11 luglio 1982: una data entrata nel mito, legata per sempre alla storica finale dei campionati Mondiali di calcio in cui l'Italia vinse 3-1 la partita contro la Germania Ovest. Un trionfo non soltanto sportivo, ma un momento di profonda condivisione che fu in grado di annullare le distanze tra classi sociali, generazioni, paesi e città, Nord e Sud.
Oops! Paolo Castaldi l'ha fatto ancora!
Ebbene sì, il talentuosissimo autore di graphic novel, acclamato per titoli quali Zlatan e Diego, appassionate dediche in punta di pennino a figure rivoluzionarie del mondo del calcio, ha ceduto ancora una volta alla sua passione per lo sport più amato e criticato che ci sia. E stavolta l'ha fatto prendendo a oggetto della sua rivisitazione, epica e politica ad un tempo, una data rimasta scolpita nel cuore di chiunque ami quel gioco: l'11 luglio 1982. Il Capitano Dino Zoff che alza la coppa, il presidente della Repubblica Sandro Pertini che si dimentica per un momento del protocollo che vuole i rappresentanti della politica e delle istituzioni distaccati dalle manifestazioni popolari... soprattutto, anche se per una sera soltanto, l'Italia nuovamente unita dopo un periodo difficilissimo e angosciante.
Ma se durante quella epica notte, invece di trepidare davanti a un teleschermo vi foste trovati su un treno, in viaggio tra Milano e la Sicilia?
"Le idee mi vengono quando non lavoro", ci confida Castaldi.
E così l'idea di una famiglia che sta andando in vacanza, proprio in quella notte magica, dev'essergli apparsa come un'epifania, magari proprio mentre viaggiava su un treno: era quello, il modo giusto di raccontare una storia che in tanti hanno narrato ad altezza del prato del Bernabeu dove si disputò la finale fra Italia e Germania. 11 luglio 1982 è - nella tradizione di questo fumettista sempre capace di infondere una traiettoria originale e sorprendente alle storie che pennella come calci piazzati - un graphic novel che riesce a raccontare di più dell'aspetto puramente sportivo del Mundial d'España, delle radioline che ascoltano la cronaca, delle grida di esultanza, delle azioni decisive.
Quella di Castaldi è la storia del modo in cui si è arrivati a questa vittoria e di quel che la vittoria rappresentò nella coscienza di un paese lacerato.
Per capire quanto la coppa sollevata da Zoff sia stata importante per l'Italia intera, si deve infatti partire dal contesto in cui questo Mondiale si svolse. Si arrivava da un periodo di lotte sociali accesissime. Negli anni Settanta, in Italia, si guadagnarono tanti diritti sociali sul campo, senza dubbio. Altrettanto certamente, però, quello che forse si chiuse simbolicamente con quella vittoria calcistica fu un periodo violento e di dolorosissime divisioni, in politica e nella società italiana.
All'interno di questo contesto la vittoria fece intravvedere la possibilità di sentirsi uniti e in qualche modo contribuì a inaugurare una nuova fase per il paese.
Il fumetto di Paolo è bellissimo: la poetica vaghezza di alcune campiture di acquerello valorizza per contrasto il piglio sicuro del narratore, riuscendo nell'impresa ammirevole di far battere il cuore del lettore in sincrono con le gesta di Altobelli, Antognoni, Bergomi, Cabrini, Collovati, Rossi, Scirea, Tardelli, Zoff e tutti gli altri protagonisti di quella sera indimenticabile.
E, nello stesso tempo, tratteggiando un'elegia dei "resistenti", l'amore per i quali è in fondo il nucleo più profondo del lavoro di Castaldi.
Apriamo la prima pagina di questo graphic novel e - di colpo - veniamo catapultati in quella notte di quarant'anni fa, in piedi sugli spalti dello stadio di Madrid a soffrire, imprecare e infine urlare di gioia per aver rotto l'incantesimo che ci teneva prigionieri di noi stessi.
Che azione memorabile, ragazzi!
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