Mentre le campanelle delle scuole di tutta Italia stanno ricominciando a suonare, cadenzando le giornate di milioni di studenti e docenti di ogni ordine e grado, vogliamo proporre alla lettura alcune opere, recenti e no, di scrittori che hanno, o hanno avuto, un'esperienza d'insegnamento e che hanno saputo trarre dalla loro professione elementi narrativi in grado di descrivere la vita, il disagio e le tante opportunità del rapporto tra studenti e docenti. E, spesso, si sono mossi anche oltre, toccando temi non necessariamente legati al mondo della scuola e dei ragazzi.
Il primo che vogliamo segnalare è uno degli scrittori più amati e letti tra quelli che la letteratura francese offre in traduzione al pubblico italiano: Daniel Pennac, lo scrittore-insegnante per eccellenza.
Lui stesso studente non proprio brillante, con il suo libro Diario di scuola fa un vero regalo a tutti quei ragazzi che hanno difficoltà a scuola e fa capire a genitori e a insegnati come l'intelligenza, la creatività possa nascere solo grazie a un'intelligente modo di proporre lo studio. In Come un romanzo, invece, pone un tema didattico di grande rilievo, ovvero la difficoltà di far amare la lettura ai ragazzi e le storture che spesso impediscono ai giovani di coltivare questa passione.
Anche diversi scrittori italiani hanno tratto materia narrativa dalla loro esperienza di insegnanti. Si pensi al maestro Mario Lodi, autore del classico Cipì, o al grande Gianni Rodari, anch'egli maestro elementare, poi giornalista e scrittore senza eguali di libri per l'infanzia.
Focalizzandoci però sui nostri tempi, uno dei più noti scrittori-professori è Domenico Starnone, docente nelle scuole superiori per diversi anni e autore affermato, tra i cui libri spicca Via Gemito, romanzo con il quale vince il Premio Strega nel 2001.
Le diverse opere di Starnone legate al mondo della scuola sono state pubblicate di recente da Einaudi in una raccolta dal titolo La scuola: Ex cattedra-Fuori registro-Sottobanco-Solo se interrogato.
Abbiamo poi Paola Mastrocola, insegnante di liceo che ha spesso al centro dei suoi romanzi la scuola e il microcosmo che la compone, le difficoltà di studenti e insegnanti nel comunicare e nel superare i tanti ostacoli che la vita pone alle vite degli uni e degli altri.
Il romanzo con cui si è imposta all’attenzione di critici e lettori è stato La gallina volante, romanzo vincitore del Premio Calvino nel 1999, dove la voce narrante è una professoressa di un liceo torinese.
Un'altra docente e scrittrice che vogliamo citare è Viola Ardone, autrice, tra gli altri, del bellissimo romanzo Il treno dei bambini e di Grande meraviglia, romanzo di formazione in uscita nei prossimi giorni per l'editore Einaudi.
Proseguiamo con Alessandro D'Avenia, docente di lettere, scrittore e sceneggiatore, che arriva al successo con il romanzo Bianca come il latte, rossa come il sangue pubblicato nel 2010, di cui cura anche la sceneggiatura dell'omonimo film di Giacomo Campiotti con Filippo Scicchitano e Luca Argentero. Da allora è autore di vari romanzi e saggi che si occupano di ragazzi, scuola e letteratura come il suo ultimo lavoro Resisti, cuore. L'Odissea e l'arte di essere mortali, in uscita per Mondadori proprio in questi giorni.
Un altro professore-scrittore che sta avendo molto successo in questi ultimi anni, anche grazie alla sua attiva presenza sui social e al modo straordinario che ha di comunicare con i ragazzi e i loro genitori, è Enrico Galiano. Autore di vari romanzi e saggi, esordisce nel 2017 con il romanzo Eppure cadiamo felici. Parla di adolescenti, Galiano. Perché li conosce bene e vuole dare loro una voce, affinché si riesca ad ascoltare quello che hanno da dire e a vederne tutta la bellezza che, troppo spesso, fatichiamo a riconoscere in loro.
