Strade di carta

Storie di vita

Illustrazione digitale di Gaetano Di Riso, 2021

Illustrazione digitale di Gaetano Di Riso, 2021

Il libro di cui hai bisogno si trova accanto a quello che cerchi

Aby Warburg

Steve Jobs

di Walter Isaacson - Mondadori, 2017

Ho iniziato a leggere la biografia di Steve Jobs senza troppa convinzione, ne sfogliavo distrattamente le prime pagine pensando “Mh, di sicuro non fa per me, io che capisco solo ON-OFF…” ecco cosa pensavo. Malgrado ciò ho continuato a leggere, anche se da un momento all’altro mi aspettavo che la narrazione avrebbe preso una direzione troppo “tecnica” per me. Non solo non successe, ma il ritmo, che si faceva via via più incalzante, mi rapì completamente e da che ero in piedi in corridoio mi ritrovai seduta sullo sgabellino addossato alla libreria, poi, sempre con gli occhi incollati alle pagine, mi sedetti sul divano e andai avanti a leggere fino a sera.
Quella storia era seducente e molto, molto interessante: il ritratto che veniva fuori di Steve Jobs era quello di un uomo impetuoso e sfacciatamente sicuro di sé.
Nei giorni che seguirono, l’idea che mi feci di lui era di una persona che aveva carisma perché le sue idee lo illuminavano da dentro, un perfezionista ossessionato dal controllo, uno che sfotteva a sangue le persone, che non aveva problemi di leadership perché non si preoccupava di fare incazzare gli altri, un innovatore geniale, visionario, inarrestabile ma anche sfibrante, brutale e talvolta crudele. I testa a testa con Bill Gates, le descrizioni della mostruosa macchina che si metteva in moto prima delle presentazioni dei nuovi prodotti della Apple (Apple che alla fine degli anni ’90 lui salvò da morte certa), Windows vs Mac, perfino un’ignorante in materia come me è rimasta affascinata da modelli integrati orizzontali, verticali, aperti, chiusi; leggere questo libro ha aperto la mia mente verso un mondo che non mi era mai interessato, e che invece adesso trovavo entusiasmante! Durante la presentazione dell’iPad, Jobs dichiarò: “L’ultima volta che una tavoletta ha provocato così tanta eccitazione portava incisi dei comandamenti.”

Open. La mia storia

di J.R. Moheringer - Einaudi, 2015

Open è la biografia sportiva meno sportiva che sia mai stata scritta, il che va inteso in termini lusinghieri visto che J.R. Moehringer ha raccontato la vita di Andre Agassi radunando un numero tale di lettori che difficilmente una biografia riesce a registrare. La potenza di questo libro sta nella forza trainante della scrittura di mr. Moehringer ma è la storia del giovane Andre prima, e del campione mondiale dopo, a tenere il lettore inchiodato capitolo dopo capitolo a questo esaltante, ipnotico libro.
Agassi era idolatrato dal suo pubblico non soltanto per l’indiscusso talento (fu l’unico tennista in singolare a vincere tutte le categorie di torneo esistenti) ma anche per il suo modo di fare e di vestire, i suoi completini sgargianti, il suo look da strada, le pettinature assurde (spesso posticce), era già una leggenda prima ancora di diventarlo! Non ebbi mai la fortuna di vederlo dal vivo, ma nel 1988, in pieno fermento tennistico, mio fratello mi portò a vedere Wilander contro Noah, e non dimenticherò mai il sole sulla faccia e lo schiocco della pallina che si alternava all’ansimare dei giocatori a ogni colpo.

Leggere Open è un lasciapassare nei retroscena più cupi e inquietanti di questo sport elegante, irresistibile; il lettore sperimenta un’empatia totalizzante con l’Andre ragazzino alle prese con un padre dispotico e lo spettro della depressione costantemente in agguato. “Nessuno mi ha mai domandato se volessi giocare a tennis e men che mai farne la mia vita. In effetti mia madre pensava che sarei diventato un predicatore, però dice che papà aveva deciso molto prima che nascessi che sarei stato un tennista di professione.”

