Il libro di cui hai bisogno si trova accanto a quello che cerchi
Da Andre Agassi a David Foster Wallace il passaggio, se non obbligato, è comunque breve, campione di tennis il primo, campione di scrittura il secondo, e non è tutto: DFW giocava a tennis a livello agonistico e, in un momento in cui questo sport smetteva di essere solamente appannaggio di una certa élite, lui iniziò a scriverne, portando il reportage narrativo a un livello superiore e Il tennis come esperienza religiosa ne è un esempio di commovente bellezza.
Wallace ha ispirato intere generazioni, portato i suoi lettori sempre un gradino più in alto rispetto a dov’erano prima di iniziare a leggere, e questa biografia è un regalo che ogni lettore che abbia anche solo incrociato questo scrittore fenomenale, dovrebbe concedersi il lusso di conoscere; un viaggio che lascia affranti ma appagati. C’è dentro tutto: la fragilità, il genio, l’oscurità, ogni elemento che ha fatto di Wallace ciò che era, qui c’è, e se è straziante immaginarlo combattere contro i mulini a vento della sua mente che, per quanto geniale, non riusciva a rimanere connessa con la vita, è anche bellissimo vederlo rianimarsi tutto nelle giornate buone.
“Gli studenti che si presentavano alle sue lezioni furono stupiti di trovarsi davanti un giovane poco più grande di loro, armato di una cartelletta degli Orsetti del Cuore e di una racchetta da tennis.”
“Come il giovane Holden, non mi va di dilungarmi in tutte quelle stronzate alla David Copperfield…” così comincia A proposito di niente l’autobiografia di Woody Allen, un rocambolesco e brillante girovagare nella New York che dagli anni ’50 arriva ai giorni nostri, in compagnia e per mano di uno dei più istrionici personaggi del secolo scorso.
Nella prima parte del libro l’autore racconta la sua infanzia, e si ride signore e signori, si ride a ogni piè sospinto perché tra bar mitzvah, claustrofobia, pessimismo cosmico, ipocondria, reflusso gastrico, e misantropia ce n’è davvero per tutti! “- Sta sempre appiccicato alle ragazze - comunicò a mia madre una delle sterili arpie. Si, mi piacevano le ragazze. Cosa mi dovevano piacere, le tabelline?”. Che posso farci? Amo questo piccolo, adorabile stramboide, amo i suoi film e molte delle sue battute e dei racconti folli che ha scritto. Le luci della ribalta erano la sua vita, che però a un certo punto va a rotoli per una serie di scelte sbagliate; nella prima parte del libro racconta di quando era ancora solo un ragazzo goffo e segaligno, e già allora scriveva pezzi per dei comici professionisti, recitava, dirigeva, aveva le idee piuttosto chiare su cosa fare e lo fece, lo fece alla grande! Molti giovani autori e sceneggiatori del ventunesimo secolo attingono continuamente dal repertorio di Allen (da The Big Bang Theory a The Kominsky Method per citarne solo un paio), perché qualunque cosa pensino e dicano di lui, il buon vecchio Woody ha arricchito il mondo del cinema e non solo.
“Alla mia età, ormai ho poco da perdere. Non credendo in un aldilà, non vedo cosa possa cambiare se verrò ricordato come un regista o come un pedofilo. Chiedo solo che le mie ceneri vengano sparse vicino a una farmacia.” .
Lascio sempre per ultimo il libro del quale sarà più difficile raccontarvi, è un atteggiamento che mi procura sempre dei problemi, nella scrittura e nella vita, ma devo chiudere questa cinquina con la biografia più bella, quella di Philip Roth. Ho dedicato settimane a quello che in pratica si è rivelato uno studio approfondito di un’opera che definire monumentale, definitiva, esaltante, rende solo marginalmente l’idea del lavoro che Blake Bailey ha portato eroicamente a termine. Nel tempo dedicato alla lettura di questo capolavoro non c’è spazio per nient’altro, è un viaggio nel mondo dello scrittore più scandalosamente autentico del panorama americano contemporaneo e la sua vita diventa tutte le vite: degli amici, degli scrittori, delle mogli, degli editori, dei familiari, ognuno di loro ha contribuito a rendere Philip Roth ciò che era, nel bene e nel male.
“Ora che da quasi quattro anni ho smesso con la narrativa, - scrisse a Conarroe nel 2013, - quasi ogni sera vado a dormire con un sorriso ebete sul volto, e nell’oscurità mi compiaccio e sussurro a me stesso: - Ho recuperato la mia vita prima di cadere in battaglia. Le battaglie sono finite. Sono tornato a casa. E ho vinto –”
Di
| Mondadori, 2017Di
| Einaudi, 2015Di
| Einaudi, 2017Di
| La nave di Teseo, 2020Di
| Einaudi, 2022Le altre strade di carta
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