Il vero avversario, la frontiera che include, è il giocatore stesso. C’è sempre e solo l’io là fuori, sul campo, da incontrare, combattere, costringere a venire a patti. Il ragazzo dall’altro lato della rete: lui non è il nemico, è più il partner di una danza. Lui è il pretesto o l’occasione per incontrare l’io. E tu sei la sua occasione. Le infinite radici della bellezza del tennis sono autocompetitive. Si compete con i propri limiti per trascendere l’io in immaginazione ed esecuzione. Scompari dentro il gioco: fai breccia nei tuoi limiti: trascendi, migliora, vinci.
Mentre siamo tutti in preda alla Sinner mania, che ha appena trionfato agli Australian Open, e all'esaltazione indotta da una nuova età dell'oro del tennis italiano, abbiamo pensato di dedicare una breve riflessione, con relativa lista di letture, al tennis.
Sport che non conosce crisi di popolarità, ha sempre trovato uno spazio privilegiato nei libri: dalle biografie di grandi campioni alle pagine di romanzi che hanno contribuito a costruire l’immaginario di uno sport amatissimo, allo stesso tempo elegante e popolare, silenzioso eppure capace di infiammare gli animi.
Non che sia lo sport più raccontato in assoluto ma, come ci ha spiegato benissimo Federico Vergari in questo articolo, nessun altro è altrettanto epico e letterario, o può considerarsi legato all’esperienza della scrittura quanto il tennis, invece, che sembra ricalcare il processo creativo in modo sorprendente e, in alcuni casi, a stimolarlo.
Sono diversi, infatti, gli autori che, mossi da una personale e profonda passione per questo sport, hanno dato spazio al tennis nelle loro storie, integrandolo nella narrazione a volte con un ruolo da protagonista, più spesso con lo scopo di fare da sfondo utile ai fini narrativi, ma sempre capace di emozionarci. Stiamo pensando, ad esempio, a Il giardino dei Finzi-Contini di Giorgio Bassani, in cui le partite di tennis e le passeggiate per il giardino in attesa della partita successiva sono l’unica forma di distrazione e socialità rimasta ai protagonisti a seguito delle leggi razziali fasciste del 1938; ma anche a Lolita di Nabokov, dove il protagonista è un ex giocatore di tennis che utilizza proprio questo sport per creare un legame e un'intimità con la giovanissima Dolores. Infine, non possiamo che citare David Foster Wallace che al tennis ha esplicitamente dedicato due suoi lavori - Il tennis come esperienza religiosa e Tennis, Tv, trigonometria, tornado (e altre cose divertenti che non farò mai più) - nonché, tra le altre, alcune delle pagine più belle del suo capolavoro assoluto Infinite Jest.
Se dalla narrativa passiamo alle biografie, troviamo anche qui una vasta scelta di titoli che raccontano le vite di quei campioni e campionesse all'apparenza glaciali, semi-divinità di bianco vestite che guardiamo volteggiare sul campo. Citiamo senza indugi l'autobiografia di Andre Agassi, Open, probabilmente la migliore mai scritta da uno sportivo, Inarrestabile della campionessa Maria Sharapova, Roger Federer di Chris Bowers, Vite brevi di tennisti eminenti di Matteo Codignola, Tennis di René Lacoste e Se piove, rimandiamo. La mia vita di Nicola Pietrangeli
Tra i saggi, infine, che provano a svelare i segreti di questo sport dal fascino senza tempo, citiamo il classico Tennis di John McPhee e i libri scritti da Gianni Clerici, giornalista che più di chiunque altro ha saputo raccontare il tennis e lo ha fatto per tutta la vita.
Ma i titoli sono molti di più: di seguito ne proponiamo dieci, da leggere e regalare, perfetti per chi ama il tennis, per chi inizia ad apprezzarlo, e per chi vuole inseguire il sogno di perfezione celato dietro ogni suo gesto.
Cinquant’anni dopo la prima Età dell’Oro del tennis italiano, quella dei «ragazzi di Formia» vincitori della Coppa Davis, se ne è ufficialmente aperta una seconda, quella di Berrettini e Sinner, che sta prendendo forma sotto i nostri occhi.
In bilico tra una pulsione verso l'autodistruzione e la ricerca della perfezione si svolgerà la sua incredibile carriera sportiva. Con i capelli ossigenati, l'orecchino e una tenuta più da musicista punk che da tennista, Agassi ha sconvolto l'austero mondo del tennis, raggiungendo una serie di successi mai vista prima.
Lo sport è di norma segnato dal dominio solitario di un individuo o di una squadra, oppure dalla sfida prolungata tra due campioni o due team: i duellanti, appunto. Il tennis del Ventunesimo secolo è invece un’eccezione notevolissima per tutto lo sport, perché inscena una contesa a tre (il regno di Federer, Nadal e Djoković) di una durata stupefacente.
La vita di Nicola Pietrangeli non è solo quella di un campione straordinario, ma è la sceneggiatura di un kolossal in cui avventure, esotismo, bel mondo, passioni e polemiche si alternano a match del tennis internazionale ai più alti livelli.
Negli anni della giovinezza e ben prima di diventare il più grande innovatore della letteratura americana contemporanea, David Foster Wallace si è a lungo dedicato al tennis, entrando nelle classifiche regionali e sfiorando la fama che ha saputo costruirsi altrove, e con ben altri esiti.
Un intrico di storie e di scoperte sui personaggi del tennis.
Dal 1976 al 1980 l'Italia è la squadra da battere. Parliamo di tennis e il trofeo per cui si lotta è la Coppa Davis. La squadra è formata da quattro giocatori: Adriano Panatta, Corrado Barazzutti, Paolo Bertolucci, Tonino Zugarelli.
Gianni Clerici, gran giocatore e critico insuperato di tennis, scrive del suo sport come nessun altro, senza le nostalgie adolescenti di Giorgio Bassani né le astrazioni velleitarie di Michelangelo Antonioni.
Se c'è un libro in grado di dividere i lettori fra chi rischia di contrarre in una forma o nell'altra il morbo del tennis, e chi invece ne risulta immune, è questo. Dove si rivive, un punto dopo l'altro, la semifinale di Forest Hills 1968 fra Arthur Ashe e Clark Graebner.
La prima autobiografia di Maria Sharapova, una delle numero uno del tennis mondiale.
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