Osservare i bambini mentre giocano, le loro espressioni di gioia, stupore e meraviglia è un’esperienza che strappa un sorriso a quasi tutti gli adulti.
Capita di vedere ragazzini con lo sguardo coraggioso di un pirata o di un’esploratrice, con la determinazione di chi si prepara a vivere chissà quali grandi avventure, occhi sognanti e scintillanti. Attraversano quell’epoca della vita in cui tutto si tinge facilmente di rosa, verdi e arancioni, i colori che associamo maggiormente alle sensazioni positive.
I bambini sono creature dell’assoluto, le cui emozioni difficilmente conoscono vie di mezzo, sia nel bene che nel male, e quando si arrabbiano diventano piccole furie e tanti saluti alla moderazione. Tra tutte le emozioni che ci capita di osservare, però, ce n’è una che spiazza più di altre, che quasi spaventa e che non vorremmo mai associare ai bambini: la tristezza, quella sensazione fatta di grigi, blu e viola che paiono spenti e cupi. Non è un caso che da qualche anno a questa parte si senta parlare di blue Monday, il giorno più triste dell’anno.
Non è un caso nemmeno che uno dei personaggi del famoso Inside Out, Tristezza, sia tutta blu, trincerata dietro il suo magione blu a collo alto, chiusa in sé stessa.
Anche la tristezza fa parte delle emozioni che ci rendono unici, ognuno la percepisce e la sperimenta a modo suo, per ogni persona è causata da esperienze diverse: può essere venata di malinconia quando manca qualcuno o qualcosa, può essere mescolata all’invidia e all’ira quando ci si sente esclusi o emarginati oppure può essere condita da un pizzico di smarrimento e confusione quando non si capisce il perché di un gesto o una parola scortese.
Insomma, sono tutte quelle situazioni che capitano anche agli adulti e che nei bambini sembrano ancora più gravi. C’è poi quella tristezza che è triste e basta, non ci sono spiegazioni o motivi, è così dal risveglio e ce la teniamo tutto il giorno appiccicata addosso. Perché (a volte) mi sento triste? Rispondere a questa domanda è davvero difficile, e un buon libro o una buona storia ci possono aiutare a parlarne.
Va bene sentirsi tristi, ogni tanto. Succede a tutti, per le ragioni più disparate, e ognuno di noi gestisce la tristezza in maniera diversa. Le tenere illustrazioni e il linguaggio amichevole aiuteranno i bambini a imparare a riconoscere questa emozione, capire perché si sentono tristi e cosa fare quando succede. Età di lettura: da 3 anni.
L’idea che un bambino o una bambina siano tristi fa paura, come se fosse un’esperienza del tutto negativa, da superare e archiviare il più in fretta possibile. Fa paura perché spesso non sappiamo come affrontarla, questa emozione, e invece di viverla cerchiamo tutti i modi possibili per sfuggirle. La tristezza, invece, va rispettata, compresa e accolta, può diventare un momento di crescita, di maturazione a arricchimento molto importante, come ci raccontano nell’albo Nina (SABIR).
Capita di piangere quando si è tristi e anche delle lacrime non c’è nulla di cui vergognarsi, anzi, un bel pianto a volte è proprio quello che ci vuole per superare un momento difficile. Come dice la mamma nell’albo Perché piangiamo? (Fatatrac) ci sono mille tipi di lacrime e soprattutto, tutti piangono!
Il problema, spesso, è che i bambini non sanno dire la propria tristezza e non sempre sanno riconoscere una causa precisa che la provoca. Sedersi al fianco di un piccolo, fargli una carezza e dire semplicemente che capita a tutti di essere tristi è il primo passo per creare un rapporto di fiducia e condivisione, senza pretendere soluzioni frettolose o che rischiano di essere superficiali. Succede proprio così al piccolo protagonista di un albo splendidamente illustrato, Ascolta (Il Castoro).
Perché piangiamo? Da dove arrivano le lacrime? Un album poetico e divertente che ci ricorda che le lacrime ci inondano molto lentamente aiutandoci a crescere, ci calmano lenendo le ferite dell’anima. Una carrellata di immagini che alla fine danno vita a un vero e proprio Dizionario della lacrima. Età di lettura: da 5 anni.
La tristezza arriva quando meno ce lo aspettiamo e non è né positiva né negativa, ma sicuramente necessaria. Come si dice, non c’è arcobaleno senza pioggia e la tristezza ci permette di godere maggiormente della felicità e della serenità che vengono dopo. Attraversando quest’emozione, si impara molto su se stessi, sulle capacità che abbiamo per superare i momenti difficili, e lasciare che un bambino attraversi un momento di tristezza senza sentirsi giudicato o senza doversi vergognare lo aiuterà a maturare moltissimo.
