Da Storia di una ladra di libri a storia di un ladro di manoscritti, è un attimo.
Qui però non parliamo della giovane Liesel intenta a salvare i libri durante la Seconda Guerra Mondiale, ma di Filippo Bernardini, la vera identità di colui che per anni ha abilmente truffato l'editoria mondiale.
Andiamo con ordine.
Le prime voci emergono nel 2018, quando la rivista britannica Bookseller denuncia quella che, da qualche anno, appare come una misteriosa truffa iniziata forse in Asia, forse in Europa, ma che di certo ha raggiunto Regno Unito e Stati Uniti. Diverse figure del mondo editoriale, tra editor, scrittori, agenti, manager e scout editoriali, spiegano di aver ricevuto e-mail estremamente convincenti che chiedono manoscritti inediti. Ricche di informazioni, nomi di personaggi e dettagli che sarebbe quasi impossibile sapere, provengono da indirizzi di posta quasi identici a quelli di coloro che lavorano nel settore.
Dove finiscono questi manoscritti trafugati? Nel nulla.
Nessuna vendita, nessun profitto economico, ma l'inganno prosegue per anni.
Da Penguin Random House a E/O e Pan Macmillan, così come agenzie letterarie di Taiwan, Turchia e altri Stati del mondo, sono state molte le raccomandazioni da parte delle case editrici nei confronti dei dipendenti, ma l'ingegno dietro alle richieste del misterioso ladro non ha potuto fare altro che sovrastarle.
Nel suo mirino non c'erano solo opere di autori noti come Margaret Atwood, Sally Rooney, Stieg Larsson e Ian McEwan, ma anche scrittori esordienti il cui lavoro non poteva portare alcun riscontro economico, se condiviso su Internet. Un dato che ha aumentato esponenzialmente la frustrazione di coloro che hanno tentato per anni di rintracciare il responsabile.
Più disparate sono state le teorie circolate sull’identità del "ladro di manoscritti": dalle influenze straniere intente a destabilizzare l'offerta editoriale occidentale ai tentativi di qualche produttore per trovare storie idonee ai propri film.
Dovremo aspettare il 5 gennaio 2022 per avere un nome.
L’Fbi arresta Filippo Bernardini, trentenne di Terni, atterrato all’aeroporto di New York per una vacanza. Dopo un anno, l'uomo ha confessato che il motivo per cui ha rubato oltre mille manoscritti di libri non ancora pubblicati è mero piacere personale: il desiderio di avere un testo prima di chiunque altro.
Alle sue spalle vi è una carriera editoriale, iniziata come lettore dopo la laurea in letterature moderne all’università Cattolica di Milano e il master in editoria a Londra, e interrotta poco dopo lo stage alla Andrew Nurnberg Associates, importante agenzia letteraria nella quale si occupava di descrivere e suggerire libri al mercato mondiale, approfondendo così la sua conoscenza del mondo editoriale che gli sarebbe tornata più che utile nel futuro.
Sembra sia stata la frustrazione e la difficoltà a trovare un proprio posto nel mondo editoriale, a spingerlo a "prendersi il meglio" di ciò che poteva.
Consapevole di aver compiuto un reato, è ricorso al patteggiamento, poiché grava su di lui una pena massima di 20 anni di carcere. La condanna di Bernardini è attesa per il 5 aprile e, se accetterà di pagare la multa, la sua truffa pluriennale gli sarà valsa ben 88 mila dollari.
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