Quello che i librai non dicono

Professione libraio

Illustrazione di Gaetano Di Riso, 2021

Illustrazione di Gaetano Di Riso, 2021

Ci sono giorni belli e ci sono giorni stanchi e tristi, penso che un po' per tutti sia così. In alcuni ti svegli e ti senti un leone, pronto a divorare una giornata di sole, forte e disinvolto, sciolto nella parlata, socievole anche nello sguardo. In altri ti senti il grigiore del cielo plumbeo che si insinua tra le narici fino al cuore. 

Nei giorni più tristi mi aiuta fare shopping ma se ci penso bene non lo faccio perché ho assolutamente bisogno di quella maglietta o quel determinato paio di scarpe, semplicemente cerco un contatto, un sorriso, qualcuno pronto a consigliarmi e a farmi stare bene, diciamo semplicemente cerco un po' di coccole. A volte sono fortunata, e le trovo. 

Essere emotivi spesso può complicarci la vita ma è sicuramente un valido aiuto per potersi sentire più empatici, per capire i bisogni e le difficoltà delle persone, per cercare di andare incontro a chi, anche solo con lo sguardo perso e triste, vorrebbe chiedere aiuto.   

Un giorno una cliente mi disse che veniva a fare un giro alla Feltrinelli perché gli era stato consigliato dalla propria psicoterapeuta... Consiglieresti a qualcuno che ha bisogno di distrarsi di andare a farsi un giro in farmacia? Questo perché in libreria ci si può perdere come tra le calli di Venezia, ma ci si può anche ritrovare come quando cerchiamo ovunque la freccia per San Marco e prima o poi, in qualsiasi sestier, la troviamo. 

Le librerie, nel periodo di lockdown sono state definite “le farmacie dell'anima” e la maggior parte dei librai sanno, a seconda delle occasioni, trasformarsi in farmacisti, psicologi, psicoterapeuti e analisti. 

Ricordo una signora anziana, signorilmente avvolta da una morbida pelliccia, dal viso forte e deciso eppure con gli occhi lucidi: dopo avermi chiesto un libro che, non essendo disponibile le ho prenotato, mi disse di trovarsi in difficoltà perché avrebbe tanto voluto avere un uomo con cui passare un po' di tempo, anche solo per chiacchierare, e che aveva chiesto anche al prete della propria parrocchia di poterla aiutare. 

Un giorno, invece, faticai molto a trovare le parole giuste, mi venne da piangere: era un signore anziano, voleva assolutamente un libro per due bambini, gemelli di cinque anni, che avevano appena perso il padre. Il padre di quei bambini era suo figlio. 

C'è una signora anziana che viene spesso in libreria: cammina con il bastone ma il passo è comunque agile. Ama leggere romanzi impegnati ma anche storie leggere, le piace essere consigliata sulle nuove uscite, ma quel che le piace di più è raccontarci e consigliarci i libri che ha letto. 

Ci sono poi i bambini che vengono in libreria: a volte mi fermo a sfogliare con loro un albo illustrato e mi accorgo che anche quei pochi minuti li fanno sentire coccolati, e ti guardano con gli occhi dolci e interessati come se tu fossi la loro maestra. 

Cosa cerchiamo quando entriamo in libreria? A volte abbiamo scritto il libro su un foglietto come la ricetta per una medicina, altre volte cerchiamo un luogo amico, scaffali che odorano di carta, copertine colorate che invitano ad essere sfiorate con le mani, altre ancora cerchiamo un sorriso, una parola gentile, gesti semplici che magari possono far apparire il sole in una giornata uggiosa... E noi librai siamo qui anche per questo. 

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