Anniversari e Ricorrenze

Nero Wolfe: libri, orchidee e indagini

Illustrazione digitale di Asia Cipolloni, 2023, diplomata al Liceo artistico Volta di Pavia

Illustrazione digitale di Asia Cipolloni, 2023, diplomata al Liceo artistico Volta di Pavia

Se io non mi diverto nello scrivere un libro, nessuno si divertirà a leggerlo

Rex Stout

Spesso le idee controcorrente sono quelle migliori.
Una semplice intuizione – creare un detective pigro che non partecipa in prima persona alle indagini che svolge – è stata la chiave vincente per quel personaggio imponente, dalla mente brillantissima, a tratti genale, pieno di idiosincrasie e di passioni solitarie che si chiama Nero Wolfe.

È la riscossa dei sedentari che, in un mondo dominato dal dinamismo, vedono trionfare le virtù dell'indolenza e assistono al trionfo dell’intelletto sulla forza fisica.

La creazione di Nero Wolfe risale al 1934 quando lo scrittore Rex Stout ne ideò la prima avventura.
Stout, che amava le fragole come il suo protagonista adora le orchidee (come coltivatore vinse numerosi concorsi) cominciò a scrivere le celebri avventure a 48 anni e ripropose Wolfe in molti romanzi, per quasi 40 anni fino alla sua morte nel 1975.
Un personaggio che ha superato i decenni senza perdere smalto.

Trovate qui tutti i romanzi attualmente in commercio della serie, ancora oggi disponibili nella bella traduzione di Laura Grimaldi, indimenticabile direttrice delle collane Segretissimo e Gialli Mondadori.

Tutti a casa di Nero Wolfe

Fate piano, non dobbiamo fare rumore, se ci scopre siamo perduti!
Nero Wolfe non vuole nessuno tra i piedi, tollera solo i suoi più stretti collaboratori e ci farebbe subito uscire in malo modo.
È stato Archie Goodwin ad aprirci la porta, il suo aiutante giovane e atletico, sua guardia del corpo e valletto, gran bevitore di latte, lettore di fumetti, attivissimo e un po’ superficiale. Lui è quello che esce, che nel mondo esterno diventa gli occhi e le orecchie di Nero.
Quando ha saputo che volevamo dare un’occhiata al mondo del suo capo, ha accettato di aiutarci.
Nella casa vivono anche l’amato cuoco Fritz Brenner prezioso e insostituibile creatore di manicaretti internazionali e il giardiniere Theodore Horstman, ma sono spesso “invisibili” ognuno perso nella sua attività e compreso della responsabilità attribuita. Difficilmente li incontreremo.
Ma Goodwin ci ha avvertiti: 

Volete affidargli un'indagine? Prendete un appuntamento: sarete ricevuti dalle undici all'una o dalle sei all'ora di cena. Ma attenti: sugli orari non si sgarra

Goodwin

No, non siamo qui per un’indagine, anche se conosciamo la genialità di Wolfe. Siamo qui per curiosare. Possiamo?
Dalla porta principale, a distanza di pochi minuti dal nostro ingresso, entrano l'ispettore Cramer e il tenente Rowcliff.
Una indagine ufficiale sta segnando il passo e la polizia si presenta come sempre riluttante, ma obbligata a chiedere aiuto: il signor Wolfe collabora volentieri con la Squadra omicidi di New York, ma tassativamente negli orari d'ufficio.

Sbirciamo dalla porta socchiusa del suo studio: ci sono la scrivania di ciliegio, il mappamondo, l'armadio con la raccolta dei numeri del New York Times pubblicati nelle ultime settimane. E c’è lui, insaccato nella elegante poltrona inglese.
Dinanzi a luì la famosa poltrona di pelle rossa dove fa accomodare il suo interlocutore, quasi un divanetto da psicanalista.

Nero Wolfe è prima di tutto il suo carattere.

In quella mole considerevole, in quei centocinquanta chili che si muovono con eleganza nella casa di arenaria della 35esima Strada a due passi dall’Empire State Building, crepita un'intelligenza feroce, batte un cuore aristocratico che “vive il distacco dagli uomini e rifiuta ostinatamente di marciare in sintonia col mondo”.
Nessuno può convincerlo o costringerlo a uscire di casa. Odia le automobili, non sale neppure sulla sua stessa auto guidata dal signor Goodwin, se non per eccezionalissime necessità personali.

Cramer e Rowcliff escono soddisfatti dallo studio.
Nero Wolfe ancora una volta ha fornito lo spunto giusto per la risoluzione del caso.
Il cuoco Fritz Brenner sta preparando uno dei suoi piatti preferiti e Wolfe è di ottimo umore.
Forse possiamo osare bussare… Ci accoglie riluttante mentre Goodwin cerca di giustificare il nostro ingresso.
Eccezionalmente risponde a qualche domanda, deve essere proprio un giorno speciale.
Mette subito in chiaro che si tratterrà solo pochi minuti. 

Ogni artista ha diritto alla stima di se stesso. Io ho la mia. Ma mi rendo conto che l'educazione che avete ricevuto vi ha lasciato dei vuoti nel cervello...

Nero Wolfe

Mette subito in chiaro che detesta discutere e mercanteggiare per telefono (non lo chiameremo, promesso), sentir leggere a voce alta, mangiare con estranei (non avevamo minimamente intenzione di fermarci a pranzo, non tema!), non può soffrire chi fuma in sua presenza, odia la televisione, la pioggia, i gerani, il linguaggio volgare, i predicatori, le persone che vivono senza lavorare.
Nero ci racconta che è stato nel servizio segreto dell'impero austro-ungarico, ha combattuto nell'esercito del Montenegro – dov’è nato - durante la Prima guerra mondiale, sostiene di aver ucciso diversi tedeschi. Forse è per reazione a tutto questo che oggi non si muove mai? La risposta non arriva.

