L’impresa eccezionale, dammi retta, è essere normale
A 80 anni dalla nascita del cantautore bolognese, Paolo Jachia presenta Lucio Dalla - Le più belle canzoni commentate (Interlinea). Intervengono Roberto Cicala e Vito Mancuso.
Raccontando di Lucio Dalla, viene spesso citato questo suo celebre verso, tratto dal brano Disperato erotico Stomp del 1979. È per lo meno curioso constatare quanto l’artista bolognese "normale", inteso nel senso proprio del termine (conforme alla consuetudine e alla generalità), non sia mai stato, rimanendo un "atipico", versatile e geniale nel corso di tutta la sua carriera, anche nel momento in cui vedrà il suo successo diventare di massa.
Nato a Bologna il 4/3/43 - e questo lo sanno tutti – il nostro Lucio si dedica da autodidatta allo studio del clarinetto, con ottimi risultati. Capisce presto che la musica sarà la sua vita e i suoi punti di riferimento sono diversi da quelli di molti altri artisti che in quel momento muovono i primi passi: il suo sguardo è rivolto sì oltre confine, ma non verso gli chansonnier francesi, i folksinger di protesta o il rock’n’roll.
Il suo cuore batte per le stelle del jazz.
È apprezzato a tal punto che Chet Baker, in quegli anni di stanza a Bologna, lo recluta tra i suoi musicisti, per non parlare delle altre formazioni in cui milita in quegli anni.
La prima deviazione da questo percorso avviene nel 1962, quando si unisce ai Flippers, il gruppo che accompagna Edoardo Vianello nelle sue esibizioni. Ma è Gino Paoli a notare il suo talento non comune e convincerlo ad intraprendere una carriera solista.
Lucio Dalla esordisce discograficamente nel 1966 con l’album 1999, un lavoro inevitabilmente denso di umori beat e soul nel quale troviamo il brano Pafff...bum!, portato al Festival di Sanremo nel corso dello stesso anno.
Il riscontro di vendite è nullo, ma Dalla non è tipo da scoraggiarsi e ci riprova 4 anno dopo con Terra di Gaibola. Il risultato commerciale non è molto migliore ma qualcosa comincia a muoversi: il disco include il brano Occhi di ragazza che, cantata dall’amico Gianni Morandi, sarà uno dei successi dell’anno.
I primi riconoscimenti per Lucio Dalla arrivano finalmente al terzo tentativo, grazie al disco Storie di casa mia (1971) e alla già citata 4/3/43, terza classificata a Sanremo 1971. Il brano diventa famoso anche a livello internazionale (Chico Buarque De Hollanda ne farà una sua versione, per dire) e il cantante bolognese consoliderà il proprio successo l’anno seguente, sempre dalla riviera ligure, con Piazza Grande.
Il nostro non è però tipo da adagiarsi dopo le prime soddisfazioni ottenute: pur non ostentandola, la sensibilità di Lucio Dalla verso temi ecologici, sociali e politici è notevole e trova modo di essere espressa attraverso le parole del poeta e intellettuale Roberto Roversi, con il quale, dal 1973 al 1976, realizzerà Il giorno aveva cinque teste, Anidride solforosa e Automobili, tre album fondamentali che, quando portati in tournée, delineano anche in nuovo modo di inscenare uno spettacolo musicale, fatto di recitazione, sperimentazioni, denuncia e ironia.
Pur raccogliendo grandi consensi, il rapporto Dalla-Roversi si interrompe nel 1976, per divergenze artistiche.
La rottura del sodalizio è un nuovo snodo cruciale per la carriera di Lucio Dalla, che reagisce da fuoriclasse: nel 1977 esce Com’è profondo il mare, tra i capolavori della sua discografia e primo album in cui anche i testi sono scritti interamente dall’autore. Infatti, Lucio Dalla, da sempre annoverato tra i cantautori storici della canzone italiana, diviene in realtà tale oltre 10 anni dopo il suo esordio. Il suo stile è sorprendentemente definito, leggero e fantasioso senza però tralasciare istanze dal sapore politico e una lucida analisi dei sentimenti e della quotidianità delle persone.
