Se Frieda e Nicholas fossero potuti crescere anche solo qualche anno ancora accanto alla madre, avrebbero certo imparato da lei che la lingua può essere, in mano a un poeta, un giocattolo meraviglioso.
Queste sono le ultime parole che scrive Bianca Pitzorno, curatrice di A letto bambini! E altre storie, per presentare questi tre leggeri e divertenti racconti che Sylvia Plath, immensa poetessa americana, scrisse per i suoi figli nei pochi anni che la separarono da una morte sofferta e scelta.
Stupisce il modo giocoso in cui l’autrice si cimenta a scrivere per i più piccoli. Lei che di solito ha uno stile complesso, qui riesce a spogliarsi delle parole verbose e trova parole giuste, scherzose, perfette per i bambini.
La signora Mirtilla è orgogliosa dei suoi elettrodomestici che sono moderni, splendenti e iperefficienti. Ma questi, un giorno, protestano: in un attimo la cucina va in tilt. Max è un ragazzo felice, se non fosse che desidera più di ogni altra cosa al mondo un vestito. Ma un giorno il postino bussa alla porta per consegnare un pacco... Conosciamo Sylvia Plath per le sue poesie, ma quanti sanno delle sue storie per bambini?
Le storie attingono a un immaginario molto veritiero dell’America degli anni Cinquanta e Sessanta. Ci sono delle case con elettrodomestici che, all’epoca, erano arrivati da poco sul mercato, oppure si trovano famiglie molto numerose, piantate in città in cui tutti si conoscono e si aiutano, come vogliono le norme di buon vicinato. È molto divertente il modo in cui Plath attinge a una tradizione letteraria e fiabesca tipica della sua terra. Una delle storie, per esempio, ha come protagonisti due folletti della casa – della cucina nello specifico – che cercano di responsabilizzare gli elettrodomestici, combinando però un sacco di guai.
Invece, un’altra storia, ha come protagonista l’ultimo fratello di un’intera famiglia con sette figli, che aspetta un vestito adatto a sé: un perfetto spaccato divertente dei continui passaggi ed emulazioni che ci sono nelle famiglie.
La parte più spassosa sono i pasticci che ogni personaggio combina, in un caos che è sempre gioioso incontrare nelle pagine. Qualsiasi siano i temi dei racconti, la cosa più bella è che sono davvero letture perfette prima di andare a dormire. Lasciano addosso quella sensazione di quiete e pace, dopo aver riso un po’, che fa aggiustare il cuscino ben bene, per poi buttarci la testa sopra, tranquilli. Quella sensazione rasserenante di quando chiudi un buon libro e sei contento di averlo avuto fra le mani, così sì che sarà una buonanotte!
E cosa c’è di meglio se non l’ultima filastrocca-racconto ispirata proprio ai letti?
A letto?
In quale letto?
Di letti, ben si sa,
ne possiamo trovare
di molte qualità.
Proviamo ad elencare;
quanto alla dimensione,
tanto per cominciare,
c’è Lettino e Lettone.
Singolo per lo scapolo,
con un solo guanciale;
Letto-a-Una-Piazza-e-Mezzo,
Letto-Matrimoniale…
Ma tutti questi letti,
a ben considerare,
servono solamente
per dormire e sognare.
Sono letti noiosi,
sono letti banali.
Ci sono invece Letti-
Veramente-Speciali!
Le illustrazioni sono bellissime, per ognuna cambia chi le ha create, ma c’è una chicca in particolare. Quelle di A letto bambini! sono rimaste le originali realizzate da Quentin Blake, importantissimo disegnatore che si occupa da sempre della parte grafica dei libri di Roald Dahl).
L'11febbraio saranno ormai 60 anni che Sylvia Plath non c’è più, ma rimangono sempre i suoi versi e conoscerla come scrittrice è prezioso, magari cominciando proprio da piccoli e portandola con sé crescendo. Perché oltre al gesto compiuto, a una scomparsa dolorosa, ha cercato sempre e comunque di passare ai suoi lettori e ai suoi figli l’amore per e attraverso le parole.
Queste tre amabili e tenere storie, adatte ai bambini più piccoli, fanno sentire il lettore al centro di un mondo felice, caldo, intimo, dove si è sempre al sicuro e dove tutto funziona per il verso giusto. C’è qualcosa di affettuoso e di confortante nel pensiero che mia madre abbia scritto queste storie in un mondo dove la realtà poteva essere tanto diversa.
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