Witch watch. Vol. 1 di Kenta Shinohara

Kenta Shinohara, con Witch Watch (edito da Star Comics), ci consegna un manga spassoso, che si destreggia abilmente tra magia e ironia per una lettura che ci porta nel cuore della mitologia giapponese.

Come immaginate le streghe? Cattive, brutte, arcigne, isolate in qualche località sperduta a preparare intrugli magici e con una scopa voltante, magari. Ecco, di tutto questo tenete solo il loro ecologico mezzo di trasporto.

Nico Wakatsuki è una giovane strega neodiplomata che lascia la Terra Sacra per tornare a casa ed esercitare la sua magia.
Anche lei, come tutte, ha scelto il suo famiglio, nella tradizione giapponese uno spirito maligno che le affianchi e che funga da servitore. La scelta, per le streghe, è sempre ricaduta sugli animali ma Nico sa bene chi vuole al suo fianco.

Morihito Otogi, il suo amico d’infanzia, ha appena saputo dal padre quale sarà il suo incarico. Lui è un oni, uno spirito animale di cui conserva le caratteriste (come la forza) racchiuso però in un corpo umano, merito di una grande quantità di potere magico accumulato nel corso dei secoli. Nessun oni può rifiutare il ruolo di famiglio di un mago o una strega, pena il ritorno all’aspetto atavico.

Su Nico inoltre pende una terribile profezia. Non si sa in che modo, né in quale momento, ma è inevitabile che si abbatterà su di lei.
Non può stare sola, deve essere protetta, e non può che farlo il suo famiglio.

Morihito, detto Moi, sta ancora realizzando quello che succederà: per volontà dei genitori vivranno sotto lo stesso tetto, la soluzione migliore per tutelarla. La conosce bene, giocavano sempre insieme e il suo ultimo ricordo di loro due risale a quando erano solo dei bambini.
Era così buffa e sbadata, sempre pronta a infilarsi in qualche guaio e la sua entrata in scena ce la mostra davvero così, mentre si schianta contro la finestra e irrompe in casa di Moi:

Inizia così la loro spassosa convivenza che vede sotto lo stesso tetto (e nella stessa aula scolastica) due personalità molto diverse.
Lui è severo, impostato, sempre pronto a riprenderla e così serio da sembrare freddo e distaccato. Lei è una peperina di prima categoria, che non sa stare ferma e riempie di chiacchiere la stanza. Inutile il tentativo di Moi di convincerla a tenere segreta la sua identità, almeno a scuola:

Duplicazione, alleggerimento, privazione di gravità, ingrandimento: sono solo alcuni degli incantesimi a cui ricorre la streghetta per allenare la sua magia e per rendersi utile agli altri.

Ma non sarebbe lei se fossero tutti equilibrati e precisi e così appaiono quattro Nico con un quarto della forza dell’originale, la testa e le mani di Moi diventano esageratamente grandi, con i compagni di classe inizia a volare, accidentalmente e con panico di tutti, anche un camioncino e infine la stessa Nico diventa gigante, tanto da toccare il soffitto della classe.

La giovane strega, ignara della sciagura che si abbatterà su di lei, vive con serenità e allegria l’inizio del liceo e il suo amore per Moi, che cresce ogni giorno di più.
Del resto, è un adolescente come tante: la testa persa in sogni romantici, la voglia di farsi notare che si mescola a una forte autostima ma è sempre in agguato anche la paura di non essere ricambiata:

E così quelle magie che non vanno mai a buon fine, la sbadataggine di Nico e la serietà di Moi, aprono la strada a una storia che ha ancora molto da dirci e molte risate da strapparci.