Vendite, pubblico e critica lo premiano: per Lucio Dalla il successo è ora clamoroso e l’ispirazione è a livelli inarrivabili, come testimoniato negli anni seguenti dai dischi Lucio Dalla (1979) e Dalla (1980), nei quali viene a messa a punto una formula musicale che mantiene perfettamente in equilibrio melodia, cantautorato, radici mediterranee, black music e una spinta rock.
Anna e Marco, L’ultima luna, Futura, L’anno che verrà e Balla, balla ballerino sono canzoni che entrano a pieno diritto nella storia della canzone italiana
Lo stato di grazia è tale che l’artista bolognese si assume in questi anni anche l’onere di restituire linfa ad una scena live da tempo spenta in Italia a causa dei ripetuti incidenti che per diversi anni hanno rovinato o impedito i concerti.
Con Francesco De Gregori al suo fianco e supportato da un gruppo di fidati musicisti (un giorno si chiameranno Stadio) parte nel 1979 il tour negli stadi Banana Republic, un successo a livello artistico e di presenze. Ne verrà ricavato un album, con brani di entrambi gli artisti e la strepitosa Ma come fanno i marinai, che alla sua uscita venderà la ragguardevole cifra di 500.000 copie.
L’ingresso negli anni ’80 vede Dalla svoltare verso un suono più pop. L’intenzione sembra essere quella di effettuare una nuova svolta musicale, ma l’ispirazione va calando.
Va detto che si rimane al livelli di scrittura che rasentano l’eccellenza, ma senza raggiungere i vertici raggiunti negli ultimi anni del decennio precedente. Da menzionare comunque album come Viaggi organizzati (1984, il primo senza gli Stadio dopo diversi anni), Bugie (1986) e il live Dallamericaruso del 1986 che, grazie all’unico inedito Caruso, darà a Lucio Dalla una fama internazionale.
Nel 1990 arriva comunque una nuova zampata artistica del cantante con l’uscita di Cambio, disco che include Attenti al lupo (alzi la mano chi non la conosce) e che rimane ancora oggi uno dei dischi italiani più venduti di sempre al momento dell’uscita.
Seguiranno altre pubblicazioni negli anni ’90, tra le quali si segnalano Henna (1993) e Canzoni (1996), mentre la sua inesauribile curiosità lo porterà nel 2003 a cimentarsi con la musica lirica – sua vecchia passione - , inscenando e componendo la sua Tosca - Amore disperato, tratta dal capolavoro di Giacomo Puccini. Di questi anni anche altre incursioni nel mondo del teatro e delle colonne sonore
Lucio Dalla se va ne il 1° marzo 2012, dopo aver suonato al Festival di Montreux. Come ha scritto Roberto Caselli in Storia della canzone italiana:
”In quasi cinquant’anni di carriera, Dalla ha creato un vasto mondo poetico che abbraccia vari generi musicali e ha contribuito a dare una scossa al panorama stagnante della canzone tradizionale”
Fosse anche solo per questo, grazie Lucio
Ti potrebbero interessare
Hai domande, dubbi, proposte? Vuoi uno spiegone? Scrivi alla redazione!
Di
| Interlinea, 2023Di
| Aereostella, 2022Di
| Rizzoli, 2022Di
| Mondadori, 2022Di
| Perrone, 2022Di
| Arcana, 2022Di
| Il Saggiatore, 2021Di
| Pendragon, 2021Di
| Minerva Edizioni (Bologna), 2021Di
| DIARKOS, 2020Di
| Becco Giallo, 2019Di
| Baldini + Castoldi, 2016Di
| Persiani, 2015Di
| Minerva Edizioni (Bologna), 2013Di
| Ancora, 2013Di
| Donzelli, 2011Di
| Bompiani, 2008Per poter aggiungere un prodotto al carrello devi essere loggato con un profilo Feltrinelli.
Per poter aggiungere un prodotto alla lista dei desideri devi essere loggato con un profilo Feltrinelli.
Il Prodotto è stato aggiunto al carrello correttamente
Il Prodotto è stato aggiunto alla WishList correttamente