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Shakespeare e il balsamico issopo

Illustrazione digitale di Anna Zonca 2022, studentessa presso l'Istituto Europeo di Design di Milano

Illustrazione digitale di Anna Zonca 2022, studentessa presso l'Istituto Europeo di Design di Milano

Virtù! Sciocchezze! Sta in potere nostro esser così o cosà! Il nostro corpo è il nostro bel giardino, e la volontà nostra il giardiniere: piantare ortiche o seminar lattuga, metter l'issopo ed estirpare il timo, guarnirlo d'erbe d'una sola specie o variegarlo con specie diverse, mantenerlo infruttuoso per pigrizia o concimarlo per farlo fruttare, la facoltà di fare tutto questo e d'agire nell'uno o l'altro modo sta tutta nella nostra volontà

William Shakespeare, Otello

Conoscete l’issopo (Hyssopus officinalis), citato nientemeno che da William Shakespeare nel suo Otello? Noto come erba odorosa, è molto ricercato dalle api: regala un miele dal sapore delicato ma particolarmente profumato. Pianta perenne a portamento cespuglioso, l’issopo cresce in terreni sassosi soleggiati ma viene coltivata anche nei giardini a scopo ornamentale. Non solo: viene coltivato in modo intensivo per l’utilizzo in medicina, per l’estrazione di sostanze balsamiche ed espettoranti, per l’uso in cucina e per l’industria dei profumi (per esempio, è uno dei componenti dell’acqua di Colonia). Chi ha una finestra al sole può coltivarlo con successo anche in casa, sul davanzale. Le sue foglie verdi sono piccole e odorose, numerose e lanceolate. I suoi fiori blu, viola o bianchi sono riuniti in spighe rade all’apice degli steli e si raccolgono in estate, quando raggiungono il massimo contenuto di oli essenziali: si tagliano i rami sopra la parte legnosa, si fanno essiccare all’ombra e si conservano in sacchetti di tela.

Plinio il Vecchio lo cita come rimedio contro i pidocchi e il morso dei serpenti, Ippocrate per le pleuriti e Dioscoride Pedanio contro asma e catarro. Santa Ildegarda, dal canto suo, lo raccomandava insieme a cannella e liquirizia per le affezioni del fegato e dei polmoni. La Scuola medica salernitana, la più importante istituzione medica d’Europa nel Medioevo, nei suoi trattati scrisse che «l’issopo purifica il petto dal catarro nocivo». Tutti rimedi sottoscritti anche dall’erboristeria moderna, che lo raccomanda contro le contusioni, per calmare la tosse e l’asma, favorire l’espulsione dei gas intestinali, facilitare o aumentare il flusso mestruale, per aiutare la digestione e per cicatrizzare le ferite.

In cucina l’issopo trova spazio nella preparazione di aceti e vini aromatici e nella composizione di molti amari e liquori, come per esempio il Chartreuse, insieme all’angelica, ma anche nel vermut, nel Bénédictine o nel centerbe. A piccole dosi, perché l’aroma è molto intenso, le foglioline dell’issopo insaporiscono minestre, carni, salse, ripieni e sughi. Curiosità: assieme ad altre 17 erbe, l’issopo fa parte della composizione del tè svizzero. Ed è menzionato persino nella Bibbia come pianta sacra…

Purificami con issopo e sarò mondato, lavami e sarò più bianco della neve

Antico Testamento
Issopo, i consigli dell’erborista
Per prevenire l’asma, per curare la tosse o per aiutare la digestione preparate un infuso lasciando 10 g di fiori essiccati in un litro d’acqua bollente per 10 minuti, filtrate e bevetene 2 o 3 tazzine al giorno. Oppure, utilizzate 30 g di fiori e bevetene una tazza calda al giorno. Questo preparato va fatto fresco ogni volta che lo assumete.
In caso di raucedine, invece, preparate un infuso concentrato mettendo 80 g di pianta fiorita fresca in un litro d’acqua bollente per 5 minuti. Filtrate, spremendo bene la pianta, dolcificate con il miele e fate dei gargarismi 3 volte al giorno. Per curare le contusioni, infine, potete provare a prepara un infuso lasciando 50-100 g di fiori secchi in un litro d’acqua bollente per 10 minuti. Filtrate, spremete bene i fiori e usatelo per degli impacchi da applicare solo se la pelle è intatta. Lasciate in posizione per un paio d’ore e ripetete un paio di volte al giorno.

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