I migliori manga horror da leggere

C’è un gioco, in voga in Giappone sin dal periodo Edo, che si dice possa richiamare gli spiriti.
Bastano una notte scura, una stanza e cento candele accese: i giocatori, disposti in cerchio, devono narrare a turno una storia di fantasmi e, alla fine di ognuna, spegnere una candela. Quando anche l’ultima luce sarà estinta non si potrà più tornare indietro e un’orribile creatura apparirà nel buio.

Se, pensando a questa scena, cominciate a sentire sul collo i denti affilati di un vampiro o la mano pelosa di un licantropo dei racconti europei, sappiate che in realtà i mostri che trovereste in terra nipponica hanno una tradizione tutta loro, legata a un folklore secolare.
Yōkai e yūrei, demoni e spettri portatori di buona o cattiva sorte, popolano non solo libri, teatri e cinema, ma anche manga, a cominciare dalle opere di Shigeru Mizuki, maestro nel dar forma a creature leggendarie in volumi come Le inquietanti avventure di Kitaro e NonNonBâ. Storie di fantasmi giapponesi.

Il j-horror ha attinto a piene mani da questo ricco immaginario, con storie in cui vendette e vecchie ferite mai chiuse trascinano i personaggi in un gorgo di puro terrore.

Spesso le figure inquietanti che causano sventura sono fantasmi di giovani donne consumate da rancore e rabbia, un concentrato spettrale di queste emozioni pronto a perseguitare chi le ha maltrattate, sfruttate e abbandonate quando erano in vita: che sia per la loro irresistibile bellezza (Tomie di Junji Ito) o per l’insistenza spaventosa e ossessiva (Phantom Stalker Woman di Minetarō Mochizuki), non c’è modo di sfuggirgli.

Il fascino del j-horror risiede nella componente psicologica, che crea tensione con scene piene di suspance.
Il terrore si rivela pian piano per mostrarsi infine in tutta la sua forza, anche con risvolti violenti o spaventosi: sono storie che scavano letteralmente nella mente del protagonista e di chi legge (Homunculus di Hideo Yamamoto); giochi crudeli di morte e di torture (Doubt di Yoshiki Tonogai; Prison Experiment di Kantetsu e Chiho Minase); thriller (Gannibal di Masaaki Ninomiya); avventure drammatiche e angoscianti (Aula alla deriva del “dio del manga dell’orrore” Kazuo Umezz).

Ma un pizzico di horror si trova anche nei racconti più inaspettati: non mancano infatti horror comedy nelle quali si intrecciano azione, romance e demenzialità (Dandadan di Yukinobu Tatsu; Zombie 100 di Haro Aso e Kotaro Takata) né storie d’amore dalle tinte forti e macabre (La ragazza bruciata di Kantetsu e Yū Satomi). Persino un’amicizia molto speciale può trovarsi a fare i conti con inquietanti misteri soprannaturali (L'estate in cui Hikaru è morto di Mokumokuren).

Una menzione particolare va alla corrente dell’ero-guro nansensu (di norma abbreviata in ero-guro) nata tra gli anni Venti e Trenta del 900, nella quale un erotismo macabro, grottesco e nonsense la fa da padrone. L’ero-guro è stato ripreso da grandi mangaka come Suehiro Maruo (Il bruco; Midori. La ragazza delle camelie) e Shintaro Kago (Kijin Gahoh; Uno scontro accidentale sulla strada per andare a scuola può portare a un bacio?), quest’ultimo calcando la mano soprattutto sulla componente bizzarra e assurda del genere.

Se, oltre alle opere, vi restasse la voglia di conoscere più approfonditamente anche le autrici e gli autori più famosi che si sono cimentati nell’horror, vi consiglio I maestri del manga horror di di Masaru Miyazaki e Tsuyoshi Adachi, una raccolta di biografie del calibro di Hideshi Hino, Junji Ito e Kanako Inuki, per scoprire i retroscena della creazione delle migliori storie da brivido!

Tomie

Cosa accadrebbe se, dopo essere stata uccisa, la studentessa Tomie Kawakami si presentasse nuovamente in classe come se niente fosse accaduto? Quanto di lei è ancora la liceale che era da viva e quanto è una creatura soprannaturale fatta di rancore e malvagità?
Comincia così la prima storia di Tomie, ragazza tanto bella quanto mortale, un mix di attrazione e repulsione che torna dalla tomba per tormentare gli uomini facendoli innamorare fino a perdere la ragione e la vita stessa.
In ogni sua incarnazione, di capitolo in capitolo, Tomie resta sempre una famme fatale che sembra impossibile da uccidere, capace di creare copie di sé da parti del suo corpo e di impossessarsi della mente di qualcuno attraverso i propri capelli.

Prima e acclamata opera di Junji Ito, maestro dell’horror manga odierno.

Dandadan

Momo Ayase crede nei fantasmi ma non negli alieni, Ken Takakura crede negli alieni ma non nei fantasmi.
I due liceali hanno stretto un patto: chi riuscirà a dimostrare l’esistenza di ciò in cui crede renderà l’altro suo servo. Non hanno però deciso cosa accadrà se scopriranno che esistono sia i fantasmi che gli alieni e, soprattutto, cosa faranno se verranno attaccati da entrambi!

In Dandadan c’è un po’ di tutto: mostri terrificanti, siparietti demenziali, momenti toccanti e scene d’azione al limite dell’assurdo. Una action comedy che si diverte a mettere in campo creature inquietanti provenienti dal folklore e dalle leggende metropolitane, ma senza prendersi troppo sul serio.

Il richiamo di Cthulhu

Nei diari del prozio morto apparentemente in un incidente, Francis Wayland Thurston viene a conoscenza di Cthulhu, un essere abissale adorato da un antico culto. Anche solo le sue raffigurazioni portano con sé incubi, follia e morte. Ma il bisogno di scoprire e comprendere chi sia davvero questa entità porta Thurston e altri come lui verso un inevitabile destino.

Nella ricerca di storie di mostri prive di happy ending, il mangaka Gou Tanabe si è imbattuto nelle opere di H.P. Lovecraft: la perdita della speranza e il destino di morte che accompagna i personaggi dell’autore americano hanno subito colpito Tanabe, invogliandolo ad adattarne molti racconti. Con i suoi disegni, Tanabe rende concreti gli indicibili orrori immaginati da Lovecraft.