spettacolare rogo della sua chitarra.
Travolgente, magnetico, creativo, sensuale... Dalla rivelazione a Monterey alla fine di un'epoca decretata dalla sua Star-Spangled Banner al Festival di Woodstock nel 1969, chiunque abbia assistito a un concerto di Jimi Hendrix non potrà mai scordarlo.
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