Il tennis come esperienza religiosa

di David Foster Wallace - Einaudi, 2017

Da Andre Agassi a David Foster Wallace il passaggio, se non obbligato, è comunque breve, campione di tennis il primo, campione di scrittura il secondo, e non è tutto: DFW giocava a tennis a livello agonistico e, in un momento in cui questo sport smetteva di essere solamente appannaggio di una certa élite, lui iniziò a scriverne, portando il reportage narrativo a un livello superiore e Il tennis come esperienza religiosa ne è un esempio di commovente bellezza.
Wallace ha ispirato intere generazioni, portato i suoi lettori sempre un gradino più in alto rispetto a dov’erano prima di iniziare a leggere, e questa biografia è un regalo che ogni lettore che abbia anche solo incrociato questo scrittore fenomenale, dovrebbe concedersi il lusso di conoscere; un viaggio che lascia affranti ma appagati. C’è dentro tutto: la fragilità, il genio, l’oscurità, ogni elemento che ha fatto di Wallace ciò che era, qui c’è, e se è straziante immaginarlo combattere contro i mulini a vento della sua mente che, per quanto geniale, non riusciva a rimanere connessa con la vita, è anche bellissimo vederlo rianimarsi tutto nelle giornate buone.
Gli studenti che si presentavano alle sue lezioni furono stupiti di trovarsi davanti un giovane poco più grande di loro, armato di una cartelletta degli Orsetti del Cuore e di una racchetta da tennis.”

A proposito di niente

di Woody Allen - La nave di Teseo, 2020

Come il giovane Holden, non mi va di dilungarmi in tutte quelle stronzate alla David Copperfield…” così comincia A proposito di niente l’autobiografia di Woody Allen, un rocambolesco e brillante girovagare nella New York che dagli anni ’50 arriva ai giorni nostri, in compagnia e per mano di uno dei più istrionici personaggi del secolo scorso.
Nella prima parte del libro l’autore racconta la sua infanzia, e si ride signore e signori, si ride a ogni piè sospinto perché tra bar mitzvah, claustrofobia, pessimismo cosmico, ipocondria, reflusso gastrico, e misantropia ce n’è davvero per tutti! “- Sta sempre appiccicato alle ragazze - comunicò a mia madre una delle sterili arpie. Si, mi piacevano le ragazze. Cosa mi dovevano piacere, le tabelline?”. Che posso farci? Amo questo piccolo, adorabile stramboide, amo i suoi film e molte delle sue battute e dei racconti folli che ha scritto. Le luci della ribalta erano la sua vita, che però a un certo punto va a rotoli per una serie di scelte sbagliate; nella prima parte del libro racconta di quando era ancora solo un ragazzo goffo e segaligno, e già allora scriveva pezzi per dei comici professionisti, recitava, dirigeva, aveva le idee piuttosto chiare su cosa fare e lo fece, lo fece alla grande! Molti giovani autori e sceneggiatori del ventunesimo secolo attingono continuamente dal repertorio di Allen (da The Big Bang Theory a The Kominsky Method per citarne solo un paio), perché qualunque cosa pensino e dicano di lui, il buon vecchio Woody ha arricchito il mondo del cinema e non solo.
Alla mia età, ormai ho poco da perdere. Non credendo in un aldilà, non vedo cosa possa cambiare se verrò ricordato come un regista o come un pedofilo. Chiedo solo che le mie ceneri vengano sparse vicino a una farmacia.” .

Philip Roth. La biografia

di Blake Bailey - Einaudi, 2022

Lascio sempre per ultimo il libro del quale sarà più difficile raccontarvi, è un atteggiamento che mi procura sempre dei problemi, nella scrittura e nella vita, ma devo chiudere questa cinquina con la biografia più bella, quella di Philip Roth. Ho dedicato settimane a quello che in pratica si è rivelato uno studio approfondito di un’opera che definire monumentale, definitiva, esaltante, rende solo marginalmente l’idea del lavoro che Blake Bailey ha portato eroicamente a termine. Nel tempo dedicato alla lettura di questo capolavoro non c’è spazio per nient’altro, è un viaggio nel mondo dello scrittore più scandalosamente autentico del panorama americano contemporaneo e la sua vita diventa tutte le vite: degli amici, degli scrittori, delle mogli, degli editori, dei familiari, ognuno di loro ha contribuito a rendere Philip Roth ciò che era, nel bene e nel male.
Ora che da quasi quattro anni ho smesso con la narrativa, - scrisse a Conarroe nel 2013, - quasi ogni sera vado a dormire con un sorriso ebete sul volto, e nell’oscurità mi compiaccio e sussurro a me stesso: - Ho recuperato la mia vita prima di cadere in battaglia. Le battaglie sono finite. Sono tornato a casa. E ho vinto –”

I libri consentanei di Caterina Pusateri

Steve Jobs

Di Walter Isaacson | Mondadori, 2017

Open. La mia storia

Di Andre Agassi | Einaudi, 2015

Il tennis come esperienza religiosa

Di David Foster Wallace | Einaudi, 2017

A proposito di niente

Di Woody Allen | La nave di Teseo, 2020

Philip Roth. La biografia

Di Blake Bailey | Einaudi, 2022

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