Sono sicura che Facebook rappresenta per voi cose diverse in base all’età che avete mentre state leggendo questo articolo.
Se fate parte della Gen Z sicuramente non avete un account Facebook e quando ne sentite parlare dai vostri parenti Millennials, o peggio, dai vostri genitori, inorridite. Nella vostra mente Facebook è un vecchio dinosauro malfunzionante dalla quale tenersi alla larga, uno spazio medievale nel quale sopravvivono solo le foto delle torte delle vostre zie, i commenti inappropriati dei vostri genitori e le foto con outfit discutibili dei vostri cugini Millennials.
Cosa fanno i più giovani quando guardano incantati i propri smartphone? Di cosa parlano fra loro? Cos’è che li entusiasma, e quali sono i loro consumi culturali?
Se siete tra le fila dei Boomer avete avuto un rapporto di amore odio con Facebook. Ai tempi in cui i vostri figli si sono iscritti, e ne avete sentito parlare per la prima volta, lo avete giudicato niente di più che un giochino su internet con il quale non volevate avere niente a che fare. Qualche anno dopo, però, i vostri amici hanno cominciato a iscriversi e a raccontarvi di tutte le persone che hanno ritrovato grazie a Facebook, amici delle vacanze in Liguria, vecchi compagni di scuola, ex colleghi, eccetera.
Una nonna longeva, lucida e inaspettatamente tecnologica, invece di mantenere il ruolo secondario e marginale assegnato oggigiorno alle persone anziane, decide di partecipare attivamente alla vita sociale.
E allora avete cominciato a percepire il suo potenziale, avete chiesto a vostri figli di crearvi un account, del quale ancora oggi ignorate completamente le credenziali e avete iniziato un po’ dubitanti a condividere post, fino a diventare i CEO del buongiornissimo kaffè, delle catene di Sant’Antonio, delle foto con le citazioni emozionali, dei messaggi di auguri agli sconosciuti, dei commenti politici piccati sotto qualsiasi post che parla di tutt’altro.
E, soprattutto, siete riusciti nell’immaginabile impresa: avete scacciato i Millennials dalla loro stessa casa.
Bravi boomer, siete invincibili.
(Per favore però, lasciateci Instagram ancora per un po’).
Infine, se fate parte della generazione dei Millennials (alla quale io stessa appartengo) ricorderete con nostalgia l’apertura del vostro account Facebook nel lontano 2009, quando il mondo era diverso e quello dei Social, appena nato, era ancora appannaggio dei giovani che lo abitavano con una dolce inconsapevolezza.
Ricordo ancora la lunga attesa del suono dell’ultima campanella, segnale che era il momento di correre a casa per fiondarci ad accedere al nostro account, con l’unico scopo di vedere quali compagni di scuola (con cui eravamo stati tutta la mattina) avevano lasciato un messaggio sulla nostra bacheca (cliccate qui per la nostra selezione di libri su come i social hanno cambiato la nostra vita).
Dietro all'etichetta degli iperconnessi Millennials si celano giovani, con tratti comuni ma anche ricchi di distinzioni, che, in un momento storico così complesso, devono affrontare scelte importanti della loro vita, come l'uscita dalla famiglia d'origine o il passaggio dallo studio al mondo del lavoro.
Ai tempi, Facebook era sempre aperto in background sul nostro pc (la parola "app" non faceva ancora parte del nostro vocabolario) pronto per farci leggere istantaneamente ogni notifica che ci arrivava, perché l’apparizione di quella campanella blu poteva cambiare la nostra giornata. Caricavamo album da 200 foto per ogni evento a cui partecipavamo (anche una banale serata al cinema) e commentavamo ogni stato dei nostri amici, facendo partire lunghi thread di discussione sul film di High School Musical più bello.
Insomma, il caro Facebook per noi Millennials è come la madeleine Proustiana, raccoglie tutti i ricordi della nostra gioventù.
Quelli a cui ritorniamo con gioia e quelli che vorremmo non aver mai condiviso (d’altronde nessuno poteva immaginare che dieci anni dopo, ogni giorno, Facebook ci avrebbe ricordato cosa stavamo facendo in quella stessa data dieci anni prima e, soprattutto, come eravamo vestiti.)
Per farla breve, possiamo dire di aver imparato (duramente) la lezione: internet non dimentica.
Ma Facebook non è solo il simpatico oggetto dei nostri ricordi, come il walkman o il VHS: Facebook, oggi META, è un’azienda miliardaria che ha plasmato il mondo in cui viviamo.