Gli perdoniamo un po’ certe affermazioni sulle donne, «creature superbe quando si attengono alle vocazioni per le quali sono soprattutto tagliate: la cavillosità, l'inganno, l'autopubblicità, la sofisticheria», perché non ha esitato a difendere un uomo di colore, accusato di avere ucciso una bianca in base a pregiudizi razziali (Il diritto di morire), ed a misurarsi vittoriosamente con il potentissimo capo dell'Fbi, Hoover (Nero Wolfe contro l'FBI). In A family affair – Nero Wolfe apre la porta al delitto afferma con decisione: 

Avrei dato tutte le mie orchidee, beh, quasi tutte, pur di aver avuto una parte efficace nella rivelazione delle malefatte di Nixon

Nero Wolfe

Le sue grandi passioni sono soltanto tre: il cibo, i libri, le orchidee.
Pranza regolarmente all'una e quindici, cena fra le diciannove e quindici e le diciannove e trenta.
Nulla può trattenerlo quando scatta questo orario.
«Sono un filosofo, oltre che un genio», ci dice con grande modestia uscendo sdegnosamente dalla stanza e avviandosi verso la sala da pranzo. È il suo congedo.

Ogni lettore sa che ha ragione: Rex Stout non ha voluto creare solo un “grande” della letteratura poliziesca, ma, da scrittore di livello, ne ha modellato anche l'anima e la mente, la sensibilità e i gusti, ha concentrato sul personaggio ambizioni ed eccentricità.
È un genio – non lo possiamo negare -, un grande logico, una sorta di computer del delitto.
Conoscere l’identità del colpevole è quasi meno importante che assistere al trionfo di questo massiccio e imperturbabile zar.
Effetto di un buon giallo, ben narrato, ed è questo, in fondo, ciò che conta.

Le serie TV

La critica televisiva del 1969 salutava con entusiasmo la versione televisiva di Tino Buazzelli dell’investigatore:

I nostri timori stavano nel pericolo di dilatare teatralmente il già teatrale personaggio e di renderlo insopportabile, mostruoso, ridicolo

Buazzelli invece ha ricondotto “lo sconcertante eroe di Stout entro una dimensione di simpatia umana e quindi di credibilità”.
Un Wolfe “umanizzato” e reso più accessibile mantenendo peso e autorità.
Ma c’era anche chi lamentava come il personaggio letterario avesse perso parte della sua anima nella trasposizione televisiva.
Una polemica destinata a ripetersi in futuro e non solo per Nero Wolfe. Accanto a lui Paolo Ferrari (Archie Goodwin), Renzo Palmer, il bilioso ispettore Cramer, e Pupo De Luca, raffinatissimo cuoco creatore di diabolici piatti (per la regia di Giuliana Berlinguer).
Nostalgia del bianco e nero? È disponibile in DVD la stagione 1.

La nuova serie TV della Rai si discosta maggiormente dai romanzi originali, ambientando le vicende in Italia, a Roma, in una casa sulla Nomentana a fine anni Cinquanta.
Nero Wolfe questa volta è interpretato da Francesco Pannofino, Archie Goodwin è Pietro Sermonti e nel cast troviamo anche Andy Loutto, con la regia di Riccardo Donna.

Tra le tante versioni ricordiamo una serie televisiva statunitense trasmessa nel 1981 con William Conrad nei panni di Nero Wolfe, Lee Horsley in quelli di Archie Goodwin e George Voskovec nel ruolo di Fritz Brenner.
Tra il 2001 e il 2002 è stata programmata un’altra serie TV americana, con protagonista Maury Chaykin e un Archie Goodwin interpretato da Timothy Hutton.

1969: i romanzi venduti con un manuale sulle orchidee

Nel gennaio 1969 esce un Omnibus Mondadori che raccoglie alcuni romanzi già noti della serie (Nella serra del crimine, pagine 704, lire 3500). Al libro viene allegata la «Guida pratica alla coltivazione delle Orchidee» di Gigliola Magrini, che insegna tutti i segreti di questa pianta straordinaria, venerata da Nero Wolfe.
Nel manuale anche i nomi dei fiorai che possono fornirla (all’epoca le orchidee erano piante poco conosciute e tutt’altro che facili da reperire): due italiani, gli altri indiani, inglesi, giapponesi, americani.

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Sin da piccolo rivela il suo genio: a tre anni ha già letto la Bibbia, a dieci tutti i testi di filosofia, storia, scienza e poesia del padre insegnante. A tredici anni è campione di ortografia del Kansas. Dopo aver fatto svariati mestieri, nel 1912 comincia a scrivere per riviste e settimanali e pubblica romanzi psicologici che non hanno fortuna, tra cui citiamo Due rampe per l'abisso (1929).Nel 1934 pubblica Fer-de-Lance (La traccia del serpente), il primo volume delle inchieste di Nero Wolfe. Il successo si ripete regolarmente per tutti i  successivi volumi, sfornati pressappoco al ritmo di uno all'anno. Nero Wolfe e Archie Goodwin saranno alla fine protagonisti di 47 volumi tra romanzi e raccolte di racconti. Nel 1959 viene premiato con il Mistery Writers of America Grand Master.

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