Illustrazione digitale di Giulia Masia, 2022, diplomata presso l'Istituto Europeo di Design di Milano
Il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre, ma nell’avere nuovi occhi
Così diceva Marcel Proust in quello che forse è uno dei più grandi viaggi nei ricordi di sempre: la madeleine di Alla ricerca del tempo perduto.
Con il caldo eccezionale, le città inavvicinabili e le cicale che cantano a ogni ora del giorno e della notte, sogniamo già tutti le ferie. Un bel viaggio quest'anno non ce lo toglie nessuno, anche se dovremo aspettare un po'.
Ma cosa significa viaggiare? Nella definizione classica vuol dire "Trasferirsi da luogo a luogo, per lo più distanti l’uno dall’altro, con un mezzo di trasporto". In realtà, tutti sappiamo che viaggiare significa molto di più e non si deve fare per forza fisicamente.
Fin da bambini ci hanno insegnato a viaggiare con la mente, pensare luoghi lontani, immaginari, sognati. Giochi di fantasia, combattimenti tra pirati, grandi esplorazioni nel giardino, nient'altro che una grande isola del tesoro.
E questo nostro viaggio nella fantasia, sì, quello che ci insegnava un amico topo molto famoso, non si è esaurito a quando avevamo sei anni. Crescendo, il desiderio di scoprire il mondo è diventato sempre più pressante.
Dalle mappe che lo spiegano, alle strade che lo percorrono, infinite vie, dagli infiniti colori che ci fanno trovare sempre un modo per viaggiare.
Viaggiare, però, non significa solo spostarsi, con il corpo o con la mente. Viaggiare vuol dire svegliarsi e pensare "Che bello sarebbe tornare a Parigi!".
Sì, perché il viaggio non è solo quello che ti fa scoprire luoghi e foci mai viste, quello che ti fa solcare i mari e scoprire la vastità degli oceani, il viaggio è anche quello tra i ricordi, in un passato che sentiamo familiare o in un futuro che possiamo immaginare o che dovremo subire.
Viaggiare può voler dire fuggire, fuggire da situazioni, persone, parole. Scoprirsi capaci di ripercorrere in un sogno un viaggio già fatto o scoprirsi inadatti al viaggiare realmente. Che cosa significa?
Viaggiare spaventa e lo fa perché significa anche crescere, conoscere, conoscersi. E se, partendo, scoprissimo in noi una persona che non amiamo? E se, non potendo farlo fisicamente, scoprissimo di non saper più rincorrere i pirati, scovare un tesoro in giardino e cavalcare grifoni alati? Ci sentiremmo come persi nella nebbia di una pianura, senza nulla attorno.
Non sappiamo per voi, cari lettori di Maremosso, ma per noi i viaggi sono ancora lontani quest'anno, possiamo limitarci a fare quello che facciamo in questi casi: aprire un libro e partire, con la mente, con le parole. L'India ci sembrerà subito più vicina.
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