Tristezza e felicità sono le due facce della stessa medaglia, insomma, una fa posto all’altra in un soffio. Questa è l’idea che ci suggerisce una saggia tartaruga alla fine dell’albo Un mare di tristezza (Minibombo), storia di un pesciolino triste che cerca in una bella nuotata l’occasione di tirarsi su di morale. Ahimè, tutti i pesci che incontra sono tristi, affranti, abbattuti, mogi, abbacchiati o mesti. Quante parole per le mille sfumature della tristezza! Alla fine del libro, una tartaruga a testa in giù e suggerirà a pesciolino che forse non tutti sono tristi se li si guarda da un'altra prospettiva. Basta capovolgere il libro e le bocche tristi si trasformano in sorrisi. Non credo sia un caso che questo mare lo si debba attraversare tutto fino in fondo e che all’ultima pagina, girando il libro e andando indietro, ci si ritrovi a nuotare in un mare di felicità.
Ci sono tanti altri libri che possiamo leggere con i nostri bambini per capire cosa sentiamo, per imparare a riconoscere le nostre emozioni più complesse e far sì che non ci mandino in crisi. Una bella storia, a volte, sa suggerire le parole che ci mancano.
Agù ha un amico per la pelle. I due sembrano inseparabili, ma poi, un giorno Agù resta solo. Dalla sua tristezza nasce una nuvola che lo segue ovunque, ricoprendolo di pioggia. Continua a piovere in ogni istante del giorno e della notte: succede, quando ti piove dentro.
Benno, il piccolo elefante rosa, ha un migliore amico: Freddi. Un giorno, però, la famiglia di Freddi si trasferisce, e i due amici devono separarsi. Benno diventa triste, così triste che non vuole nemmeno più giocare.
Un giorno in fondo al mare un pesciolino si sentiva triste e sconsolato. Decise allora di fare una bella nuotata per tirarsi su il morale.
Banù è un unicorno come tutti gli altri, o quasi... perché lui ha qualcosa di veramente magico: la sua criniera cambia colore in base alle emozioni che prova. Come si sente oggi Banù? Cosa è successo? E come può sentirsi meglio?
Olivia è una rana felice, ma oggi è una giornata storta: la sua migliore amica, Berta la lucertola, si trasferisce. Olivia è così triste che non riesce proprio a tirarsi su, ma presto scoprirà che, anche quando le cose non vanno come vorremmo, ci sono diversi modi per recuperare la propria allegria.
Milena è una piccola balena grigia in una famiglia di balene azzurre. Durante una migrazione si perde e comincia il suo viaggio per ritrovare casa. Ogni tappa è un incontro straordinario, lo scambio di un dono intangibile e preziosissimo.
La vita è piena di incontri. E anche di perdite. Alcune insignificanti, come quando si perde una matita o un foglietto. Ma alcune sono importanti, come la perdita di qualcosa a cui si tiene, della salute o di qualcuno che si ama.
Orso ha perso gli occhiali, Tasso ha perso il sonno, Lupo è in cerca di amici, ma Scoiattolo batte tutti: si è messo in testa di trovare... la felicità! “Ah, e com’è la felicità?” gli chiede Orso. “Non lo so ancora”, risponde Scoiattolo, “ma ne parlano tutti...”.
In tempi in cui la domanda di felicità è molta, ma l'offerta è poca, una strega può escogitare un maleficio per rubarla a chi ne ha, intrecciandosela tra i capelli. Un furto del genere però è davvero il più vile, chi lo subisce deve cercare di riappropriarsi a tutti i costi ciò che più conta nella vita.
Antonio Sualzo e Silvia Vecchini, in una storia raccontata fra albo e fumetto, indagano con profondità e semplicità la vita interiore dei bambini, le loro grandi risorse di intelligenza e immaginazione per uscire da situazioni difficili, aiutarsi, aiutare, crescere.
Un libro che aiuta i bambini a comprendere le prime emozioni. Libri per i bambini ancora piccoli ma già curiosi di sapere, che fanno tante domande e hanno bisogno di risposte chiare e semplici.
La pazienza ha un bel giardino. La nostalgia annusa una vecchia sciarpa. La vergogna si nasconde in una buca. La curiosità sale sui tetti per vedere un po' più in là. Le emozioni sono come strane creature, grandi e piccole, dolci o spaventose: ciascuna ha una sua personalità, e tutte abitano dentro di noi!
A tutti capita di sentirsi tristi, ma spesso preferiamo ignorare questa sensazione. Un giorno, però, un bambino decide di accogliere la sua tristezza e di costruirle un rifugio dove quest'ultima possa sentirsi libera e protetta.
Con intento esplorativo, più che educativo, toccano tasti universali, che risuoneranno in chi legge e contribuiranno, attraverso il confronto, alla sua alfabetizzazione emotiva.
Umori del cuore
Sono contento, di buonumore,Altri consigli di lettura
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