Per la neo incoronazione di Carlo III (ne parliamo qui) Rai Movie ha trasmesso La regina Vittoria, un film storico su una delle personalità più amate della famiglia reale inglese.
Il film di Jean-Marc Vallée con Emily Blunt e Rupert Friend The Young Victoria - disponibile anche in dvd - ha riacceso la curiosità degli italiani su questa figura legata all'immagine stereotipata che la storia ci ha riportato.
In realtà la donna Vittoria fu tutt'altro che una fredda, algida puritana. Ed ebbe in pratica meno potere assoluto di quanto le viene attribuito nel ricordo generale, anche se «fu soltanto durante il regno della regina Vittoria che gli inglesi si resero lentamente conto di avere un impero.»
Il film The Young Victoria è una ricostruzione romanzata della giovinezza della regina Vittoria d’Inghilterra, basata soprattutto sulla storia d'amore con il principe Alberto di Sassonia-Coburgo, conosciuto a 16 anni e diventato il grande amore della sua vita e suo marito dal 1840 al 1861, quando prematuramente muore.
Alberto è davvero affascinante e così incredibilmente bello: stupendi occhi azzurri, un naso squisito, e una bocca proprio carina, con dei leggeri baffi e basette sottili, molto sottili. Ha un corpo perfetto, con ampie spalle larghe e vita fine. Mi batte proprio forte il cuore. Danza in modo meraviglioso e si muove con grande eleganza e ha un bel portamento.
Divenuta sovrana nel 1837 - ad appena 18 anni - Vittoria sarà destinata a regnare fino al 1901, anno della morte.
Una curiosità sul film: tra i produttori, oltre a Martin Scorsese e Graham King, compare Sara Ferguson, ex-moglie di Andrea, figlio di Elisabetta II e duca di York.
Ma al di là del film, a raccontare la figura della regina è stato soprattutto un libricino - La regina Vittoria - firmato da Richard Newbury, biografo decisamente anticonformista, che ne svela molti aspetti nascosti.
Scrive Antonio Caprarica nell'introduzione:
La Regina-Imperatrice disegnata da Newbury colpisce per il suo tratto umano, il carattere contraddittorio, la natura sensuale sottoposta al rigido controllo delle convenienze. Affascina ancor più perché in controluce, dietro i suoi lineamenti, si staglia il profilo di un'Inghilterra oggi in gran parte scomparsa, ma forse non quanto si crede
In un suo intervento sulla Stampa, Richard Newbury afferma:
Nella mia recente biografia "La Regina Vittoria" mi sono proposto di mostrare che questa appassionata regina non era affatto puritana, ma assolutamente capace di deliziarsi
E Vittoria, donna piccolina dal fisico un po' sgraziato e non bella, lo fece negli anni del suo appassionato matrimonio con Alberto, da cui nacquero ben 9 figli, ma anche in seguito.
«Per i suoi 24 anni lui [Alberto] ricevette "il dipinto segreto" della regina Vittoria, da appendere nel suo spogliatoio come "quadro preferito del mio caro Alberto": lei in déshabillé, appoggiata a un cuscino cremisi, i capelli sciolti, le spalle nude, in una posa molto intima e seducente.
Per i 23 anni di Vittoria, lui fece fare dallo scultore prussiano Emil Wolf una statua in marmo di se stesso raffigurato come guerriero greco, con un gonnellino corto, gambe nude e una Vittoria nuda appoggiata sulla corazza.»
Una curiosità: nacque proprio dalle sue nozze la comune consuetudine dell’abito bianco, malgrado all'epoca le regine di Francia indossassero il bianco in segno di lutto e la cosa fosse considerata di mal augurio. Prima di lei già Maria I di Scozia nel 1558 si sposò in bianco, ma le vicende successive avevano rafforzato l'idea che non fosse il caso di ripetere la scelta...
Dopo Alberto, sinceramente compianto marito-amante, ci fu John Brown, ghillie personale del principe Alberto, di quasi vent'anni più giovane di lei, divenuto Queen's Highland Servant, un titolo appositamente inventato per averlo sempre accanto.
«Un'amicizia assurda e disdicevole per la sua posizione», secondo il primo ministro, ma anche «l'amico più caro, che nessuno in questo mondo potrà mai sostituire», secondo la regina.
Il loro rapportò durò sino alla morte di lui, nel 1883, parallelamente però all'idillio romantico con il primo ministro Benjamin Disraeli, anch'esso durato sino alla sua scomparsa, nel 1881.
Seguirono altre figure, più o meno limpide. Come Abdul Karim, servitore indiano promosso presto segretario, tutt'altro che figura di specchiata fedeltà, anzi, implicato in furti e probabilmente questioni di spionaggio, ma sempre strenuamente difeso da Vittoria.
La regina Vittoria di Richard Newbury, edizioni Claudiana 2009
Da timida ragazzina a imperatrice: i suoi amori, le passioni, il marito, i consiglieri e i primi ministri accanto alla politica e all'economia della Gran Bretagna nel passaggio da regno insulare a impero coloniale, nel momento di assunzione dei valori borghesi a baluardo della monarchia.
La regina Vittoria e il suo tempo di Roland Marx, edizioni il Mulino 2001
L'età vittoriana è un'età di grande progresso materiale e intellettuale, tanto più in Inghilterra, patria della rivoluzione industriale. È l'età in cui prendono piede anche le idee di uguaglianza, emancipazione femminile, socialismo; è l'epoca in cui l'Inghilterra raggiunge il massimo della propria potenza mondiale.
In tutto ciò in realtà, Vittoria ha un ruolo modesto; altri governano la politica del Paese e le sue idee non sono certo indirizzate al progresso. Tuttavia per un Paese disorientato dal proprio impetuoso cambiamento, Vittoria rappresenta la stabilità, la continuità, il perdurare rassicurante delle tradizioni. Così Vittoria è diventata l'emblema di un Paese e di un'epoca.
Becoming Queen Victoria: The Tragic Death of Princess Charlotte and the Unexpected Rise of Britain's Greatest Monarch di Kate Williams, Ballantine Books 2010
Victoria & Abdul: The True Story of the Queen's Closest Confidant di Shrabani Basu, History 2011
Victoria: Portrait of a Queen di Lytton Strachey, Fireship Press 2009
Di
| Castelvecchi, 2014Di
| Claudiana, 2009Di
| Rizzoli, 2017Ti potrebbero interessare
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