Diario di bordo

La lunga vita del Generale Maletti

9 giugno 2021. Johannesburg, Sudafrica. È morto a quasi cent’anni uno degli ultimi protagonisti-testimoni della strage di piazza Fontana, il 12 dicembre 1969. Si chiamava GianAdelio Maletti, generale, ex capo del SID, che si adoperò per proteggere e far espatriare gli assassini, ovvero il nucleo padovano dell’organizzazione nazifascista “Ordine Nuovo”. Condannato per depistaggio, disse di aver agito per “senso dello Stato”; poi emigrò in Sudafrica dove ha vissuto dal 1981 sino alla morte, praticamente indisturbato.
Nel 2018 Maletti è stato intervistato a lungo da due tenaci giornalisti investigativi, Alberto Nerazzini e Andrea Sceresini, ai quali ha, per la prima volta, “vuotato il sacco”.  

Agghiacciante il suo racconto della morte di Pino Pinelli: “Pinelli si rifiuta di rispondere alle domande. Gli interroganti ricorrono quindi a mezzi più forti e minacciano di buttarlo dalla finestra. Lo strattonano e lo costringono a sedere sul davanzale. A ogni risposta negativa, Pinelli viene spinto un po’ più verso il vuoto. Infine, perde l’equilibrio e cade. La morte dell’anarchico non era voluta. Tutti i presenti furono colti da sgomento e apprensione. La verità non li avrebbe sottratti da gravi sanzioni penali. Perciò si impegnarono ad avallare, per il bene proprio e delle istituzioni, la tesi del suicidio”.

Il generale aggiunse che questa ricostruzione era nota a tutti i vertici dei servizi segreti.

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