Se il mercato degli shōnen manga ha imparato presto ad ascoltare le richieste dei suoi giovani lettori, non si può dire altrettanto per gli shōjo manga, suo corrispettivo al femminile.
All’inizio degli anni ‘70, questo racconta la mangaka Keiko Takemiya nella sua autobiografia Il suo nome era Gilbert:
La produzione di riviste a tema shōjo era affidata a redazioni composte per la quasi totalità da uomini, la cui linea operativa si discostava dalla sensibilità e dalle esigenze reali delle ragazze a cui erano rivolti i contenuti
Lo stesso valeva per chi scriveva e disegnava questi manga dedicati ad un giovane pubblico femminile.
Piccole e leggiadre orfanelle popolavano le pagine di racconti strappalacrime, creando un modello di fanciulla virtuosa pronta a essere salvata dal suo principe azzurro: il loro compito era essere graziose e vivere una storia d’amore pura e innocente.
Fino ad allora c’erano stati esempi più unici che rari di autrici donne le cui protagoniste, più vicine ad un pubblico adulto, si allontanavano da questo canone: Machiko Hasegawa si era fatta largo con le vicissitudini quotidiane della sua Sazae-san, moglie e madre per certi versi sui generis nel contesto giapponese di fine anni ‘40, basata perlopiù su esperienze vissute dalla stessa autrice.
Per il resto il mercato restava in mano agli uomini.
L’inizio di un cambiamento cominciò a vedersi grazie al “dio dei manga” Osamu Tezuka, il quale infuse tutto il suo amore per il teatro Takarazuka (un teatro in cui anche le parti maschili erano interpretate da donne) nell’opera La principessa Zaffiro, con protagonista una principessa dall’animo metà maschile e metà femminile che combatte per il bene del proprio regno.
Il regno di Silverland è in festa per la nascita del prossimo re, ma... a venire al mondo è una bambina! Oppure no? Per colpa di un angioletto pasticcione, Zaffiro possiede sia un cuore femminile che uno maschile, e la attende una doppia vita di avventure, magie e duelli contro i malvagi nobili che tramano per sottrarle il regno.
La principessa Zaffiro fu fonte di ispirazione per il Gruppo 24, formato da autrici nate intorno al 1947 (anno 24 dell’epoca Shōwa) e debuttanti negli anni ‘70, una ventata di cambiamento verso l’emancipazione degli shōjo manga.
A partire da Keiko Takemiya e Moto Hagio e arrivando a Riyoko Ikeda, l’intento generale fu quello di creare opere che davvero riscontrassero il gusto delle lettrici, spesso coetanee delle mangaka.
A storie di grandi amori impossibili, anche omosessuali (Il poema del vento e degli alberi, Caro fratello), si affiancarono fantascienza (Star Red), gotich horror (Il clan dei Poe), drammi storici (Le rose di Versailles, La finestra di Orfeo), generi e temi mai trattati prima nei manga per ragazze, con riferimenti espliciti a sesso, violenze e abuso di alcool e altre sostanze.
Nacquero inoltre gli elementi grafici distintivi degli shōjo manga, usati per mostrare i sentimenti dei personaggi in modo chiaro e sincero: occhi grandi e scintillanti; uso di effetti come fulmini (shock) o fuoco (rabbia); vignette che si ingrandiscono, con background appena accennati, per descrivere intense emozioni e scene d’amore; fiori non solo come elemento decorativo ma scelti in base al contesto (bouquet di rose per indicare la passione; petali e foglie che cadono per un amore che finisce).
Terra, XXIII secolo. L'umanità vive in megalopoli futuristiche e ha colonizzato anche la Luna e Marte, ma i marziani, discendenti di criminali umani esiliati dotati di incredibili capacità, si ribellano al giogo della Terra, scatenando un conflitto che scuote il sistema solare. Tutto questo sembra lontano dai pensieri di "Red" Sei, una giovane teppista di New Tokyo City... Ma i suoi occhi nascondono un segreto che la porterà al centro degli intrighi della galassia.