Facciamo un passo indietro, indietro di 20 anni, fino al 2004 quando in una stanza dell’università di Harvard quattro studenti di nome Mark Zuckerberg, Eduardo Saverin, Dustin Moskovitz, e Chris Hughes hanno creato Facebook.
Come tutte le ciambelle migliori che non nascono subito con il buco, prima di diventare il Facebook che conosciamo, nel 2003 l’idea del quartetto era quella di creare un sito per gli studenti di Harvard che permettesse di giudicare la bellezza estetica dei loro compagni di scuola e che vide la luce con il nome di Facemash.
"Io e Meta Facebook" fa parte di una silloge di circa trentamila versi, per lo più endecasillabi, composti dall'autore negli ultimi anni colloquiando sulla celebre piattaforma social.
Ma dal momento che Facemash violava la policy dell’università fu rimosso dopo soli due giorni. Nonostante ciò, durante la sua breve esistenza, Facemash generò 22.000 voti da parte di 450 utenti e fu proprio questo successo a convincere Zuckerberg a registrare l’URL http://www.thefacebook.com nel Gennaio del 2004 e insieme a Saverin, Moskovitz e Hughes cominciò a lavorare al primo Social Network.
Il Social Network TheFacebook.com fu lanciato nel Febbraio del 2004.
Gli studenti di Harvard che si registravano potevano postare fotografie e informazioni sulla loro vita, come l’orario delle lezioni o i club universitari di cui facevano parte. In poco tempo, il sito crebbe talmente di popolarità fu permesso l’accesso anche a Yale e Stanford. Nel giugno del 2004 più di 250.000 studenti di 34 diverse scuole erano iscritti alla piattaforma e lo stesso anno grandi aziende come MasterCard avevano iniziato a pagare per avere visibilità sul sito.
Alla fine del 2004 TheFacebook aveva raggiunto un milione di utenti attivi.
Il nome Facebook arriva solo nel 2005 insieme all’idea rivoluzionaria del tag: per la prima volta le persone potevano taggarsi sotto le foto di altri utenti in cui figuravano, rendendole visibili ai loro amici.
La potenza di questo sistema di condivisione ha dato un boost enorme al sito ed è utilizzato ancora oggi dai social più famosi.
In quello stesso anno, fu permesso di iscriversi agli studenti delle scuole superiori americane e delle università fuori dagli Stati Uniti.
Alla fine del 2005 gli utenti attivi erano 6 milioni al mese.
Come Zuckerberg aveva predetto, Facebook diventò un potentissimo strumento di relazione con il cliente per gli inserzionisti. Prima di Facebook era impensabile ingaggiare possibili clienti su così larga scala.
La testimonianza della donna che ha smascherato Facebook e ora lotta per restituirci il controllo delle nostre vite. Nel 2021, mentre lo scandalo dei cosiddetti «Facebook Files» riempie le pagine dei quotidiani di tutto il mondo, l'ex dipendente del social network Frances Haugen esce allo scoperto come la gola profonda che ha copiato e divulgato quelle migliaia di documenti.
Negli anni a venire, Facebook è diventato un potente strumento non solo per le aziende, ma anche per le campagne politiche, a cominciare dalle elezioni presidenziali del 2008 quando sono stati creati più di 1000 gruppi Facebook per supportare l’allora candidato democratico e poi futuro presidente, Barack Obama, o il candidato repubblicano John McCain.
Insomma, se pensiamo al mondo dei Social Media di oggi, con i suoi numeri, i Creator, gli influencer, le pubblicità e gli investimenti delle aziende, non possiamo capirne infondo le dinamiche senza conoscere la storia di Facebook che ha trasformato, anche grazie all’acquisto di Instagram nel 2012, un sito nato per condividere foto e restare in contatto con gli amici in un mercato miliardario.
Ma non è tutto oro quel che luccica. Come sappiamo, la storia di Facebook è una storia controversa, ci basti pensare al cambiamento del nome dell’azienda in META nell’ottobre del 2021 fatto con l’obiettivo di riabilitare l’immagine a seguito della lunghissima controversia sulla privacy degli utenti e delle campagne di disinformazione di cui Facebook era accusato.
Se siete arrivati alla fine di questo articolo potreste farvi la domanda che mi sto facendo io.
Quale sarà il prossimo capitolo della vita di Facebook, quale sarà il prossimo passo di META? Mark Zuckerberg su questo punto ha dichiarato che sta lavorando al successore di internet, il metaverso.
Sarà solo fumo o ci sarà un bell’arrosto con cui avere a che fare?
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