Storie brevi, twist finali sorprendenti, personaggi geniali o raccolte avvincenti su tematiche universali ed erudite: i racconti e i loro autori, da sempre, hanno l’encomiabile capacità di catturare il lettore e trascinarlo prepotentemente tra le pagine, tra entusiasmanti colpi di scena e atmosfere vertiginose.
Basti pensare ai memorabili racconti di Kafka, Borges, Hemingway, Conan Doyle, Joyce, Poe, Gogol’, Christie, Lovecraft o ai racconti inediti di Louisa May Alcott.
Volumi esili ma potenti, in grado di far riflettere, fantasticare e di sorprendere.
Che siano storie pronte a terrorizzarci, in cui ogni pagina nasconde un mistero e ci tiene con il fiato sospeso fino al "Non aprire quella porta!", o che siano vite di amori e divorzi, i racconti sanno sempre trovarci nel momento del bisogno. E adattarsi alle nostre esigenze.
Veloci, rapidi, intensi, parole che in poche e semplici righe sanno raccontarci mondi interi. Vite colpite, deluse, corrotte che con il loro potere sanno ammaliarci e farci sognare.
Questo sono i racconti, ma sono molto di più. Sono la narrazione di una felicità desiderata, di qualcosa che ricerchiamo stanchi o che vediamo irrealizzabile solo perché lo speriamo e non lo vediamo.
I racconti sono tempo condensato in poche pagine, sono la voce di uno scrittore in ostaggio che ci racconta qualcosa cercando di non farsi scoprire, scrivendo in fretta e di nascosto.
Queste storie posso passare da una visione surreale del mondo a una cinica descrizione di maschilismo, odio, razzismo. È sempre una sorpresa scoprire come una raccolta di racconti, una narrazione talmente breve possa spiegarci tutto ciò che sappiamo sull'amore e farci scoprire deboli e indifesi, troppo concentrati in quell'insieme di vicende e sentimenti che nemmeno ci rendiamo conto di che ore siano.
I racconti sono questo, brevi sì, ma grandi buchi neri in cui perdersi.
Un pensiero insieme lucido e appassionato guida questi racconti, nei quali un'invenzione ardente e temeraria tocca, con esito spesso drammatico o patetico, temi universali: il tempo, l'eternità, la morte, la personalità e il suo sdoppiamento, la pazzia, il dolore, il destino. Temi universali uniti al sentimento dell'unicità irripetibile dell'esperienza individuale, in uno scrittore che si presenta, innanzitutto, sotto l'aspetto dell'eleganza.
Dodici racconti potenti e corrosivi, che raccontano vite colpite, deluse, innamorate, perdonate. Sembra di guardare il palcoscenico di un teatro: a volte è una stanza lasciata vuota, un'altra un palazzo troppo alto, o solamente una sedia, a fare da sfondo; ma poi la scrittura ci accompagna dentro, tra i corpi, le colpe, le nostalgie, i rimpianti e i sogni. Dodici storie nelle quali l'immaginazione brucia l'esperienza: un vecchio vedovo che, come un alchimista, tenta di riportare in vita la moglie umanizzandone gli abiti per vestire l'assenza.
Il mondo di Shirley Jackson in miniatura: tre superbi racconti, uniti dal brivido di scoprire che l'orrore di cui leggi sta capitando "a te".
Può esistere la felicità in un mondo preconfezionato, fatto di cose che fingono di essere desiderabili, in una società così complessa che contro i suoi mali e i suoi problemi ci limitiamo ad assicurarci, avendo perso ogni illusione di risolverli? Il mondo è davvero così vecchio che tutto è già stato pensato, o siamo noi che siamo stanchi, che chiamiamo verità la rassegnazione e definiamo irreale tutto ciò che speriamo?
Scusate il disturbo è una raccolta di nove racconti, due dei quali sono quasi romanzi brevi, uniti da un filo che attraversa amori e divorzi e finisce con la morte. Gli ambienti, descritti con l'acuto spirito di osservazione per cui Ford è famoso, sono gli Stati Uniti del Sud e del Nord-est (Louisiana e Maine), New York, l'Irlanda, Parigi. I protagonisti sono uomini di mezza età con un bagaglio pesante di unioni e disunioni, tutti agiati, se non ricchi o molto ricchi, dopo brillanti carriere: senior citizens con grandi mezzi.
I Sessanta racconti, raccolti nel 1958, costituiscono una vera e propria "summa" del mondo poetico di Dino Buzzati. In una girandola di narrazioni che riescono sempre a sorprendere le aspettative del lettore, vi si trova rappresentata l'intera gamma dei suoi motivi ispiratori: dalla visione surreale della vita all'orrore per la città, dagli automatismi esistenziali introdotti dall'uomo tecnologico alla suggestione metafisica.
All'improvviso bussano alla porta e uno scrittore si ritrova ostaggio di un gruppo di persone che, con la minaccia delle armi, gli intima di raccontare una storia. In difficoltà, lo scrittore cerca di cavarsela in una situazione che "ad Amos Oz e David Grossman non capiterebbe mai". In "Cheesus Christ" un uomo viene pugnalato a morte in un fast food dopo aver ordinato un hamburger senza formaggio. La vicenda ha conseguenze imprevedibili e apocalittiche che riflettono ironicamente il caos e la casualità dell'esistenza.
Di cosa parliamo quando parliamo d'amore? Parliamo di un bicchiere di gin che si rovescia in una stanza dove discutono due coppie stanche. Parliamo di vecchi amici che forse per noia, forse per altro, commettono senza rendersene conto un delitto terribile. Parliamo di pasticceri a cui non hanno ritirato torte di compleanno. Parliamo di gesti che sembrano insignificanti, e invece sono in grado di restituire a ogni vita tutta la grazia nascosta dietro la banalità della cattiveria e della paura.
Non c'è solo il Tabucchi di Sostiene Pereira, il grande romanzo del 1994 tradotto a ogni latitudine. C'è un altro Tabucchi che, nel corso dei decenni, scommette sulla forma short-story – la "novella", centrale nella nostra tradizione – e la rivitalizza, la rende esotica: da Il gioco del rovescio (1981) a L'angelo nero (1991), fino a Il tempo invecchia in fretta (2009), è come se immergesse la narrativa breve in un'acqua diversa, misteriosa. L'enigma, il rebus, la coincidenza, il piccolo equivoco senza importanza. Il retro dell'arazzo. C'è una folla di fantasmi buoni per strade e molti portoghesi; c'è uno scampanio festoso che arriva da Saint-Germain, Parigi; c'è un uomo che racconta un segreto alla tomba di Brecht, a Berlino; uno che osserva la luce che cambia in un istante nel cielo di Londra, «una insolita luce arancione».
In questi racconti Chimamanda Ngozi Adichie delinea lucidamente e senza reticenze patriottiche gli aspetti più problematici della società nigeriana, attraversata da scontri religiosi, omicidi politici, corruzione, brutalità nelle carceri e maschilismo. Tra senso di smarrimento e più concreti problemi di soldi e di documenti, risulta però altrettanto chiaro che neppure l'emigrazione assicura una vita felice, nello specifico in quell'America che, seppure tanto vagheggiata, vista da vicino è ben diversa dal paradiso di ordinate villette unifamiliari dipinto in certi film.
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