Ci sono diversi altri nomi che ci vengono in mente per proseguire questa carrellata, ma è impossibile parlare di tutti: Mariapia Veladiano, Christian Raimo, Eraldo Affinati, Michela Marzano, Dario Ferrari, Silvia Dai Prà, Chiara Valerio, Marco Lodoli e molti altri ancora. Ognuno con il proprio percorso dentro e fuori dalle aule, per alcuni breve parentesi prima di dedicarsi alla scrittura, per altri parte fondamentale della vita che conducono e che raccontano nelle loro storie.
Chiudiamo citando Roberto Vecchioni, scrittore ma soprattutto cantautore e docente di lunga data, fermo sostenitore dell'istruzione e del ruolo fondamentale degli insegnanti nella vita dei ragazzi. Di lui riportiamo una citazione sulla scuola e sull'insegnamento, che sia di buon auspicio per questo anno scolastico e quelli a venire:
Cominciamo con un’allegoria. Una nave che solca i mari. Ad ogni porto qualcuno scende e qualcuno sale in questa nave. Se sulla nave non ci fosse qualcuno che spiega a chi sale come ci si comporta a bordo ma anche altre cose, come si guarda il cielo, come si cercano le stelle, la nave affonderebbe dopo tre giorni. Il capitano della nave è l’insegnante
Una riflessione sul rapporto tra i ragazzi e la scuola, sugli alunni difficili e sulle possibili cure al "mal di scuola" da uno scrittore che è stato su entrambe le barricate.
I Giovannetti sono una famiglia felice. O forse lo sembrano soltanto? Il padre Mauro insegna storia e filosofia: brillante e bello come un attore, è la leggenda del liceo locale. La madre Angela è professoressa di arte alle medie, ama il suo lavoro, ma ancora di più i figli e il marito.
Qual è la sostanza della scuola italiana? Quali rituali, frasi fatte, disfunzioni resistono per corridoi e aule? Come interagiscono professori e ragazzi? Chi per anni ha raccontato la scuola in maniera lieve con un malinconico retrogusto è Domenico Starnone, che è stato a lungo insegnante.
Protagonista è Carla, insegnante di lettere in un liceo di Torino. Al centro della vicenda sono i problemi quotidiani con cui la protagonista deve confrontarsi, ma soprattutto il rapporto intenso e profondo che instaura con una sua allieva particolarmente sensibile e intelligente
Arriva un momento in cui si è convinti che non ci sia più bisogno di imparare. Ma basta un attimo per capire che le nostre sicurezze, spesso, sono solo un modo per far tacere la paura.
Un romanzo dirompente che, attingendo a forme letterarie e linguaggi diversi racconta di una classe che da accozzaglia di strumenti isolati diventa un'orchestra diretta da un maestro cieco.
Sandro Onofri muore nel 1999, a 44 anni. Nel suo computer la moglie ritrova un diario, incompiuto: è l’ultimo racconto della scuola pubblica del Novecento, e ha il sapore di un involontario testamento.
Valentina ci riporta tra i banchi con lo sguardo amorevole e profondamente ironico di una prof davvero speciale. E ci ricorda che i ragazzi, se tendi loro la mano, sanno stupirti come nessun altro.
Quando la pandemia rivoluziona le vite di tutti e costringe i prof alle lezioni a distanza, Sandro intuisce che può esserci un altro modo per stare vicino ai suoi ragazzi. Crea una classe virtuale, per dar loro un aiuto con l'Inglese, ma soprattutto per fargli sentire che non sono soli.
Il caotico mondo della scuola visto attraverso lo sguardo di un'insegnante precaria, una Don Chisciotte che non si fa abbattere da burocrazie arrugginite e colleghi demotivati ma prova a cambiare prospettiva per denunciare e allo stesso tempo difendere un'istituzione bistrattata e abbandonata a sé stessa.
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