Un crimine, un’indagine e lo svelamento del mistero sono gli elementi caratteristici di un genere che trova in Wilkie William Collins uno dei suoi padri fondatori.
Considerato dall’autorevole T.S Eliot un «Maestro là dove si trattava di intrecciare situazioni», lo scrittore di polizieschi nacque a Marylebone, Londra, l’8 gennaio del 1824. Figlio di un pittore di paesagggi e fratello maggiore dell’artista preraffaellita Charles Allston Collins, studiò Giurisprudenza al Lincoln’s Inn ma – pur ottenendo l’abilitazione all’avvocatura – non praticò mai la professione legale. È infatti nella letteratura che pianterà le radici della sua vocazione modellando le conoscenze del crimine alle sue opere. Come si apprende dalla Letter of Dedication anteposta ad uno dei primi romanzi, Basil: A Story of Modern Life (1852), Collins attingeva dall’esperienza per raccontare le sue storie:
Uno spaccato della società inglese della seconda metà dell’Ottocento, divisa tra una classe nobiliare arroccata sui propri privilegi e una borghesia mercantile in piena ascesa, Basil, pubblicato nel 1852, è il secondo romanzo scritto da Wilkie Collins: quello che lo rivelò al grande pubblico.
Ho basato l’evento principale che dà origine a questa storia su un fatto di cui ho conoscenza diretta. In seguito, nel dare forma alla narrazione che ha preso spunto in questo modo, ho guidato i suoi sviluppi il più possibile dove sapevo – per esperienza mia o raccontatami da altri – che avrebbe toccato qualcosa di vero e reale. La mia idea era che quanto più avessi raccolto del Reale come testo da cui attingere, tanto più sarei stato sicuro della genuinità e del valore dell’ideale che ne sarebbe scaturito […]. Quelle vicende straordinarie che accadono a pochi uomini mi sono parse materiale legittimo su cui lavorare […] quanto gli eventi ordinari che accadono a tutti noi
Milleottocentocinquantuno: è l’anno dell’incontro provvidenziale tra Charles Dickens e Collins.
Il primo è un romanziere al culmine del successo e direttore della rivista Household Words, il secondo è un autore ventiseienne agli inizi della sua carriera. Il celebre scrittore invitò il giovane a collaborare intuendo fin da subito la sua capacità di intrattenere i lettori tenendo viva l’attenzione per intere sequenze narrative. Da allora l’amicizia e il sodalizio letterario tra i due dureranno dieci anni.
«La pubblicazione a puntate di The Woman in White a partire dal 1860 sul periodico All the Year Round segna invece la nascita del genere», secondo una citazione di Laura Chiara Spinelli.
Quale terribile segreto nasconde la misteriosa figura femminile che si aggira di notte per le buie strade di Londra? Questo è solo il primo di una serie di intrighi, apparizioni e sparizioni, delitti e scambi di identità che compongono la trama di "La donna in bianco", tessuta con magistrale sapienza da Wilkie Collins
E lì, al centro della strada luminosa –lì, come se fosse spuntata in quel momento dalla terra, o caduta giù dal cielo – vidi stagliarsi solitaria la figura di una donna, vestita di bianco dalla testa ai piedi, che mi scrutava con espressione grave, e con la mano indicava la nuvola scura sopra Londra, guardandomi dritto negli occhi
Del romanzo La donna in bianco lo scrittore e critico letterario Henry James scrisse: «Ha introdotto nel romanzo i più misteriosi dei misteri, i misteri che sono fuori della porta di casa nostra».
L’appetito di Collins per la profondità della mente umana si palesa fin dagli esordi, così come il talento nell’arte del narrare l’oscurità della società vittoriana in cui sentimenti e suspense fanno da cornice ai ritratti dei personaggi che il maestro del mistero disegna con pennellate attente e decise.
Nella Prefazione di Senza nome (1862) scrive:
Capolavoro di minuziosa osservazione psicologica e allo stesso tempo critica decisa alle storture della società vittoriana, "Senza nome" occupa un posto di primo piano nella letteratura inglese dell'Ottocento. Un romanzo che per tutto il 1862 ha tenuto in sospeso migliaia di lettori, che ne seguivano gli sviluppi sulla rivista fondata da Charles Dickens "All the Year Round".
Lo scopo principale […] è attrarre l’interesse del lettore su un argomento che è stato soggetto di alcuni dei più grandi scrittori, vivi e morti, ma che non è mai stato, né mai lo potrà essere, esaurito, perché interessa eternamente l’umanità. […] la lotta di un essere umano, sotto l’influenza del Bene e del Male, che noi tutti abbiamo provato, che noi tutti abbiamo conosciuto
Riconosciuto come uno dei più grandi capolavori di Wilkie Collins, La pietra di Luna, alla sua uscita nel 1868, consacrò il clamoroso successo dell'autore e riuscì addirittura a destare l'invidia di Charles Dickens, suo grande amico e maestro.
Prolifico autore di «narrativa sensazionale» scrisse una trentina di romanzi, più di cinquanta racconti e numerose opere teatrali e in questa ricca produzione letteraria ricordiamo Basil (1852), Armadale (1866), Uomo e donna (1870), L’albergo stregato (1879), il romanzo psicologico La veste nera (1881) ritenuto «[…] pura narrativa di suspense che si avvale, con grande sapienza, di un caleidoscopico spettro di sfumature, dal gotico al grottesco, dal romantico alla spy story d’epoca».
E ancora: «[…] Sebbene io non dia alcun credito alla fantasiosa leggenda indiana sulla gemma, devo ammettere, prima di concludere, che in questa faccenda sono influenzato da una mia personale superstizione. Sono convinto, o forse è solo un’illusione, non ha importanza, che ogni crimine si porti dietro il suo ineluttabile destino», dal suo capolavoro La pietra di luna (1868);
«Gli inesorabili influssi che un giorno potrebbero governare i nostri miseri cuori, e modellare il breve e triste corso delle nostre esistenze, hanno talvolta origini oscure e remote, e arrivano a noi per vie traverse, tramite i cuori e le vite di persone sconosciute» dal prologo del libro Le foglie cadute (1879);
«[…] Il fiume indolente sembrava ancor più torbido del solito, il nuovo cottage più brutto che mai, esposto com’era alla dura prova dell’inquisitoria luce del sole. Bussai alla porta che dava sulla parte vecchia dell’edificio […]» dal romanzo breve Il fiume della colpa (1886).
Oralità e scrittura si compenetrano, come spesso accade nelle opere di Collins: il racconto delle voci narranti, talvolta multiple, è punteggiato e mediato dall’impiego di documenti – volontà, lettere, confessioni, diari
Così scrive Laura Chiara Spinelli nell’introduzione al romanzo Il denaro della mia signora. Un episodio nella vita di una ragazza, Bari, ottobre 2017.
Il creatore di intrecci noir si spense nella città natale il 23 settembre 1889 e con lui le voci inquiete dei suoi paesaggi, le ambientazioni spettrali, i delitti senza colpevole, gli intrighi da dipanare e quelle complesse indagini che rapiscono il lettore trascinandolo con sé fino all’inaspettato epilogo.
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