Fu una vera e propria rivoluzione, che portò col tempo a una continua sperimentazione su riviste quali Nakayoshi, Margaret, Bessatsu Margaret, Ribon, Ciao e Hana to yume, con generi e sottogeneri nuovi come il majokko, con protagoniste streghette o ragazze magiche che sanno trasformarsi (Pretty Guardian Sailor Moon di Naoko Takeuchi; Cardcaptor Sakura delle CLAMP; Creamy Mami di Yuko Kitagawa e Kazunori Itō; Tokimeki tonight di Koi Ikeno) o più classici ma dalle tinte moderne come drammi (Nana di Ai Yazawa; Mars di Fuyumi Soryo), commedie (Il giocattolo dei bambini di Miho Obana; My Love Story!! di Kazune Kawahara), thriller (Banana Fish di Akimi Yoshida) o sci-fi (Proteggi la mia terra di Saki Hiwatari).
Usagi è una quattordicenne che conduce una vita allegra. Tuttavia, il giorno in cui s’imbatte in una misteriosa gattina parlante di nome Luna, comincia per lei un’avventura sconvolgente: scopre infatti di essere Sailor Moon, guerriera dotata dei poteri della Luna, e di avere sulle spalle il destino dell’intero pianeta.
Chi non vorrebbe incontrare un gatto parlante e scoprire di essere una guerriera con i poteri della Luna? È quello che succede a Usagi, una quattordicenne qualsiasi che si ritrova a combattere per salvare la Terra.
Sailor Moon è ancora oggi una delle maggiori icone internazionali del manga al femminile, una serie che tocca grandi temi (autodeterminazione, lotta femminile, libertà) con un linguaggio pop, giovane e irresistibile.
Molte ragazze (ma anche ragazzi) degli anni ‘90 sono cresciute al grido di «Sono la paladina della legge, sono una combattente che veste alla marinara, io sono Sailor Moon e sono venuta fin qui per punirti, in nome della Luna!», un grido che non si spegnerà mai!
È il 1755 e in Francia e Austria nascono due bambine che il fato renderà protagoniste degli anni più tragici della storia d'Europa: Maria Antonietta d'Asburgo-Lorena e Oscar Frarwois de Jarjayes. Così, intrecciando drammi storici e sentimentali, personaggi fittizi e realmente esistiti, in una reggia prende vita l'appassionante vicenda delle rose di Versailles...
Nelle stanze di una Versailles di fine ‘700, tra broccati, balli e intrighi, si intrecciano e si consumano le vicende di due donne che vivono seguendo un destino assegnatogli dal volere della corte reale: la giovane regina Maria Antonietta e il comandante della guardia reale Oscar Francois de Jarjayes, meglio nota come Lady Oscar.
I doveri che comportano i loro ruoli sociali impediscono ad entrambe di seguire il proprio cuore, finché i tamburi della rivoluzione spezzeranno le catene dell’ancien régime.
Con Lady Oscar, Riyoko Ikeda ha dato vita ad un personaggio indimenticabile, ancora molto amato da lettrici e lettori.
Le rose di Versailles è il dramma storico perfetto per tutte le appassionate e gli appassionati di shōjo classici.
Il fumetto che ha ispirato la serie animata «Rossana».
Il mondo non è che un giocattolo tra le mani dei ragazzi, che lo lanciano e lo calpestano di continuo, senza il minimo rispetto. Ma è davvero solo questo, un gioco crudele al quale nemmeno gli adulti possono porre fine? O forse, dietro questo apparente menefreghismo verso ogni cosa, ci sono piccole e grandi ferite accumulate nel tempo delle quali nessuno parla apertamente?
L'attrice undicenne Sana Kurata, come un uragano di buon umore, è pronta ad aiutare chiunque a tirar fuori e affrontare tutti i dolori più profondi. Una commedia buffa e scanzonata, ma che non si tira indietro nel parlare dei traumi nascosti sotto la superficie delle cose.
Da questo manga è stato tratto l'anime cult Rossana, in onda in Italia nel 2000.
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