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Non è vero che i calciatori sono tutti dei ragazzini viziati.
Non è detto che la realizzazione di un atleta debba fermarsi oltre la saracinesca di un garage privato, zeppo di fuoriserie costosissime.
Non è sempre stato così, e per un sillogismo che il grande filosofo Socrate potrebbe sottoscrivere, diremo che non sta scritto da nessuna parte che debba continuare ad essere così.
Già: Socrate.
Cosa ha spinto, ad esempio, un ragazzo brasiliano nato negli anni Cinquanta e capace di funamboliche acrobazie col pallone fra i piedi a farsi conoscere da tutti come "Socrates"?
La sua storia, certamente, dato che il padre - un cristiano palestinese trasferitosi in Amazzonia - aveva battezzato il suo primogenito con tanti nomi, primo fra i quali è quello del grande filosofo che da sempre lo appassionava. Sócrates Brasileiro Sampaio de Souza Vieira de Oliveira, dunque: e Socrates - "O doutor Socrates", com'è ancor oggi noto fra i suoi numerosissimi estimatori per via della sua specializzazione in pediatria - avrebbe fatto proprio uno degli strumenti dialettici e critici più forti fra quelli usati dal Socrate originale: la confutazione.
In altre parole: se qualcosa nel tuo discorso non mi convince, io ti metto davanti alle sue contraddizioni e ti mostro quanto poggi su fondamenta fragili.
Intelligente regista sul campo, Socrates ha forse espresso il meglio di sé fuori dagli stadi, arrivando a battezzare un coraggioso ed inedito esperimento di autogestione del club nel quale giocava, il Corinthians. Per due anni, in tutto il mondo la "Democrazia Corinthiana" è stato un faro al quale guardare, coi giocatori padroni del proprio destino e affrancati - novelli Spartaco - da allenatori che li trattavano come pedine intercambiabili di un gioco di potere svolto a proprio esclusivo beneficio. La rivoluzione varata da O doutor non ebbe vita lunga (dopotutto il calcio è parte del sistema, in qualsiasi Paese del mondo) ma nel Brasile dominato in quegli anni da una dittatura militare, quello di Socrates e dei suoi compagni di squadra viene ancor oggi ricordato come uno dei momenti di protesta più efficaci.
La gente mi ha dato potere rendendomi un calciatore popolare. E se la gente non ha il potere di dire le cose, allora le dirò io per lei - Socrates
Marco Gnaccolini, sceneggiatore, e Cosimo Miorelli, disegnatore, hanno deciso di raccontare questa storia.
E l'hanno fatto bene, anzi benissimo, consegnandoci dopo un travaglio durato cinque anni un graphic novel straordinario per qualità grafica e intensità del racconto.
"Socrates. L'immortalità della rivolta" (pubblicato da Becco Giallo) è un fumetto che affascinerà tutti, non soltanto gli amanti del calcio, per la sua capacità di far emergere temi universali attraverso la vicenda umana di un uomo fuori dal comune. Noi abbiamo voluto incontrare Marco (Cosimo è dovuto rimanere a Berlino, dove vive, per restrizioni imposte dalla situazione sanitaria) per far vivere "Socrates" nella viva voce di uno dei due autori. Approfittandone per farci personalizzare da Marco qualche copia del fumetto, ovviamente. Obrigados, Marco! Obrigados, doutor Socrates!
L'intervista con Marco Gnaccolini
Raccontaci "Socrates" in pochi secondi.
"Socrates" è la storia del calciatore medico rivoluzionario Socrates, capitano della nazionale brasiliana che negli anni ottanta sfidò la dittatura dei gorillas in Brasile, una dittatura militare, creando la democrazia corinthiana, un sistema democratico di gestione della squadra sportiva. Tramite questa sua lotta riuscì a portare il popolo del Brasile a chiedere le elezioni dirette. Purtroppo, fu una rivoluzione che durò solo due anni... come tutte le rivoluzioni finì molto presto.
Ci racconti del modo in cui tu e Cosimo Miorelli avete lavorato assieme al libro?
Abbiamo lavorato a distanza, essendo io a Venezia e lui a Berlino: lo abbiamo concepito insieme con scambi di materiale. Io ho scritto prima il soggetto e la sceneggiatura, girandole poi a lui. E lui, di conseguenza mi girava i disegni, le tavole. Alla fine avevamo sempre più balloon, avevamo sempre più il ritmo della storia... quindi è stato un lavoro corale, da questo punto di vista.
Quanto tempo avete impiegato a realizzare il libro?
Ci sono voluti cinque anni.
Qual è la tavola che più ti emoziona, fra quelle che Cosimo Miorelli ha disegnato?
Quella dove vediamo Socrates in ospedale durante la sua ultima notte in vita. Allora lui libera da una gabbia immaginaria un canarino.
Una frase fra tutte per raccontare l'uomo e il calciatore?
"Se cammini e basta non succede niente, ma se cammini e vai in parlamento a far valere le tue idee forse può cambiare qualcosa".
Sarebbe possibile oggi un nuovo Socrates?
Sì, ci sono e sono soprattutto negli sport femminili, calciatrici come Sara Gama, che portano avanti lotte di parità di salario e lotte per essere riconosciute come professioniste.
La tua onomatopea preferita?
Gasp!!!
... e allora Gasp!, Marco. Arrivederci al prossimo fumetto e grazie per averci fatto scoprire o riscoprire la grandezza di Socrates!
Altri segnali di fumetto
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Nuvole in campo! Quando il fumetto racconta lo sport
Di
| Solferino, 2021Di
| Renoir Comics, 2019Di
| Becco Giallo, 2018Per poter aggiungere un prodotto al carrello devi essere loggato con un profilo Feltrinelli.
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